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Matteo capitolo 2, Matteo capitolo 2. E mi sto proprio divertendo a studiare e a preparare i miei pensieri per questi racconti meravigliosi sul conto della nascita di Cristo, e confido che lo Spirito di Dio ci servirà veramente questa sera nel mentre condivideremo insieme quello che sarà uno studio biblico, piuttosto che un sermone, ma penso che Dio vi benedirà meravigliosamente. Matteo, come ormai sappiamo, presenta Gesù Cristo come il re. Presenta Gesù Cristo non solo come il re, ma come il re dei re; non solo come il re dei re, ma come l'unto di Dio. In altre parole, egli è la scelta speciale di Dio come re, il monarca di tutti gli uomini, il monarca di tutti i tempi, il sovrano dell'universo. E Matteo inizia fin dall'inizio di questo vangelo; di questo sguardo a Gesù Cristo per fare questo. Comincia così nel flusso della sovranità di Cristo, della regalità di Cristo, della sua reggenza, che continua nel corso di tutti i 28 capitoli.

E anche riguardo alla nascita di Gesù Cristo, è l'enfasi speciale di Matteo che dovremmo vedere Gesù come re. E quindi, come credo vi ricorderete, nel capitolo 1 ci presenta Gesù come re in virtù del suo diritto di nascita. E traccia con molta cura la genealogia reale, iniziando in Matteo 1:1, proseguendo fino al versetto 17 lì troviamo che Gesù fu nato dal seme reale. Fu nato dalla linea reale, aveva il diritto di regnare, il diritto di governare in Israele.

Abbiamo visto anche che la sua nascita verginale nei versetti 1:18-25 di Matteo era una conferma del suo diritto reale. Dio ha oltrepassato una certa maledizione nella nascita verginale, che ha liberato Cristo dall'essere squalificato e gli ha lasciato nuovamente il diritto al trono. Quindi, nella genealogia, così come nell'unicità della nascita verginale, abbiamo appreso che Matteo enfatizza Cristo come re.

Ora, entrando nel capitolo 2, troviamo di nuovo il fatto che Matteo enfatizza che Gesù è re. E lo fa davvero in due modi. Il modo numero uno, l'abbiamo visto nei primi 12 versetti. E cioè: ci mostra la regalità di Cristo perché ci sono questi magi che erano i riconoscitori ufficiali dei re nel mondo orientale, che vengono e lo riconoscono come re.

In altre parole, quello era il modo di Matteo di dire che era re perché era quello che il mondo aveva comunicato; e il mondo, lì è rappresentato da questi saggi, da questi magi, che vennero dall'oriente. Erano i riconoscitori ufficiali dei re persiani. Nessuno diventava re in quella parte del mondo a meno che loro non lo affermassero. Nessuno diventava re senza esser istruito nella loro legge, e quando dicevano che qualcuno era un re, quelli era un re.

E quindi Matteo dice che persino i riconoscitori dei re persiani lo riconobbero come re ed in quanto tale l’adorarono dandogli doni, dice il versetto 11, di oro, incenso e mirra. E ovviamente, il primo di quelli, l'oro, era solo adatto ai re.

Ma c'è un secondo modo che abbiamo visto che si dispiega in questo capitolo che ci mostra che lui era un re, e quello è ovvio dall'antagonismo di Erode. Se non fosse stato re e non avesse avuto il diritto di regnare, allora perchè mai Erode sera così adirato? È un approccio un po’ quieto da parte di Matteo, ma nonostante ciò, riconferma il punto. È un re non solo in virtù dell'omaggio che gli fu dato, ma è anche re in virtù dell'odio ricevuto.

Si può vedere la Sua regalità dal fatto che c’erano queste persone importanti che lo riconobbero come re e si può anche vedere perchè il re che si trovava al posto suo, il falso re, l'usurpatore, per così dire, Erode, che non aveva alcun diritto di regnare in Israele, perchè era un Edomita, non era nemmeno un ebreo, ma era seriamente minacciato dall'esistenza di uno di cui temeva avere veramente il diritto di essere il re di Israele. Quindi sia per omaggio che per odio, Matteo sta puntando alla regalità di Gesù Cristo. Era una ragione per l'adorazione ed era una ragione per timore, da parte di Erode.

E poi c'era un terzo filo che si intreccia nel corso del terzo capitolo e che presenta la regalità di Gesù Cristo, ovvero che egli compie le profezie messianiche. Nell'Antico Testamento, Dio stabilì alcune profezie sul conto del re che sarebbe venuto. Matteo ne sceglie quattro - e stasera le vedremo insieme – ma egli sceglie 4 profezie come un altro modo per dire che questi era davvero il re.

Era re perché era nato re; era re grazie alla nascita verginale, era re perché aveva la genealogia di un re; era re perché i riconoscitori dei re persiani lo riconobbero, era re perchè così dimostrato dalla paura di Erode di perdere il suo trono. Ed era re perché compì le profezie regali, profezie che parlarono di Colui che doveva venire. E così facendo Matteo continua, evidenziando la regalità di Gesù Cristo. E nel nostro testo questa sera, vedremo fino a che punto Erode si spinse per uccidere colui che temeva avesse il vero diritto al trono. Vedremo quella minaccia e vedremo anche lo svolgimento di queste quattro profezie in cui il re che doveva venire fu presentato.

Ora lasciatemi aggiungere questo: Ci sono circa 332 profezie dell'Antico Testamento sul conto di Gesù Cristo. Gesù Cristo compie circa 330 o 332 profezie; ora Matteo ne sceglie solo quattro, ma queste quattro sono così uniche e così complesse che non c'è letteralmente nessun modo che potessero essere accadute per caso. Non c'è possibilità che queste quattro cose potessero essere vere per un qualsiasi singolo individuo per puro caso. La probabilità di ciò è così infinitesimale che non potrebbe nemmeno essere ridotta ad un numero; anche se ce ne sono solamente quattro. E poi quando si considera il fatto che ce ne sono 332, la cosa dovrebbe sconcertare assolutamente il vostro cervello.

