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Questa mattina, per la nostra lezione sulla Parola di Dio, arriviamo al 19° capitolo di Matteo. Prendete la vostra Bibbia, se volete, e guardiamo insieme a Matteo 19 dal versetto 1 al 12. In questa sezione particolare del Vangelo di Matteo, abbiamo l'insegnamento del Signore Gesù Cristo sul tema del divorzio. E ci son pochi altri argomenti tanto pertinenti per il nostro tempo. Ascoltate mentre leggo Matteo 19 dal versetto 1 al 12 per stabilire l'ambientazione per il nostro sguardo nella Parola di Dio.

"Quando Gesú ebbe finito questi discorsi, partí dalla Galilea e se ne andò nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano. Una grande folla lo seguí, e là Gesú guarí i loro malati. Dei farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova, dicendo: «È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»  Ed egli rispose loro: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?” Cosí non sono piú due, ma una sola carne;

quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi». Essi gli dissero: «Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?» Gesú disse loro: «Fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli; ma da principio non era cosí.  Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un'altra, commette adulterio».

I discepoli gli dissero: «Se tale è la situazione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie». Ma egli rispose loro: «Non tutti sono capaci di mettere in pratica questa parola, ma soltanto quelli ai quali è dato. Poiché vi sono degli eunuchi che sono tali dalla nascita; vi sono degli eunuchi, i quali sono stati fatti tali dagli uomini, e vi sono degli eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi da sé a motivo del regno dei cieli. Chi può capire, capisca»”.

Questo grande passo sarà oggetto di studio per le prossime due settimane, nel mentre vedremo il dispiegarsi dell'insegnamento del nostro Signore sul tema del divorzio. Recentemente, su Newsweek, un giornalista ha posto una domanda piuttosto semplice, seppur profonda, chiese: “C'è ancora qualcuno nella terra che non abbia sentito un amico, un figlio o un genitore descrivere l'agonia del divorzio?" E credo che la risposta a quella domanda sia no.

Il divorzio è diventato non solo epidemico, ma pandemico, al punto che tutti ne siamo toccati nella nostra famiglia o nella nostra cerchia di amici. L'anno scorso negli Stati Uniti ci sono stati più di un milione di divorzi e quest'anno ce ne saranno almeno un altro milione. E sotto le macerie di queste statistiche intorpidite si nascondono le vite schiacciate di uomini, donne e bambini. Infatti, se ci sono un milione di divorzi, ci sono per lo meno due milioni di coniugi e forse due o tre milioni di figli o più, e forse stiamo parlando di cinque o sei milioni di persone all'anno colpite dal divorzio. E questo continua anno dopo anno, dopo anno...

Il divorzio è un problema grave e sconcertante. 48 dei 50 Stati hanno leggi "senza colpa", che rendono il divorzio tanto facile quanto sposarsi, tranne che per il fatto che non è necessario farsi alcun esame del sangue. Ora, negli anni passati, le famiglie ed i matrimoni erano tenuti insieme. Questo è un fenomeno relativamente nuovo. Il tasso di divorzio in America è raddoppiato negli ultimi 20 anni e rischia di raddoppiare nei prossimi.

Ma negli anni passati, il matrimonio sembrava essere in grado di resistere, e credo che quello fu per almeno tre ragioni. Innanzitutto, c'era una forza morale famigliare. In altre parole, si aveva una famiglia e questa significava qualcosa. La mamma significava qualcosa, il papà significava qualcosa, il marito, la moglie, i figli, gli zii, le zie, i fratelli e le sorelle. In altre parole, la famiglia era davvero importante. La vita ruotava intorno alla famiglia. C'era amore, c'era cura, c'era speranza e c'era conforto. E tutte le cose che implicavano una certa sicurezza trovavano il loro posto nella famiglia. E poi, con l'invasione della televisione, con il fatto che tutti iniziarono a partire per andare a lavorare, con la mobilità della nostra società, con l'automobile e con tutto il resto, man mano che la famiglia iniziò a disintegrarsi, non c'era più quell'unità coesa che imponeva un certo sistema di valori morali suoi propri membri.

Giusto per darvi un’illustrazione di questo, ho un amico che presiedeva una chiesa molto grande, tra le 2000 e le 3000 persone, e disse che il 60% delle persone nella sua congregazione erano single, il 60%. Persone tagliate fuori dalle relazioni familiari normali.

E c'è un secondo fattore che teneva insieme il matrimonio l'aspettativa della comunità, una certa dose di tradizione comunitaria, una certa dose di pressione dei pari. Una persona divorziata era uno scandalo anche solo 25 anni fa... C'era una certa pressione, esercitata dall'aspettativa di una comunità che dava valore al matrimonio, e anche questo non c'è più.

La comunità di oggi ha abbandonato quella tradizione e, se ne è rimasta con alcuna, è molto spesso difficile da trovare. E poi c'era una terza, e forse la ragione più potente di tutte che teneva insieme il matrimonio, e quella era la dottrina della Chiesa. Ma anche quella è stata opportunamente abbandonata con il progredire dello scivolamento, ed ora, anche nella chiesa cristiana si assiste ad un'emarginazione delle affermazioni bibliche sul divorzio. Così che la chiesa si è spostata per acconsentire alle richieste del suo elettorato, che richiede sempre più concessioni.

E così facendo il divorzio diventa letteralmente una realtà sconcertante. La famiglia non è più in grado di tenere insieme un matrimonio, la comunità non è in grado di farlo, e sembra che persino la Chiesa sia disposta ad abbandonare il suo ruolo così come il resto, e mi interessa che tra le questioni legali principali del nostro Paese, quelle che arrivano nelle aule dei tribunali, il primo carico di cause appartiene al diritto di famiglia. È la lista più corposa dei tribunali civili degli Stati Uniti, e a volte i casi si trascinano per anni, e anni, e anni, e anni.