Ora lo stile e la struttura di queste quattro profezie dovrebbero indicarci che si tratta di un unità letteraria. Che Matteo sta facendo la cosa intenzionalmente, non sta semplicemente vagando qui e lì scegliendo cose a caso; che egli sta veramente presentando quattro cose, che si snodano nel corso del capitolo 2 in maniera magnifica, per mostrarci quattro specificità sul conto del re.

Ora notate questo: Ciascuna di loro è collegata ad una località geografica. E di nuovo, questo ci aiuta a vedere che Matteo sta davvero sviluppando un pensiero letterario qui. Ciascuna di questa ha una localizzazione geografica. E tutte si concentrano su Gesù Cristo. Ora le quattro località di cui si occupa sono Betlemme, Egitto, Rama e Nazaret.

Infatti, queste quattro località saranno significative nella nascita di Cristo. Ora questo di per sé è un qualcosa di sorprendente! La maggior parte delle persone alla loro nascita sono associate solamente ad un luogo. Si dice nell'Antico Testamento che l'Unto, il Messia, il Mashiah, il Cristo, il Re, Colui che deve Venire, il Grande Profeta sarà associato a Betlemme, Egitto, Rama e Nazaret.

Tutti e quattro quegli elementi avranno un posto di significato nella sua nascita. E come ho detto, la probabilità che qualcuno abbia tutto ciò in quell'ordine, in quella sequenza, come appare qui, è infinitesimale, deve essere il frutto del piano di Dio e diventa di fatto la prova più grande, di tutto il Vangelo di Matteo, della regalità di Gesù Cristo.

Ora diamo un'occhiata a queste cose. Sono così specifiche da eliminare qualsiasi pretendente; e così specifiche da solidificare il vero pretendente al trono, il Signore stesso. Cominciamo con il primo. Lo chiameremo: “La nascita a Betlemme”, “La nascita a Betlemme”, e per questo torneremo indietro rispetto a dove passeremo il nostro tempo questa sera ed andiamo a vedere dal versetto 4 al 6 perché quella è la prima unità e la osserveremo da questa prospettiva.

E qui guardiamo indietro a ciò che abbiamo visto negli ultimi studi insieme, versetto 4. Ora, Erode era turbato per l’arrivo dei magi a Gerusalemme alla ricerca di quel re che era nato, avevano visto una stella in Oriente e sapevano che fosse arrivato e volevano sapere dove fosse; ed arrivarono con un entourage di soldati persiani e destrieri e tutto il resto, ed Erode è davvero turbato.

Il passo numero uno nella mente di Erode era determinare dov’è che quel re minaccioso fosse nato, lo voleva trovare e lo voleva uccidere; anche se si trovava alla fine della sua vita, era comunque così paranoico del suo potere e della sua posizione che voleva farla finita con il bambino. E quindi nel versetto 4, raduna "Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere".

Non è interessante che egli equiparò questo re dei Giudei di cui avevano parlato i magi con il Cristo, il Messia, l'Unto? Lo sapeva e così anche loro, che questo era uno e lo stesso. E quindi aveva paura; aveva sentito abbastanza delle profezie Giudaiche; era stato esposto abbastanza al giudaismo nei suoi anni in posizione d’autorità da sapere che stavano aspettando un Messia.

Ed ora, che sapeva che il Messia era venuto o temeva che fosse venuto, voleva sapere dove fosse così che lo poteva uccidere, e quindi convocò una riunione ad alto livello dei capi dei sacerdoti, che erano i politici, e gli scribi, che erano i teologi, e chiese dove doveva nascere.

Versetto 5, “Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché cosí è stato scritto per mezzo del profeta”, ora Michea era il profeta che scrisse quello, il profeta Michea. Infatti, quello è affermato in Michea capitolo 5 versetto 2. Ora lasciate che vi dica qualcosa sul conto di Michea, e questo è importante se volete esaminare la profezia. Michea era un profeta che tuonava giudizi, ed i giudizi di Michea erano diretti verso i falsi profeti, i falsi governanti ed i falsi insegnanti del suo tempo.

Per esempio, nel capitolo 2 di Michea, al versetto 1 dice: “Guai a quelli che meditano l'*iniquità e tramano il male sui loro letti, per eseguirlo allo spuntar del giorno, quando ne hanno il potere in mano! Desiderano dei campi, e se ne impadroniscono; delle case, e se le prendono; cosí opprimono l'uomo e la sua casa, l'individuo e la sua proprietà.  Perciò cosí dice il Signore: «Ecco, contro questa razza io medito un male a cui non potrete sottrarre il collo; non camminerete piú a testa alta, perché saranno tempi cattivi”, in altre parole, egli guardò a quei capi, quei signori, quei principi, quei governanti, che stavano usurpando terre e prendendo campi e case, facendo quello che avrebbero fatto dei dittatori, svolgevano il ruolo di dittatori, ed egli dice: “Sarete giudicati”, capitolo 3 versetto 1: “Io dissi: «Ascoltate, vi prego, o capi di Giacobbe, e voi funzionari della casa d'Israele. Non spetta a voi conoscere ciò che è giusto? Ma voi odiate il bene e amate il male, scorticate il mio popolo e gli strappate la carne dalle ossa. Essi divorano la carne del mio popolo, gli strappano la pelle di dosso, gli spezzano le ossa;

lo fanno a pezzi come ciò che si mette nella casseruola, come carne da mettere nella pentola»”.

Mamma, dettagli piuttosto vividi! Dice, “State letteralmente squartando il mio popolo, gli state strappando la pelle, gli state strappando la carne dalle ossa e li state mangiando, bollendoli in una pentola”, e questo è l'inizio del giudizio di Dio. Versetto 9 del capitolo 3, "Ascoltate, vi prego, o capi della casa di Giacobbe, e voi guide della casa d'Israele, che detestate ciò che è giusto e pervertite tutto ciò che è retto, che costruite Sion con il sangue e Gerusalemme con l'ingiustizia! I suoi capi giudicano per ottenere regali", in altre parole, erano dei giudici corrotti, “i suoi *sacerdoti insegnano per un profitto, i suoi profeti fanno predizioni per denaro, e tuttavia si appoggiano al Signore e dicono: «Il Signore non è forse in mezzo a noi? – facevano i pii - Non ci verrà addosso nessun male!»" Perciò, per causa vostra, Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un mucchio di rovine,

e il monte del tempio un'altura boscosa”, il tutto diventerà sterile.

Ora questi erano i giudizi che Michea tuonava contro i falsi insegnanti. E dopo aver fatto ciò, si sposta verso un'era futura in cui verrà un vero insegnante, quando verrà un vero governante ed un vero re che regnerà con bontà e giustizia. E parla di quello che deve venire più avanti nel libro. E parlando di colui che deve venire, quel grande e glorioso che verrà negli ultimi giorni mentre inizia il capitolo 4, apre con lo sguardo rivolto agli ultimi giorni.

E mentre parla di colui che deve venire, arriviamo al capitolo 5 versetto 2. E giungendo al capitolo 5 versetto 2, scopriamo che questo è il luogo in cui colui che deve venire nascerà, “«Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni”, e lì c’è il re eterno, il Figlio di Dio, la seconda persona eterna della Trinità, che deve nascere e deve nascere in un piccolo posto chiamato “Betlemme”, un piccolo tra le migliaia di città e di villaggi della Giudea. E quindi nel mentre Michea guarda nel corso dei secoli, vede la nascita del re, vede la nascita del re in connessione con un luogo oscuro.

Quindi questa è la prima profezia con cui Matteo si confronta e, giusto per assicurarsi che sia enfatizzata correttamente, non penso che, non penso che i sommi sacerdoti e gli scribi abbiano davvero citato la profezia in questo testo comunque. Penso che abbiano semplicemente detto al versetto 5 – guardate lì, Matteo 2:5. “E gli dissero: A Betlemme di Giudea: poiché così è scritto dal profeta.”

E poi credo che Matteo abbia aggiunto il versetto 6. Matteo offre quella citazione, ““E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele».” E Matteo si prende un po' la licenza dell'ispirazione visto che lo Spirito Santo lo ispirò tanto quanto Michea; anch’egli aveva il diritto di fare qualcosa con la profezia di Michea e quindi aggiunge alcune cose che furono dette specificamente per il tempo in cui scriveva, seppur allo stesso tempo fece riferimento a Michea.

E quindi Matteo cita Michea 5:2 e dice che da Betlemme verrà Gesù. La piccola cittadina insignificante di Betlemme, dalla quale nessuno si sarebbe aspettato un grande monarca, dalla quale nessuno avrebbe cercato un re. E fu precisamente da lì che verrà il re. Il re viene a Betlemme. La nascita fu a Betlemme. Segnatevelo. Nessuno, nell'intera storia dei rapporti di Dio con Israele, che abbia mai preteso d’essere il Messia, ha alcun diritto a tale pretesa se non fu nato a Betlemme, quello era il luogo. Il re venne a Betlemme. La nascita fu lì.

Ora passiamo alla seconda profezia. Abbiamo già discusso quella in grande dettaglio. La nascita a Betlemme. E in quella nascita vediamo l'omaggio dei magi, e l'odio di Erode. Ma vediamo che la profezia numero uno si compì e quello era importante per Matteo. Il re sarebbe venuto a Betlemme. Segnatevelo, proprio come Gesù.

Ora numero due - la prima è la nascita a Betlemme. La seconda la chiamo “l'esodo in Egitto”, “l'esodo in Egitto”, e qui ci troviamo al versetto 13. E riprendiamo il testo da dove l’avevamo lasciato, versetto 13. Questo, a volte, viene chiamato la "fuga in Egitto". E penso sempre all'immagine che un bambino ha disegnato in una classe della Scuola Domenicale. L'insegnante disse: “Voglio che disegniate un'immagine della fuga in Egitto, e dovrebbe essere fatta così come descritta dalla Bibbia”, e quindi un bambino consegnò il disegno, e l'insegnante lo guardò e rimase scioccato perchè c'era un jet 727 e quattro persone nella cabina di pilotaggio.

E lei guardò il bambino e disse: "Cos'è questo?" Lui rispose: "Questo è il volo in Egitto", e lei dice: "E chi sono queste persone?" "Oh," disse lui, "Quelli sono Giuseppe, Maria e il bambin Gesù", e lei disse: "Ma chi è quest'altra persona?" E lui rispose: "Oh, quello è Ponzio, il pilota", non era proprio il volo in Egitto biblico.

Cos’è che accadde nell'esodo verso l'Egitto? Questo fu un adempimento profeito meraviglioso, affascinante. La venuta dei magi, credo che quando i magi arrivarono finalmente a Betlemme e si trovavano in una casa a quel punto ed il bambino aveva alcuni mesi, penso che quello sia stato un momento di grande gioia, un momento di grande conforto perché Giuseppe e Maria, fino a quel momento, per quanto ne sappiamo biblicamente, non avevano avuto realmente alcuna conferma di quel grande messaggio che avevano ricevuto dall'angelo.

DI fatto, sapevano da Dio tramite l'angelo che quel bambino doveva essere il Figlio di Dio, Emmanuele, Dio con noi, il Salvatore, e tutto il resto, ma immagino che finalmente, quando vennero i magi e confermarono la cosa, quello fu un grande momento di fiducia, un grande momento di gioia, un grande momento di cuori in attesa positiva. Certamente si ricordarono dele parole meravigliose pronunciate dall'angelo a Giuseppe, da Gabriele a Maria, da Elisabetta a Maria, dai pastori a Giuseppe e Maria, da Simeone e pensarono: “è tutto vero!”

E la cosa fu confermata con quegli uomini; ma Simeone, vi ricordate? Disse anche che una spada avrebbe trafitto l'anima di Maria. E non passò molto tempo dopo l'arrivo dei magi che fu tutta una conferma, e ci fu gioia, felicità, positività, meraviglia, e furono così emozionati e confortati dal fatto che, davvero, erano sulla giusta strada, e che quelle persone dall'oriente lo stavano confermando. Ma non passò molto tempo prima che una spada fu estratta ed iniziò l'inizio della penetrazione.