Ora, per ogni due matrimoni, c'è un divorzio. Dopo tutto penso che lo spirito di tutto si riduca ad un annuncio che ho visto sul Daily News non molto tempo fa. Era un qualcosa del genere, racchiuso in un piccolo riquadro, in un punto molto visibile del giornale che diceva questo: "Divorzio $25.00, Centro per il Divorzio della California, chiamate al..." e diede il numero, e poi diceva "scaricate quel tacchino!" Scaricate quel tacchino. Questo vi dice un po’ dove siamo.

Una nota signora della TV e del cinema che tutti conoscete, se sapete qualcosa di TV, sostiene di essere una cristiana nata di nuovo e rappresenta l'attitudine di molte persone nella chiesa di oggi che dice di aver divorziato dal marito per dedicarsi alla sua carriera perché è un peso e disse questo: “Sono più felice di quanto lo fossi prima del divorzio, perché sono indipendente che prende decisioni da sola", l'egoismo è una virtù così meravigliosa. Non crede, disse - ho aggiunto io quella parte lì, “non crede”, dice - lo sapevate non è vero?

Dice che non crede che il divorzio influisca in modo significativo sulle sue convinzioni religiose. Citando le sue parole: "Nella mia mente, Dio è un padre che perdona e mi ama nonostante il mio divorzio. Quindi spero di non essere giudicata, come cristiana, sulla base del mio divorzio. Io e Chuck siamo più felici di essere amici divorziati che nemici sposati", fine citazione... e tutto sembra così bello.

Ed oggi siamo costretti a riconoscere e ad affrontare il fatto, il fatto molto preoccupante, che il sacro vincolo del matrimonio viene spezzato a un ritmo incredibile. Ed anche la Chiesa non si è dimostrata immune a questo fenomeno, ma ha colto la prospettiva del mondo più di quanto avrebbe dovuto ed ha evirato la dottrina biblica.

E questo ci porta al nostro brano e al nostro argomento. Abbiamo due scelte: Possiamo o ascoltare l'opinione del mondo o alla Parola del Signore. Queste sono le uniche due scelte che abbiamo. O seguiamo il flusso di ciò che sta succedendo nella nostra società e ci arrendiamo all'intero sistema, oppure sosteniamo la Parola di Dio e diciamo: "Questo è quello che Dio richiede". E per quanto riguarda me stesso e la mia casa, noi ascolteremo alla parola del Signore.

Ora potreste dire: “Si, però anche quando dici questo, John, ti imbatti in un problema, perché sembra che ci sia un'enorme confusione su ciò che insegna la Bibbia. E si possono trovare anche quelli che sostengono di prendere la Bibbia seriamente che però son in grado d’insegnare quasi tutto sul divorzio". Beh, vediamo se posso aiutarvi a riflettere un po' su questo punto. Sono davvero stupito, voglio dire, sono stupito, francamente, che ci sia così tanta discrepanza. Perché non credo che la Bibbia sia così poco chiara. Penso che la Bibbia sia molto chiara su ciò che dice riguardo al divorzio e al secondo matrimonio. Più chiara non sarebbe possibile, dice la stessa cosa di quello che disse da quando fu scritta.

Io credo che il problema non è tanto che la Bibbia non è chiara, ma che il nostro pensiero sia confuso. E ciò che confonde il pensiero delle persone è che vanno alla Bibbia con certi preconcetti. Per esempio, ci sono persone che guardano al tasso di divorzio e dicono: "Dobbiamo fermare il divorzio!" E quindi, per fermare il divorzio, dobbiamo semplicemente inventarci una dottrina che dica: "Niente divorzio, in nessuna circostanza, per nessuno e per nessuna ragione” e quindi ci sono persone che la pensano così e quindi sostengono il fatto che non c'è nessun divorzio, per nessuno, per sempre, per nessun motivo, e assolutamente nessun risposarsi per nessun motivo.

E quella sembra una cosa molto buona. Infatti, vorrei poterci credere, perché finirebbe moltissimi problemi. Diremmo solo: "Ogni divorzio è sbagliato, punto, chiuso paragrafo". Quindi nessuno risposarsi e non dovremmo mai più fare consulenza con le persone, sarebbe molto bello se fosse così rigida la cosa. Ma non si può guardare al problema del mondo e dire che, per fermarlo siamo pronti a prendere e cambiare lo standard biblico, non funziona così.

D'altra parte però, ci sono persone che vedono il mondo e dicono: "Guardate che problema. Dobbiamo prestare il nostro ministero a queste persone. Dobbiamo prenderci cura di queste persone. Dobbiamo amarle. Dobbiamo accettare queste persone. Quindi siam pronti ad abbassare lo standard in modo da poter accogliere tutti senza esercitare alcuna pressione eccessiva sul loro conto e fondamentalmente vogliamo che siano tutti felici, e quindi gli diremo di risolvere la questione nel modo migliore possibile, perché tanto il Signore li perdonerà comunque".

E quindi, da una parte ci sono persone che vogliono alzare lo standard, dall'altra ci sono persone che vogliono abbassarlo, e quello che dobbiamo fare è tornare indietro e vedere quello che disse Gesù e quello dice Dio nelle pagine della Scrittura. E lo faremo nei versetti che vanno dall’1 al 12.

Cominciamo quindi dai primi due versetti, che fanno da cornice all'insegnamento del Signore. Versetto 1: " Quando Gesú ebbe finito questi discorsi, partí dalla Galilea e se ne andò nei territori della Giudea che sono oltre il Giordano. Una grande folla lo seguí, e là Gesú guarí i loro malati", ora questo è un passo molto importante e la maggior parte delle persone che studiano la Bibbia potrebbero passarlo un po’ inosservato ed arriverebbero alla parte più importante diciamo, dal versetto 3, con i farisei, le domande e tutto il resto.