E lo troviamo immediatamente al versetto 13, “E quando furono partiti,” ovvero i magi, “un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse:” e ricordatevi adesso, questo non fu un sogno come la pensiamo noi, questo fu uno stato semi-cosciente dove non c'era un'idea sognata nella fantasia della mente umana. C'era un confronto vero e proprio con un angelo, qualcosa di unico nei periodi biblici di rivelazione, successe a Pietro mentre stava cercando di dormire sul tetto a Giappa. E successe più e più volte, a Daniele, Abimelec, Giacobbe, Giuseppe, Labano, il coppiere ed il panettiere, successe persino a Faraone.

E ci sono stati momenti in cui Dio faceva cose del genere e questa era una di quelle, e questo accadde molte volte, del fatto che parlò in sogno intorno alla nascita di Cristo. E quindi era un tipo sogno speciale. Ed un angelo apparve a Giuseppe e gli disse: “‘«Àlzati, prendi il bambino e sua madre”, e notate che ogni volta che vedrete quei due nomi insieme, vedrete sempre prima il bambino, perché Lui è la storia “fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire».”

Ora i magi o i saggi partirono, secondo l'inizio del versetto. E se ne andarono, furono avvertiti da Dio, dice il versetto 12, che non dovevano tornare da Erode, e quindi andarono via per un'altra strada", le trame degli uomini non possono mai ostacolare i piani di Dio. Così come il Faraone fu impedito da Dio di distruggere gli Israeliti mediante un intervento divino da parte di Dio, così Giuseppe fu divinamente avvisato di scappare proprio come furono avvisati i magi.

Dio stava proteggendo il Figlio suo. Dio stava proteggendo il Messia. E la terra d'Egitto, che una volta era un luogo di schiavitù e di oppressione, ora divenne un rifugio. Ora diventa una casa. Ora divenne un nascondiglio, un rifugio per la piccola famiglia al riparo da pericolo imminente. La parola "partirono" è interessante, giusto come commento a margine. La parola è anachōreō, non che sia importante tranne che per coloro che stanno studiando il greco, ma fu usata due altre volte nel Vangelo di Matteo, ed in entrambi i casi significa scappare dal pericolo. È una parola specifica che implica del pericolo. Scappare o allontanarsi o partire lontano dal pericolo.

Infatti, giusto per darvi un illustrazione, in Matteo 4:12, "quando Gesù seppe che Giovanni fu gettato in prigione, si ritirò in Galilea", in altre parole, Gesù sapeva che quando gettarono Giovanni in prigione, anche lui era in pericolo, e quindi si allontanò. È una parola che parla del fuggire in vista di un certo pericolo. E quindi seppero del pericolo e fuggirono. E tornarono nel loro paese per un'altra strada. E una volta che se ne andarono, l'angelo tornò di nuovo e disse a Giuseppe di fuggire. Notate la parola – dice: "Alzati, prendi il bambino e fuggi", parola greca interessante, feughe, dalla quale abbiamo, quale parola? Fugitivo.

Fuggire. È un imperativo presente, il che implica un'azione continua, "Inizia il processo di fuga", era un lungo viaggio, 120 chilometri al confine d’Egitto e almeno altre 160 chilometri in più per arrivare al cuore del paese, qualcosa come 281 chiloomteri che avrebbero richiesto giorni e settimane perché non potevano muoversi troppo velocemente con il bambino. E dovevano fuggire in Egitto, un viaggio di molti, molti giorni.

Ora lasciatemi parlare dell'Egitto per un minuto in questo punto della storia così che potete capire cosa stava accadendo. L'Egitto era un asilio naturale per gli ebrei, specialmente dal tempo della rivolta dei Maccabei. Ora lasciate che vi dia un po’ di contesto, ok? Velocemente non mi ci vorranno più di 30 secondi.

Tra l'Antico Testamento ed il Nuovo Testamento c'è stato un periodo di dominio in Israele in cui il governo greco era al controllo. Nel Nuovo Testamento troviamo Roma al governo, ma le potenze nell'Antico erano Babilonia e la Media-Persia. Quel piccolo intervallo nel mezzo era sotto il dominio dei Greci. E durante quel periodo greco ci fu una rivoluzione. Tale rivoluzione fu guidata da alcune persone conosciute coem i Maccabei, una famiglia ebraica. Furono loro a dare inizio alla rivoluzione. E dal tempo di quella rivoluzione Maccabea, in quello che viene chiamato: “periodo intertestamentario”, molti ebrei in quel tempo cominciarono a fuggire in Egitto.

Anche prima di quello - ora segnatevelo – ma anche prima di quello, Alessandro il Grande aveva stabilito il fatto che gli ebrei potessero vivere in Egitto. In effetti, in una città particolare dell'Egitto, che era la sua città preferita, avete sentito parlare della città di Alessandria? La chiamò così in onore di se stesso. E quindi, quando conquistò l'Egitto, fondò questa città, Alessandria, e permise agli ebrei di averla come luogo di rifugio. Potevano andarci. Potevano trasferirsi lì e potevano popolare la zona. E molti ebrei erano fuggiti.

In effetti, la maggior parte degli storici credono che la comunità di Qumran - la comunità di Qumran è la comunità che si trovava, era una sorta di gruppo ebraico ascetico, monastico, eremitico che viveva ai margini del Mar Morto. E loro erano gli scribi che trascrissero l'Antico Testamento che fu trovato e che ora viene chiamato: “i Rotoli del Mar Morto”, quello venne dalla comunità di Qumran.

E la maggior parte degli storici credono che la comunità di Qumran non sia mai arrivata, che fuggirono molto tempo prima e tornarono neanche fino a molto tempo dopo la morte d’Erode. Finché Erode stava regnando, c’erano sempre più ebrei in fuga verso l’Egitto. Iniziò tutto nel periodo dei Maccabei, e poi ci fu un gocciolio. E poi sotto Erode ci fu più di un gocciolio. E la maggior parte delle persone credeva che non fosse fino a circa il 31 o giù di lì, circa il 31 a.C. che la comunità di Qumran finalmente si ritirò e tornarono dopo la morte di Erode.

Quindi normalmente la gente in fuga andava direttamente a sud verso l'Egitto. Quindi si riempì, letteralmente, di residenti ebrei dal periodo dei Maccabei in poi. Ed avevano pari privilegi. In effetti, Alessandro il Grande disse: "Gli daremo gli stessi privilegi dei Macedoni", e lui era macedone.

Ed è anhe interessante, penso, così che potete ricordarvelo, che nel 150 a.C. - cioè 150 anni prima di Cristo - agli ebrei di fatto, ricevettero il loro tempio personale in Egitto, un un tempio separato gli fu costruito in Egitto così che poterono prosperare come comunità. E infatti, nel 40 d.C., che sarebbe poco dopo la morte di Cristo, Filone, lo storico disse che c’erano almeno 1 milione di ebrei in Egitto.

Quindi l'Egitto divenne piuttosto densamente popolato di ebrei, ed era un luogo di rifugio, un luogo di sicurezza e protezione dove non avrebbero dovuto temere nulla. E personalmente credo che i doni di oro, incenso e mirra fossero la provvista di Dio per far si che la piccola famiglia potesse vivere in Egitto, perché quelli erano molto preziosi, e senza dubbio avrebbero potuto venderli o scambiarli con cose che gli servivano per vivere, almeno fino a quando Giuseppe avrebbe potuto trovare un lavoro per i mesi in cui erano lì.

Ma il motivo principale per cui furono diretti lì non era perché era un bel posto dove vivere per gli ebrei, non perché potessero sfuggire all'oppressione di Erode. Il motivo principale per cui andarono lì era semplicemente perché era esattamente quello che l'Antico Testamento dice che il Messia doveva andare. Ora non sono sicuro che lo sapessero in quel momento, in effetti, sono abbastanza sicuro che non lo sapessero a causa dell'oscurità del testo dell'Antico Testamento, ma Dio lo sapeva e Dio stava realizzando il Suo piano.

Sapete, anni fa, quando ero solo un bambino, mi chiedevo perché mai avessero dovuto andare fino in Egitto. Perché Dio - sapete, leggevo di Gesù che passava in mezzo alla folla e non potevano toccarlo. E poi leggevo di Filippo, che si trovava a Gaza, e lo Spirito Santo lo sollevò in una sorta di, non so, astronave celestiale e lo spostò giù nel deserto. Era nel nord e lo portò giù nella zona desertica.

E spesso ho pensato tra me e me, "Ma perché Dio non fece quello? Perchè non prese quella piccola famiglia e li portò su nello spazio e li tenne lì, se necessario, come una sorta di elicottero divino, finché tutto non si fosse calmato e poi li avrebbe rimessi giù? Perchè li fece fare tutto quel viaggio?"

Ma penso che fosse semplicemente parte dell'umanità. Era semplicemente parte dell'identificazione con le vicissitudini della vita. Questo era un bambino come tutti gli altri bambini, dipendente dalla cura del padre e della madre. E dovevano prendersi cura di lui. Dovevano fare certe cose e dovevano camminare e portarlo così come qualsiasi altro bambino normale. E quello faceva parte del fatto che Dio divenne uomo, era l’esperienza umana che era necessaria in tutti i punti. E quindi penso che fecero solamente quello che fece ogni famiglia.

Ma Erode voleva ucciderli, e Erode era solo una pedina. Non era di fatto Erode. Era il diavolo. Era Satana, che è un omicida. Leggete Apocalisse 12 e troverete in Apocalisse 12 tutta la storia di com’è che il diavolo continua a voler uccidere Cristo. C’è un drago che insegue il bambino in Apocalisse 12 con l’obbiettivo d’ucciderlo.

E quindi furono inviati in Egitto, e notate la fine del versetto, "fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire»", Dio conosceva la mente di Erode. Dio conosceva il complotto di Erode. Non poteva essere un ipocrita con Dio. Non poteva ingannare Dio per niente. L'angelo disse, "Tornerò. E voi rimanete lì fino al mio ritorno e vi dirò di più”, quindi c'era la promessa che l'angelo sarebbe ritornato.

Ora, gente, è assolutamente incredibile quello che alcune persone con cervelli piccolini si son inventati su quello che successe in Egitto. Lasciatemi dire questo. L'unica cosa che sappiamo su ciò che è successo in Egitto si trova nel versetto 13, abbiamo molto? “fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico”, tutto lì, eppure, ci sono letteralmente volumi interi scritti su ciò che è successo in Egitto.

Infatti, c'è un libro chiamato “Il Vangelo dell'Infanzia del Nostro Signore” che discute la sua vita in Egitto, ed è un'opera spuria o falsa, come molti libri falsi che nacquero nei primi tempi. Ma lì dice che ovunque il piccolo bambino camminasse, gli idoli si sfasciavano automaticamente. Dice che Gesù, quando era ancora molto piccolo in Egitto, si imbatté in un sacerdote egiziano che aveva un bambino di tre anni posseduto da demoni, e Gesù prese un pezzo dei suoi pannolini - a quel tempo stava ancora gattonando - e mise il pannolino sulla testa di quel bambino di tre anni posseduto che fu istantaneamente liberato.

E dovunque Maria andasse – “l’agnello non era certo di seguirla...” e quella è un’altra menzogna... ma dovunque andava Maria chiunque la guardava veniva guarito. Ed ovunque andasse il bambino, i ladri fuggivano nel deserto. E tutte le malattie venivano meno ovunque andasse. Ora, questa è pura follia. Non sappiamo nulla di tutto ciò per certo.

Celso, citato da Origene, uno dei padri della chiesa primitiva, disse questo, citazione: "Gesù, essendo cresciuto come un bambino illegittimo ed avendo lavorato a pagamento in Egitto per poi venire a conoscenza di certi poteri miracolosi in Egitto, ritornò quindi nel suo paese e, mediante quei poteri, si proclamò dio", in altre parole, andò in Egitto per imparare la magia.