Ma voglio che vi fermiate per un momento su quei primi due versetti, perché segnano una transizione molto, molto significativa nella vita del nostro Signore. Questi due versetti segnano la fine del ministero galileiano. È un momento monumentale nella vita del nostro Signore. Dal 4° capitolo di Matteo, intorno al 12° versetto, quando il Signore iniziò il ministero in Galilea, attraversò quella zona della Palestina ministrando, predicando, insegnando e guarendo ed è nella Galilea dei Gentili che è arrivata la luce, ma come sempre gli uomini amano - cosa? - le tenebre piuttosto che la luce, e finché la luce c'era, la massa della popolazione non è mai venuta veramente alla luce. Ed ora quella luce si è spenta, nel senso che quella parte del suo ministero è terminata.

E per circa due anni ha svolto il suo ministero in Galilea, e gli ultimi mesi dei quali, principalmente con i suoi discepoli, preparandoli a ciò che li attendeva, ma quello segnò la fine di quel ministero, ed il Signore si allontanò dalla Galilea del nord per andare a sud. E dove è diretto? È diretto a Gerusalemme e qui stiamo entrando nell'ultima fase della vita di nostro Signore, che iniziò a muoversi verso la croce, verso la sua passione e la sua risurrezione.

Quindi si tratta di un punto molto critico. E quella piccola affermazione "partì dalla Galilea", forse è il caso di sottolinearla, perché segna la fine del ministero galileiano. Il popolo aveva avuto la sua opportunità, aveva avuto il suo giorno di gloria, aveva ricevuto il suo momento di verità, ed ora per loro era finito. E quanto è triste, quanto è patetico che sia stato rifiutato e che persino nella sua stessa città abbiano cercato d’ucciderlo.

E dice anche: "Quando Gesú ebbe finito questi discorsi", e questa è una frase molto interessante. A cosa si riferisce? Beh, ovviamente ai discorsi del capitolo 18, quando Gesù aveva finito d’insegnare sulla somiglianza del credente ai bambini. Vi ricordate che il capitolo 18 era un discorso? Con "discorso" si riferisce "ad un sermone, ad una lezione, ad un'unità di insegnamento", e lo sapevate che man mano che si procede in Matteo, si trovano molti di questi “discorsi”, o sermoni, o lezioni tenute dal Signore.

Il capitolo 18 è stato un grande discorso sulla fanciullezza del credente. Era stato a Capernaum. Era stato in una casa. Aveva ricevuto sul suo grembo un piccolo bambino che lo usò come un’illustrazione per insegnare tutte le grandi verità che abbiamo appreso nel capitolo 18, ed ora, dice che "quando Gesù si trovò in casa per riposare, si mise a parlare con un bambino", e quando “ebbe finito di dire certe cose”, e quella piccola affermazione è di per sé molto interessante, perché compare più volte in Matteo, e compare anche alla conclusione di discorsi importanti. È quasi come la firma di un discorso importante.

Per esempio, il primo discorso principale di Matteo si trova nei capitoli 5, 6 e 7, noto come il sermone sul monte, giusto? Il sermone sul monte termina allo stesso modo. Nel capitolo 7 al versetto 28, "Gesù terminò questi discorsi", frase identica o molto simile a quell’altra. Arrivando al capitolo 10 c’è il prossimo grande discorso. Nel capitolo 10 c'è il discorso sul discepolato. Il capitolo 11 inizia nello stesso modo, "Gesù terminò quei discorsi". Arrivando al capitolo 13, c'è il grande discorso sulle parabole del regno che finisce allo stesso modo, capitolo 13:53, "quando ebbe terminato quei discorsi".

E lo si trova ancora proprio qui nel capitolo 19, nel fatto che guarda indietro al capitolo 18. Lo si trova anche nel capitolo 26, alla fine del discorso dell'Ulivo: "Gesù aveva terminato quei discorsi". Quindi si tratta di una firma molto importante usata da Matteo per indicarci che il Signore aveva appena concluso un grande discorso, una grande predica, una grande lezione di significato.

Quindi il Signore terminò quel discorso e poi dice che partì dalla Galilea e dove andò? Arrivò nella regione, o nell’area, o al confine della Giudea oltre il Giordano. Ora voi conoscete la terra della Palestina, non è vero? È suddivisa a metà dal fiume Giordano. Il che scorre dall'estremo nord fino al Lago di Chinnereth o al Mare di Galilea, e da lì discende fino al Mar Morto.

Ed il fiume Giordano è un punto molto importante al centro d’Israele. La Galilea è a nord e Giuda si trova al sud. La Galilea è una zona più rurale. Giuda è la zona più popolata, dove si trova Gerusalemme. Il Signore lascia la Galilea, ma invece di scendere direttamente a Giuda va verso est, attraversa il fiume Giordano, scende lungo il lato posteriore del Giordano sul lato orientale, e poi lo attraversa di nuovo dal sud presso Gerico e risale la montagna fino a Gerusalemme. Quello è il percorso che segue il che è di grande importanza, perché lo porta in una regione molto interessante. La zona che si trova al di là del Giordano era chiamata dagli ebrei "l'aldilà". La chiamavano così, "l'aldilà". Perché? Perché si trovava al di là del Giordano? Il termine è peran, e peran è il nome o il termine dal quale deriva il nome Perea, che significa "l’aldilà".

Quindi Gesù va in quella che è conosciuta come la zona di Perea, P-E-R-E-A. Quindi, dal ministero galileiano - segnatevelo - entriamo nel ministero di Perea, ed i capitoli 19 e 20 parlano del nostro Signore nella zona di Perea, la zona aldilà all’est del fiume Giordano. Negli anni passati non era una zona molto popolata, ma era diventata piuttosto popolosa ed, al tempo del nostro Signore, la popolazione era aumentata tantissimo. Ed era anche un territorio sotto il controllo - e questo è molto importante - di Erode Antipa. Era il suo territorio, e ricordate che lui fu colui che fece decapitare Giovanni il Battista.

Così il Signore, dopo aver svolto il suo ministero in Galilea, si dirige a est e oltre il Giordano per svolgere il suo ministero in Perea, a causa dei molti Giudei che vi avevano preso dimora. Inoltre, ogni ebreo che viaggiava da nord a sud andava da quella parte, perché se fosse andato direttamente verso il sud, avrebbe dovuto attraversare la terra dei Samaritani, e non volevano andare da quella parte perché pensavano che i Samaritani erano un popolo contaminato e anche piuttosto pericoloso quindi si dirigevano verso est e verso quella zona della Perea, il che significava che, in prossimità della Pasqua e della stagione delle feste, ci sarebbero stati molti pellegrini anche da quella parte. E così facendo il Signore avrebbe potuto servire gli abitanti della Perea ed i pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Perciò il Signore fece una cosa molto dettagliata nell’avvicinarsi a Gerusalemme da quella strada lì.

Quindi si dirige verso est e discende verso Gerusalemme dalla parte posteriore del Giordano, ora il versetto 2 dice: "Lo seguivano grandi folle", questo lo abbiamo riscontrato anche in Galilea, capitolo 4 versetto 25 dove dice che quando iniziò il suo ministero lì "lo seguirono grandi folle" e dice anche che lì “li guarì”, ora, queste guarigioni erano la manifestazione delle sue credenziali messianiche, mostravano il suo potere e la sua compassione.

Marco 10:1 è un passo parallelo, tra l'altro, ed in Marco 10:1 dice anche che "insegnava loro". Quindi è molto simile al ministero galileiano: La folla si raduna, lui insegna e li guarisce, dando loro la Parola di Dio e affermando la sua veridicità e se stesso come portavoce di Dio con la sua compassione e potenza miracolosa.

Quindi, pur andando verso la croce e la propria morte, continua a occuparsi dei bisogni delle persone, dell'insegnamento della verità di Dio e della comprensione del fatto che egli è, di fatto, il Messia. Quindi questo è un punto molto importante. Si lascia il ministero galileiano e si entra nel ministero Pereano del nostro Signore, che seguiva schemi molto simili. E nel ministero di Perea, come ho detto, ci troveremo nei capitoli 19 e 20.

Potreste anche notare da qualche parte nella vostra mente, o nel margine della vostra Bibbia, o nei vostri appunti che a partire dal capitolo 19 entriamo nella fase finale del Vangelo di Matteo. Da qui in poi, abbiamo la presentazione finale del re e il rifiuto finale da parte della nazione d’Israele. Ci muoviamo quindi nella sezione finale. Egli si presenta e alla fine viene rifiutato e crocifisso. Sebbene questo sembri essere il fulcro di questa fase finale di Matteo, tenete presente che nel frattempo Gesù continua ad insegnare ai suoi discepoli.

Quindi, c’è Gesù che si presenta in Giudea e a Gerusalemme, si avvia verso la sua passione, le folle sono lì, la gente è lì, il popolo è lì, ma in mezzo a tutto questo ci sono lezioni, e ancora lezioni, e ancora lezioni per i discepoli che devono portare avanti il ministero. È quindi un grande momento di transizione per il Signore.

Ora, nel mentre procede con la folla e le guarigioni, arriviamo al versetto 3 e questo ci porta dritti al nostro argomento, “Dei farisei gli si avvicinarono” – fermiamoci qui per un momento. I farisei si accanirono ai sui suoi passi. Non lo lasciavano mai in pace. Erano i suoi più acerrimi nemici. Covavano sempre delle trame sinistre per togliergli la vita e screditarlo. Li abbiamo trovati nel capitolo 3, li abbiamo trovati nel capitolo 5, li abbiamo trovati nel capitolo 9, nel capitolo 12, nel capitolo 15, nel capitolo 16, e ora li incontriamo di nuovo nel capitolo 19, e non abbiamo ancora finito con loro.

I farisei erano lo stabilimento religioso e venivano attaccati frontalmente in virtù delle verità che Gesù stava predicando. Lo odiavano, lo disprezzavano, volevano fare tutto quello che potevano per screditarlo ed eliminarlo. Così, arrivando al versetto 3, incontriamo i farisei ed arriviamo al primo punto del nostro schema di studio di questo brano, e questo lo chiameremo "l'attacco", l'attacco, versetto 3.

"I farisei vennero da lui"... e dice "per metterlo alla prova". Ovviamente, volevano che non superasse la prova. Volevano portarlo ad una prova che non avrebbe potuto superare. In mente avevano due cose, ed è molto importante che comprendiate questa cosa qui: Volevano screditarlo presso il popolo, in modo che perdesse popolarità. In secondo luogo, volevano distruggerlo. Volevano che diventasse impopolare, prima di tutto, e poi che morisse, quello era il loro obiettivo.

E così facendo avevano escogitato questa prova, ora questa non è una domanda stravagante, non era un qualcosa che un fariseo di turno Non si tratta di qualcosa che gli era venuta in mente al fariseo di turno così su due piedi, no si tratta di una domanda calcolata, studiata e ponderata. E vennero a metterlo alla prova, a screditarlo e a provocare la sua distruzione e chiesero questo, versetto 3, "È lecito", in considerazione alla legge divina", è lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»”, quella è la domanda.