E sapete cos’è che dice il Talmud? Il Talmud Giudeo dice questo: "Dieci misure di stregoneria sono discese nel mondo. L'Egitto ne ricevette nove ed il resto del mondo una sola", ora, i rabbini ebrei nel Talmud credevano che l'Egitto fosse il centro della stregoneria. E molti ebrei insegnavano che Gesù andò in Egitto quando era giovane, imparò la stregoneria, uscì e ingannò il mondo facendogli credere di esser il Messia.

Ora, questo è un'insegnamento Giudeo sul conto di Gesù Cristo. E loro deducono tutto quello dagli spazi bianchi del versetto 13, andò in Egitto. Ebbene, tutto quello che sappiamo è che andò in Egitto... tutto lì, ma ci rimase e credetemi non imparò la stregoneria ed ingannò il mondo con la sua magia, andò in Egitto perché faceva parte della profezia.

Giuseppe obbedì all'angelo, versetto 14, “Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto", andarono. Nell'oscurità, dice, “di notte”, fuggirono. E sono sicuro che non lo dissero a nessuno perché se la notizia si fosse diffusa alla loro velocità che certamente erano lenti, i soldati d’Erode sarebbero stati sulle loro tracce a caldo e la cosa sarebbe stata disastrosa per cui son certo che se ne andarono di notte senza dire niente a nessuno. E a proposito, Matteo omette i dettagli perché non è interessato ai dettagli, ma alla profezia.

Ora guardate al versetto 15, “si ritirarono in Egitto, e Là rimase fino alla morte di Erode”, fermatevi qui. Rimaserò lì fino alla morte di Erode. E non credo sia passato molto tempo perchè egli morì poco prima della pasqua nel marzo o aprile del 4 a.C. Sarebbe stato solo un periodo breve, forse un paio di mesi, difficile essere sicuri, ma quella è una stima adeguata.Guardate al versetto 19, che riprende la storia di nuovo e dice, “Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto", quindi fu quando morì che l'angelo tornò e disse: "Ora va tutto bene, potete andare", quindi, qualche tempo dopo che se ne andarono, Erode morì e poi apparve l'angelo. Ma perché andarono in Egitto? Qual era la profezia?

Guardate alla fine del 15, tutto questo... non affinché potessero essere salvati, beh vedete, Dio avrebbe potuto fare il tutto come voleva. Vedete, Dio voleva verificare le credenziali del Messia. E quindi lo legò ad una profezia. E dice, "affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta”

Ascoltate, questa è una delle affermazioni più importanti che mai troverete nella Bibbia, perché vi dice che i profeti che scrissero le pagine della Parola di Dio erano ispirati da Dio stesso, “affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta: «Fuori d'Egitto chiamai mio figlio»"

In altre parole, il profeta dell'Antico Testamento stava dicendo che il Figlio, il re, l'Unto, il Mashiah, il Cristo doveva uscire dall'Egitto. Bene, ascoltate, com’è che il bambino potesse uscire sia da Betlemme che dall'Egitto se non fosse il fatto che Dio operasse delle circostanze meravigliose? Dio aveva preparato tutto molto tempo prima con Alessandro Magno. Dio aveva preparato l'Egitto per un soggiorno di un paio di mesi quando arrivò da bambino. Dio dirige la storia e tutto si unisce nel suo piano, “Dall'Egitto ho chiamato mio figlio." Da dov’è che viene quella? Da Osea capitolo 11 versetto 1. Osea capitolo 11 versetto 1.

Ora voglio che vediate qualcosa del contesto di quella profezia. Osea 11:1 dice, " «Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d'Egitto", ora notate qualcosa di molto interessante lì, a chi si riferisce in Osea 11:1? Chi è il figlio lì? Israele. Chi è il Figlio qui? Cristo. Come può essere? Alcune persone hanno detto, "Bene, ora aspetta un minuto. Quando la profezia fu data, fu data in riferimento a una dichiarazione storica su Israele, non è una profezia. È una cosa passata", quando Israele era un bambino, allora lo amai e lo chiamai fuori dall'Egitto."

Ed un qualsiasi studioso che ha studiato il Libro di Osea vi dirà semplicemente che Dio qui stava riflettendo sul momento in cui chiamò Israele fuori dalla schiavitù in Egitto. Ora qual è la profezia? Non è futura. Com’è che si collega a questa cosa qui? Bene, è di questo che vogliamo parlare, lasciate che vi dia il messaggio di Osea per un minuto.

È uno dei miei profeti preferiti e sono sicuro che sarebbe anche uno dei vostri se leggeste il suo messaggio con diligenza. Il messaggio di Osea è uno di fallimento, di decadenza, di tragedia in Israele. Osea guarda Israele e dice, "Sei stato disobbediente. Sei stato infedele. Hai peccato. Sei decaduto", infatti, dice, "Sei una prostituta spirituale, sei una prostituta spirituale. Sei un'adultera spirituale", gli disse, infatti, questa era la condizione peggiore in cui Israele si sia mai trovato, al tempo d’Osea.

Ora lui era lì che riversava contro Israele tutti questi giudizi, “Tu prostituta, tu adultera, tu prostituta, tu meretrice", è il termine, “Questo è chi sei, infedele a Dio che ti ha sposato, alla ricerca di falsi dei che sono i tuoi amanti", Osea illustra davvero, davvero in modo drammatico questo concetto con la sua stessa vita. Dio gli fece vivere una delle esperienze più tragiche che si possano immaginare. Si sposò con una donna. Il suo nome era Gomer, il che non è un buon inizio. Ma comunque, si sposarono e lei fu infedele e divenne quella che la Bibbia chiama una "moglie di prostituzione". Lei scappò con tutti gli amanti che desiderava. Andò dietro a così tanti amanti che sono sicuro Osea abbia perso il conto. Concepi figli da quegli amanti ed il cuore del caro Osea era così pieno d'amore verso di lei che aspettò e sopportò tutti quegli abusi, che gli spezzarono il cuore.