Ora, in superficie sembra una domanda piuttosto innocente, ma loro ci avevano pensato su per bene, è una domanda intelligente, una domanda astuta, una domanda sinistra, una domanda provocatrice che aveva come obbiettivo quello d’attaccare Gesù Cristo, prima di tutto per screditarlo; ed in secondo luogo per distruggerlo. Ora lasciate che vi spieghi il perché:

Prima di tutto, lasciate che vi dica come intendevano screditarlo. Il divorzio era una questione spinosa tra gli ebrei. Era una situazione molto, molto importante. Tutti ne erano a conoscenza e il divorzio era molto, molto comune. Le donne erano trattate come se non avessero alcun diritto. E i farisei erano leader in questo, non solo per ciò che insegnavano, ma anche per l'esempio della loro vita. Divorziavano continuamente e costantemente, e quindi insegnavano anche che si poteva divorziare per qualsiasi motivo. Quella era fondamentalmente la loro dottrina, era ciò che credevano, per lo meno, la maggior parte di loro; Forse c'erano alcuni che si mantenevano sulla linea più dura, ma la maggior parte, il consenso generale, e tra l'altro, la dottrina più popolare era che ci si poteva divorziare dalla propria moglie per qualsiasi motivo ed era una dottrina particolarmente popolare tra le persone che volevano divorziare. Si rivolge al livello più basso. Accontenta i peccatori al livello del loro peccato.

Ora, ricordate che c'era stata una faida rabbinica, perché c'era un rabbino di nome Shammai che diceva che non ci doveva esser alcun divorzio e per quello non ebbe un grande seguito perché quella non era un'opinione popolare. C'era un altro rabbino che si chiamava Hillel e Hillel, tra l'altro, morì proprio 20 anni prima del ministero di Cristo, e quindi la sua influenza era ancora presente, ed il suo punto di vista era il punto di vista popolare dominante, e lui diceva che si poteva divorziare dalla propria moglie per qualsiasi motivo.

Anzi, diceva che si poteva divorziare dalla propria moglie per averti bruciato il toast. Si può divorziare per una cena bruciata; si può divorziare dalla propria moglie se lei mette un po’ troppo sale sul tuo cibo; si può divorziare dalla propria moglie se, nel mentre si gira per strada qualcuno le vede le ginocchia. Potresti divorziarla se si abbassa i capelli, se parla con altri uomini. Potresti divorziarla se dicesse qualcosa di poco carino su sua suocera. Potresti anche divorziare se trovi una donna più bella, perché allora diventerebbe impura ai tuoi occhi, perché non è così bella come quell’altra che hai visto.

La si poteva divorziare per qualsiasi cosa. La si poteva divorziare se era sterile. La si poteva divorziare se non ti poteva dar un figlio maschio. E quindi vedete, questa è diventata la posizione popolare, “Scarica quel tacchino”, quella era l'opinione popolare. Se vuoi scaricare tua moglie, scaricala. Questo era il punto di vista dei farisei.

Ora, credo che i farisei sapessero che Gesù non insegnava quello, e lo sapevano perché gliel’aveva già in precedenza, in un confronto che ebbero, nel capitolo 5 di Matteo, disse loro: "Voi dite di non commettere adulterio. Io però vi dico che siete la peggior specie di adulteri perchè proliferate l'adulterio dappertutto", disse in Matteo 5:31-32, perché vi divorziate senza alcun motivo. E quando ci si divorzia senza motivo, si provoca adulterio ovunque, perché la persona divorziata che si risposa è un adultero e rende adultero colui che la sposa, e voi diventate tali anche quando sposate qualcuno in questo senso e quindi non fate altro che, con i vostri divorzi insensati, commettere adulterio un po’ ovunque.

Sapevano quindi che Gesù aveva una linea più dura. Sapevano che aveva una posizione dura sul divorzio e che non era una dottrina popolare. L'aveva già insegnata in precedenza, ed è anche riportata in Matteo 5, come ho già detto, ed anche in Luca 16 versetti 17 e 18. E deve essersi diffuso a macchia d'olio il suo punto di vista sul divorzio, visto l'alto interesse per quell’argomento particolare.

Quindi, credo che la loro speranza era che Gesù se ne sarebbe uscito con una qualche dichiarazione esplicita e forte sul divorzio, allontanando ed intimidendo così tutte le persone che non volevano veramente acconsentire alla cosa, perché magari erano già stati divorziati e di fatto, lui gli avrebbe detto: "Siete un branco di adulteri fornicatori". E speravano di poterlo intrappolare in un punto di vista così ristretto, rigido e assoluto così che la sua popolarità sarebbe stata devastata tra la gente. Volevano mostrare che Gesù era intollerante, e lo volevano anche presentare come uno che non era impegnato ai grandi insegnamenti dei rabbini e dei farisei. E speravano di poterlo screditare costringendolo in un angolo come una sorta di legalista duro e severo contro la posizione popolare.

E se Gesù avesse semplicemente risposto: "Vi dico che è esattamente così! Non potete divorziarvi e basta; e se vi divorziate per qualsiasi altra causa che non sia la fornicazione", come dice nel versetto 9, "commettete adulterio, e tutti coloro che vi sono coinvolti faranno lo stesso", e questo è ciò che vogliono che lui spiattelli, sperando che la gente se ne vada, perché non vogliono accettare questo tipo di dottrina, e come gruppo di peccatori vogliono sempre vivere al livello più basso, e lo rifiuteranno, sperano.

Ma soprattutto, non sono solo interessati a screditare Gesù, ma anche a distruggerlo. Lo vogliono morto. Anche se nessuno crede a quello che disse, egli era comunque un peso per loro a causa del suo confronto intimidatorio con i loro errori della vita e della dottrina. Quindi lo volevano distruggere. E potremmo chiederci: "Ma com’è che questo può causare la sua distruzione?" Ve lo dico io come:

Non sappiamo molto di Perea, ma sappiamo un paio di cose. Sappiamo che c'era una città chiamata Betania, al di là del Giordano, di cui se ne parla anche nel Nuovo Testamento. Sappiamo anche che lì c'era una fortezza, un palazzo chiamato Macheronte, e Macheronte aveva una prigione, ed Erode Antipa aveva un posto lì, una cosa come una casa estiva, ed aveva anche una prigione dove teneva i prigionieri. Uno dei prigionieri che teneva lì era un uomo molto famoso di nome Giovanni il Battista; e Giovanni il Battista era un prigioniero e veniva tenuto nel palazzo di Macheronte, nella zona di Perea. Voi potreste chiedere: "È importante?" Certo che lo è, lasciate che vi mostri il perché, tornate al capitolo 14 di Matteo e vi ricorderete di questo, son certo che lo ricorderete non appena lo vedremo, ma è molto interessante.

Il versetto 3 dice: "Erode” - Erode Antipa, che governava su quella regione – “fatto arrestare Giovanni”, “lo aveva incatenato”, perché? “lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello”. Ora questa è un’affermazione molto importante. Sapete chi era Erodiada? Erodiada era la moglie di Erode Antipa. Voi potreste chiedere: "Beh, ma perché la Bibbia dice: 'moglie di suo fratello Filippo'?" Perché era la moglie di suo fratello Filippo prima che la seducesse e gliela rubasse. Ma Dio, nella sua Parola, non riconosce le unioni adulterine e le chiama matrimonio, mi capite?

Quando nella Bibbia ci viene detto che Erodiada era la moglie di suo fratello Filippo, vuol dire che agli occhi di Dio le cose stavano ancora così. Erode Antipa aveva sedotto la moglie di suo fratello, gliel'aveva portata via e poi l'aveva sposata. Non solo era la moglie di suo fratello, ma era anche sua consanguinea, quindi non era solo adulterio, ma anche incesto. Quindi qui c’era un'unione incestuosa e adultera, che la Parola di Dio non riconosce e quindi dice chi è? Ella è la moglie di suo fratello Filippo. Non riconosce l'unione adultera con Erode.

Voi potreste dire: "Ma cosa c'entra tutto questo con Gesù che parla di divorzio?" Guardate al versetto successivo. "perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla»", volete sapere perché Giovanni fu messo in prigione? È stato messo in prigione perché parlò della legge di Dio sul divorzio, vedete? Ed è per quello che fu imprigionato ed eventualmente gli fu tagliata la testa, perché aveva affrontato quell'uomo malvagio e la sua compagna di adulterio malvagia, Erodiada e gli aveva presentato il fatto che non era lecito fare ciò che fecero davanti a Dio, e così gli tagliarono la testa.

Ora, se a Giovanni il Battista gli è costato la vita credere a quello ed aver il coraggio d’affrontare Erode al riguardo, forse se Gesù si fosse presentato con la stessa posizione, anche a lui gli avrebbero tagliato via la testa, capite il punto? E quindi io credo che stiano portando Gesù allo stesso punto in cui sarebbe stato costretto a dichiarare pubblicamente che il monarca regnante della zona era un adultero fornicatore, e facendo così avrebbero messo la sua vita a repentaglio. Quindi questa non era una domanda a caso, capite? Volevano screditarlo di fronte al popolo e volevano distruggerlo. Un attacco sinistro.

Ma voglio che notiate la sua risposta, perché ci lascia, ci lascia sbalorditi. È così profonda ed astuta, ed egli li elude così meravigliosamente. Per lui è un gioco da ragazzi, è Dio, però per noi è una risposta da genio assoluto. E questa è la risposta: l'attacco al versetto 3; e la risposta nei versetti dal 4 al 6, “«Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina[a] e che disse: “Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne?”  Cosí non sono piú due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi»".

Gesù non rispose immediatamente alla loro domanda dal suo punto di vista, andò ben oltre, oltre loro stessi, oltre le loro usanze, oltre i rabbini, oltre le tradizioni, e si spinse fino a Dio! E dice: “Lasciatemi citare Dio stesso", e mamma quello si che mette le cose in prospettiva, "Il vostro problema”, sta dicendo, “non è con me... la Parola di Dio è il fondamento di questa questione. La Parola di Dio è la linea di fondo. Torniamo alla Parola di Dio", e poi amo l’inizio perché dice – è così sarcastica la cosa. Loro passavano tutto il loro tempo a leggere la Bibbia, ad interpretarla, e con sarcasmo gli dice: "Non avete letto?".

Sapeva che l’avevano letta, e poi cita Genesi 1:27, Genesi 2:24, "Non avete letto", dice. E sottolinea la loro ignoranza totale. È uno schiaffo al loro orgoglio religioso, alla loro vantata conoscenza della legge, e invece di affermarlo, li incrimina per la loro ignoranza. Voi che siete così intelligenti, voi che pretendete di essere coloro che possiedono e mantengono la legge, ed interpretano la legge, non avete letto? Cioè, nemmeno l’inizio? E poi continua a citare Dio dalla Genesi, e dà - e qui c'è la parte principale di quello che vedremo sta mattina – gli da quattro ragioni per le quali non è lecito divorziare per alcuna causa, "iniziamo da Dio”, dice, “Lasciamo che sia Dio a parlare".