Era schiava del peccato sessuale, ma lui l’amò profondamente. Ed il caro vecchio Osea, invece di rifiutarla, invece di allontanarla, invece di andarsene, la trovò nella profondità della sua vergogna, la cercò, venne con lei e mise giù 15 pezzi d'argento e portò un omero e mezzo chilo d’orzo e pagò e disse: “Ecco, la ricompro”, e così fu. Riacquistò la meretrice, la ripristinò al ruolo di sua moglie, la ripristinò al posto d'onore e le restituì tutto l'amore che lei aveva disprezzato. Questa fu la sua esperienza personale.

E dice a Israele, dice: “Guardate. Quando vi parlo di com’è che il cuore di Dio è stato spezzato dalla vostra idolatria spirituale, so cosa prova Dio! Ci sono stato", stava dicendo quello. Così come Osea aveva sposato Gomer, Dio era diventato il marito d’Israele. Così come Osea la amò, Dio amò Israele. Così come Gomer era infedele a Osea, così Israele era infedele a Dio. Così come Gomer era schiavizzata dai suoi amanti, così Israele era schiavizzata dai suoi idoli idolatri. Gomer riponeva la sua fiducia negli amanti e questi la resero schiava. Israele ripose la sua fiducia negli idoli e questi la resero una schiava.

E così come il tenero amore di Osea si estese e riacquistò sua moglie, così il Signore si estese nell'amore e riprese il residuo che era disposto a tornare. Questo è il messaggio di Osea. Quindi, quando il cuore di Osea fu spezzato, quando vide l'idolo e l'ideale dei suoi sogni distrutti davanti ai suoi stessi occhi, quando aveva sofferto l'agonia peggiore che un essere umano avrebbe mai potuto conoscere, allora Dio disse: “Osea, ora sai come mi sento. Ora sii il mio predicatore. Ora racconta loro ciò che è nel mio cuore. Ora fagli capire!"

E questo addestramento tragico del profeta si trova al cuore del suo messaggio. E Dio vuole che Israele sappia quanto li ama, e Dio vuole che Osea sappia quanto lo ama. E Dio vuole che Osea sappia quanto ciò faccia male e quindi dice, nell’11:1, “Guarda, quando Israele era un bambino, allora lo amai" e quella storia d’amore verso la moglie adultera risale a quando Israele era un bambino. E fu lì che chiamai mio figlio fuori dall'Egitto. Questo non è qualcosa di recente. Questo non è avanti nel tempo. Questa non è sorta l'ultimo amante di una lunga serie. Questo è quello che ho iniziato ad amare quando Israele era un bambino.

In altre parole, questo passaggio sottolinea l’amore incredibile che Dio ha verso Israele ed ha sempre avuto, fin dal momento in cui Israele era solo un bambino in schiavitù in Egitto, tenuto sotto il potere del Faraone, e fu lì che Dio fissò il suo amore ed ha cercato di redimere il suo popolo. Deuteronomio 32 dice, "Perché la porzione del Signore è il suo popolo. Giacobbe è la parte della sua eredità", lo trovò in una terra deserta e lo tenne come la pupilla del suo occhio. In Esodo 4:22, Dio disse, "Israele è il figlio mio", Israele è il mio primogenito.

Ora andate a Matteo e vediamo un po’ la connessione. Quando Matteo cita Osea e lo applica a Cristo, cos’è che dice? Dice qui che si adempirà ciò che "è stato detto dal Signore tramite il profeta, “Dall'Egitto ho chiamato mio figlio", e qui, miei cari, vi viene presentato uno dei concetti più favolosi di tutta la Bibbia, lo chiamiamo "un tipo", Israele è un tipo di chi? Di Cristo.

Sapete cos'è un tipo? Un tipo è una predizione non verbale. È una predizione non verbale. Una profezia è una predizione verbale di un evento futuro. Un tipo è una predizione non verbale. Ci sono testi nell'Antico Testamento che ci dicono che Dio invierà un salvatore che morirà. Ci sono altri testi che non dicono quello, ci parlano del sacrificio di un agnello, ma ogni piccolo agnello che è morto era un'immagine di chi? Di Gesù Cristo. Un'immagine non verbale.

E ascoltatemi, le predizioni non verbali chiamate tipi nella Bibbia non sono meno potenti, meno efficaci e non meno dirette di una profezia verbale. Uno dei miei studi preferiti è quello dei “tipi”, mi ricordo di aver fatto una ricerca in seminario che mi ha arricchito molto, lessi parecchio in quell’argomento, perchè mi è affascinante, un grande libro di Patrick Fairbairn sui “tipi”, è stato dedicato un enorme sforzo in quel campo.

Ora, vi dirò cosa credo sui tipi, credo - sono un po' rigido su questo – ma credo che gli unici tipi legittimi, quelli veri tipi, siano quelli dichiarati nel Nuovo Testamento, ok? Altrimenti, potremmo fare un disastro con l'Antico Testamento. Sapete, ogni capello sulla testa di qualcuno potrebbe esser l'immagine di qualcos altro, senza alcun controllo possiamo diventare pazzi su questa cosa qui; quindi io credo che i tipi siano ultimamente – ora ascoltatemi – i tipi siano completamente adempiuti, solamente e solo dalla definizione degli scrittori del Nuovo Testamento.

Così che Israele è un tipo perché Matteo, ispirato dallo Spirito di Dio qui, fa di Israele un'immagine di Cristo. Quello che erano senza nemmeno dirlo è un'immagine di ciò che Egli sarà quando Dio chiamerà suo figlio, Israele, fuori dall’Egitto, quella è un’immagine di quello che farà, quando suo figlio, il Signore Gesù Cristo, sarà chiamato fuori dall'Egitto, vedete? Quello è un tipo biblico, una predizione non verbale.

E a proposito, Cristo ed Israele sono spesso strettamente identificati nella parola profetica. Per esempio, nel Libro d’Isaia, a volte è difficile capire se il servo sia Israele o il Messia perché chiama entrambi “servo del Signore”. Israele è il figlio di Dio ed il primogenito di Dio, e lo stesso vale per Cristo. Israele viene chiamato fuori dall'Egitto, e lo stesso vale per Cristo, un quadro bellissimo.