Quattro ragioni per le quali non è lecito divorziare. Ragione numero uno. Un uomo è stato creato per una sola donna. Avete capito? Un uomo è stato creato per una sola donna. Guardate al versetto 4 e cita Genesi 1:27, “«Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina?" Egli disse: "Non avete letto della creazione? Gente? Non lo sapevate? Non siete arrivati a quel testo? Vi ricordate cosa dice? Che ‘li fece maschio e femmina’.

E tra l'altro loro sono in posizione enfatica nel testo. L'accento è posto sul maschio e sulla femmina. Vedete, quando Dio creò, creò Adamo e creò Eva, tutto lì. Capite? Adamo ed Eva, tutto lì. Non c’erano risparmi... non creò Adamo, Eva ed Ethel, giusto per sicurezza. Non creò Adamo ed Eva ed Albert, giusto per... Non creò otto persone, nove, sette, tredici, per dire: "Ascoltate, provateci e vedete un po’ come andrà e se non funziona, provate con qualcun altro", no, quando Dio creò, creò Adamo ed Eva, punto. Non c'erano alternative. Non c'erano opzioni. Non c'erano alternative. E quella era l'intenzione divina fin dal principio: Un uomo, una donna, un piano divino, nessun’altra opzione.

Non ebbe alcuna provvisione per la poligamia. Non ha previsto il divorzio creando persone di riserva. Sembra un punto piuttosto ovvio. Non c'era nessun altro. Vedete, il divorzio per Adamo ed Eva non era consigliabile, capite? Nel giardino ci si poteva sentire molto soli. Non c'era opzione. Se avessero divorziato, amici miei, la Genesi sarebbe finita al capitolo 1, e così tutto il resto. Non c'era alcuna opzione, e questo è il punto centrale di ciò che sta dicendo.

Quando li creò, li fece maschio e femmina, e quello è tutto. Non un maschio e due femmine, non quattro persone che potessero trovare la soluzione migliore. Molto elementare. Quindi, nel caso di Adamo ed Eva, il divorzio non era solo sbagliato, ma sconsigliabile. Non solo quello ma era impossibile. Era assolutamente impossibile. Non c'erano alternative. Non c'era nessun posto dove andare, nessun altro con cui parlare, niente. Questo è il modo in cui Dio intese le cose, nulla! Se non è loro due, non è niente. Questa è la creazione di Dio, un'unione non opzionale ed indissolubile. Mi capite? Un uomo, una donna, creati così.

E quando Dio lo fece, stabilì per tutta la storia umana come deve essere. Un uomo, una donna, nessuna opzione, indissolubile. E il fatto che con il passare del tempo siano arrivati dei ricambi quello non ha cambiato l'intenzione originale di Dio, non è vero? Non l'ha cambiata affatto. E Dio non ha mai voluto che due persone si sposassero e si mettessero a curiosare per vedere se qualcuno gli potrebbe piacere di più. Quella non è l'alternativa che Dio ha mai inteso, e questo è ovvio in virtù della sua creazione.

La seconda ragione per cui il divorzio non è permesso per alcun motivo è un forte legame. Il primo è che l’uomo è stato creato per una donna. Il secondo è un forte legame. Quando Dio ha unito l'uomo e la donna, li ha uniti veramente, dice nel versetto 5: "Perciò”... ovvero, per questa unione tra maschio e femmina - l'uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie".

Ora, l'uomo “lascia”, rompe la relazione domestica e si unisce a sua moglie. Questo è Genesi 2:24, ora stiamo passando da 1:27 a 2:24, ancora nella rivelazione primitiva della Scrittura prima della caduta dell'uomo, nell’ordine meraviglioso divino. Lo scopo ed il piano perfetto di Dio, e che essi lasciassero i loro genitori e si unissero.

E la parola "unirsi" è quella che vogliamo notare. Significa fondamentalmente "avere un legame che non può essere spezzato", è una parola che si usa per indicare la colla. Significa "essere incollati". E voi potreste dire: “Beh, io mi trovo in quel contesto biblico è da 25 anni che son bloccato, incastrato con questo qui”... Beh, scusami ma è proprio questo il significato. È un esser bloccati felicemente non tristemente, però quella è l’idea, ma qualsiasi sia il sentimento, siete bloccati, siete uniti, l'idea della colla. In effetti, c'è una traduzione, non ricordo quale, che stavo leggendo, che usa la parola "colla" in Genesi 2 per riferirsi a questo concetto qui: "Un uomo dovrebbe essere incollato a sua moglie".

C'è anche, insito nel termine, c’è anche un altro pensiero, che la porta un po' più al cuore della questione, ed è un termine che è spesso usato in riferimento all’inseguire con forza qualcosa. E quindi l’idea è quella di due persone che sono incollate l'una all'altra, e lo sono perché si inseguono con impegno. Quindi si tratta di due cuori che diligentemente sono totalmente dedicati a perseguirsi nell'amore, incollati insieme in un legame indissolubile. Incollati nella mente, incollati nella volontà, incollati nello spirito, incollati nell’emozioni.

E c'è un residuo bellissimo, credo, di questa intenzione della creazione originale di Dio che si ritrova nella lingua ebraica, perché loro hanno un termine per il matrimonio, e la parola è kiddushin, ed è una parola molto bella. Kiddushin significa fondamentalmente "consacrazione" o "santificazione". "Consacrare" significa "riservare qualcosa a Dio". Santificare significa la stessa cosa, "mettere a parte qualcosa per Dio". Parliamo di essere consacrati a Dio o santificati, messi da parte per Dio, resi santi, ovvero, qualcosa che appartiene solo a Dio.