Giuseppe, vi ricordate? Anche lui era un tipo di Cristo, perché il Nuovo Testamento ce lo dice. Lo sapevate che anche Giona era un tipo di Cristo perché il Nuovo Testamento ce lo dice che così come Giona rimase per tre giorni e tre notti, così anche, cosa? Sarà per il Figlio dell'Uomo. Egli era un’illustrazione. Il Dr. Gaeblein dice: "La storia di Israele, a partire dall'Egitto, è stata una storia di peccato, di disobbedienza, d’apostasia e vergogna. Pertanto, doveva venire quello vero. Il vero servo del Signore nell'obbedienza, obbedienza fino alla morte, doveva vivere la storia del suo popolo", mi piace quello.

Gesù di fatto, vivette la storia del suo popolo per adempiere il tipo, l'immagine. E proprio come il Faraone, quel re crudele, venne con l’intento diistruggere Israele, così un altro re crudele di nome Erode tentò d’uccidere il Figlio di Dio. Proprio come Dio ha protetto suo figlio Israele in Egitto e li ha liberati, così Dio ha protetto Cristo suo Figlio in Egitto e lo ha liberato. Il Messia è una rievocazione dell'immagine d’Israele, un tipo. E credetemi, non sottovalutate mai la solidità e l'assolutezza dei tipi biblici. Quando lo scrittore del Nuovo Testamento dice che quella è un'immagine, è quello che era inteso cge fisse.

E penso che ci sia un senso in cui il tipo qui è anche più di un tipo. Perché c'è un senso in cui il legame è più stretto di quello. Israele non era solo un tipo di Cristo, era quasi un legame che era indivisibile in questo senso, vedete, Cristo era nelle viscere d’Israele già d’allora, e se Israele non fosse mai stato portato fuori dall'Egitto, lui non sarebbe mai nemmeno nato. Quindi lui era davvero lì, in un certo senso. Se Israele fosse stato distrutto, la profezia messianica non avrebbe mai potuto essere adempiuta. Quindi, quando Israele è stato chiamato fuori, Cristo ne venne fuori con loro, non è vero?

Quindi il messaggio di Osea era stato dimenticato da tempo. Il periodo della degenerazione continuò anche ai giorni di Gesù. I giorni di prostituzione e fornicazione d’Israele stavano ancora continuando; ma infine la profezia d’Osea tornò come un fulmine a ciel sereno, "Dall'Egitto ho chiamato mio figlio." Come un tempo, Dio amò Israele quando era un bambino e lo portò fuori dall'Egitto. Così ora il suo amore si concentra sul Messia e lo porta fuori dall'Egitto.

Infatti, miei cari, lasciate che vi dica qualcosa. Il grande prototipo della salvezza nell'Antico Testamento è l'atto di Dio nella liberazione d’Israele dall'Egitto, quello è il prototipo. Lasciatemi aggiungere una nota a piè di pagina, ed amo questo pensiero. Quando il Signore Gesù tornerà in giustizia per regnare sulla terra, quando tornerà come re dei re e Signore dei signori, avete mai notato cosa ci hanno detto i profeti? Segnatevi questi passaggi: Isaia 19, Sofonia 3; Isaia 19 e Sofonia 3. Sapete cosa ci dicono? Ascoltatemi, non cercateli adesso, ascoltate e basta; quando il Signore Gesù tornerà a regnare nella giustizia sulla terra, una delle nazioni che riceverà un posto speciale di benedizione nel regno millenario sarà l'Egitto.

Lo sapevate? E voi potreste chiedere: “L'Egitto? Oh, mamma. Intendi l'Egitto che li ha tenuti in schiavitù, che li ha oppressi, che li ha fatti fare mattoni senza paglia? Intendi l'Egitto corrotto, idolatra, falso?” E ultimamente abbiamo sentito parlare molto del faraone Tutankhamon e di tutte quelle storie sulla vita dopo la morte e le barche solari e robe del genere... e diciamo: “L'Egitto? Perché mai l'Egitto dovrebbe avere un posto nel millennio?"

Sono stati così ostili verso Israele. Potrebbe essere, potrebbe essere che la benedizione dell'Egitto nel millennio sia un segno di gratitudine divina per un paese che ha concesso un posto santuario al Figlio di Dio quando era un bambino? Forse.

E quindi, la nascita a Betlemme, l'esodo dall'Egitto. Preghiamo, Signore, mi sento nuovamente sopraffatto nel cuore per quanto meravigliosamente, con quanta cura hai pianificato la storia, ogni piccolo pezzo. La storia è davvero la sua storia. Hai stabilito i confini delle nazioni. Hai tracciato il corso di uomini, re e schiavi. Prendi l'ira degli uomini e la fai lodare te. Giri tutto al contrario. Grazie per il re che è venuto perché il profeta aveva detto che sarebbe venuto a Betlemme, e che è venuto perché il profeta aveva detto che sarebbe venuto in Egitto.

Grazie perché questo elimina i pretendenti e consolida il re legittimo. Grazie perché Gesù è colui che adempie almeno 332 profezie e che adempie più di ciò il profondo desiderio, il bisogno nel cuore di ogni uomo che viene con fede.

E Padre, non possiamo fare a meno di renderci conto, anche, che se lui è un re – e lo è – che i re richiedono adorazione, omaggio e obbedienza. E poiché è un re d'amore, tale obbedienza e omaggio è una gioia. Ascoltiamo Matteo. Lo ascoltiamo mentre innalza alto il vessillo del re e grida che lo incoroniamo, non importa cosa faccia il mondo.

Oh, ci sono sempre gli Erodi. Ci sono sempre i capi dei sacerdoti e gli scribi di ogni epoca, fuorviati. Alcuni odiano, alcuni sono indifferenti. Ma ci sono sempre i magi che vengono e adorano perché vedono che questo è il re. Grazie, Padre, per quanto chiaramente la tua parola ha dipinto il quadro in modo che non possiamo mai sbagliare. E come dice l'Antico Testamento, "Un viandante, anche se fosse uno stolto, non deve errare." Aiutaci a incoronarlo re nelle nostre vite. Preghiamo nel suo nome. Amen.

END

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