E quando un ebreo diceva che qualcosa era kiddushin, intendeva dire che erano possedimento personale di Dio. Qualsiasi cosa totalmente consegnata a Dio era kiddushin, e quella è la loro parola per il matrimonio. Quindi il matrimonio è la consacrazione di due persone l'una all'altra. È una consacrazione che dice: "Sono totalmente separato, a parte di tutto, solamente per te. Sono totalmente consacrato e devoto a te” è quell'unione, quindi, di due persone che si dedicano completamente l’una all'altra, che diventano possedimento personale l’una dell’altra.

Ecco perché 1 Corinzi 7 dice che tu non appartieni a te stesso, ma al tuo coniuge ed il tuo coniuge appartiene a te. È uno scambio. È un abbandono totale e completo personale verso il mio partner. Quello è il kiddushin. E vedo anche insita nella parola ebraica l'idea che il matrimonio non è solo un mettersi a parte l'uno per l’altro e un consacrarsi a vicenda, ma è anche un mettersi a parte ed un consacrarsi a Dio e quella è la prospettiva più pura del matrimonio.

Quindi quando parlano del matrimonio in ebraico, stanno parlando di un impegno totale, di una consacrazione totale, di un mettersi a parte completamente, di una santificazione totale, nella quale una persona diventa possedimento totale ed esclusivo dell'altra, proprio come un sacrificio portato da un ebreo sull'altare era un kiddushin per Dio. Così io mi offro assolutamente e totalmente, completamente abbandonato al mio partner. Questa è l'essenza del matrimonio, un'unione indissolubile senza possibilità di scelta. Un legame forte, che si persegue l'un l'altro, un maschio e una femmina.

C'è una terza ragione per la quale il matrimonio non si dovrebbe infrangere, e quello è per il concetto di “sola carne”. Un uomo, una donna, un legame forte e, terzo, una sola carne. Lo dice alla fine del versetto 5: " i due saranno una sola carne ". Il senso della seconda affermazione, "non sono più due. Cosí non sono piú due, ma una sola carne ", è questo. Non si può dividere l'uno. Uno è il numero indivisibile. Non sono più due, quindi non si possono più separare. Sono diventati uno, e l'uno è indivisibile. Non si può avere una persona a metà. Una persona a metà non è una persona. Sono diventati una persona sola nell'unione del matrimonio. È un numero indivisibile.

Ora voi potreste chiedere: "Che cosa significa questa persona unica?". Penso che sia una percezione divina. Quando queste due persone si uniscono, nella prospettiva di Dio diventano letteralmente una sola persona, una sola persona. Si abbandonano l'una all'altra. Diventano il possedimento totale l'uno dell'altro. Sono una cosa sola nella mente, nello spirito, negli obiettivi, nella direzione, nell'emozione, nel sentimento e nella volontà, e quell’unicità in fine si vede più chiaramente nel figlio che di loro volta generano, che è l'emblema perfetto della loro unione. Perché quel bambino porta con sé tutto ciò che sono in una sola persona e così facendo diventa l'emblema o il simbolo o la rappresentazione della loro unione.

Uno è un numero indivisibile. Non si può parlare di rompere due persone in un matrimonio. Quando si rompe un matrimonio, si taglia una persona a metà e cosa si ha? Due metà, ovvero, nulla... giusto per seguire la stessa metafora.

E poi, infine, la quarta ragione, che per me è il colpo di grazia, questa è la più forte di tutte le ragioni bibliche per le quali il divorzio non rientra nel desiderio di Dio, la fine del versetto 6, "quello dunque che Dio ha unito, l'uomo non lo separi»". Ora, la parola "separare" che usiamo così spesso è chōrizō, che significa divorzio. È usata in questo modo in 1 Corinzi 7:11, la stessa parola, significa "divorzio". Ciò che Dio mette insieme, non divorziate.

E, sapete, questo versetto è stato così abusato, l’ho letto numerose volte in libri, dove c’è chi dice: "Ecco, questa è la soluzione che stavamo cercando, gente, perché Dio non ha messo insieme il nostro matrimonio, così che noi possiamo divorziare". Vorrei potervi dire quante volte ho sentito dire questa frase e l'ho letta su carta stampata, "Beh, Dio non ha messo insieme il nostro matrimonio, quindi, possiamo divorziare".

Quella è una cosa così stupida, così anti-biblica, è una cosa che viola l’intento del passo in tutto e per tutto. Voi potreste chiedere: "Cosa intendi dire?" Non sta parlando di com’è che ci vediamo l'un l'altro, questa è la prospettiva di Dio sulla verità del matrimonio. E Dio ha detto: "Io creo i matrimoni ed è meglio che voi non proviate a distruggerli”, e non sta parlando necessariamente di matrimoni cristiani o non cristiani. Sta dicendo: "Io faccio i matrimoni. Io metto insieme due persone in un'unione". È un'istituzione ordinata da Dio. È Dio che ha fatto sì che l’uomo e la donna si completino a vicenda, in modo che si uniscano con la capacità di godere l'uno dell'altra, di appagarsi l'uno dall'altra, di essere forza per le reciproche debolezze, di produrre figli, di procreare il mondo. Credo che sia un miracolo di Dio che ogni unione esista.

Ogni volta che una coppia si riunisce e sperimenta la gioia della compagnia, o la gioia dell'amicizia, o la gioia del sesso, o quello che sia, stanno sperimentando il miracolo di Dio. Il miracolo che un uomo ami così tanto la donna e la donna ami così tanto l'uomo da potersi abbandonare l'uno all'altra nella pienezza di una relazione significativa, quello è un atto di Dio.

Ed anche le persone non credenti possono godere della gioia, dell'emozione e del significato di un'unione d'amore. Questo lo sappiamo. Ogni matrimonio lo è, non si tratta mica di stabilire se ci si è sposati o meno secondo la "volontà di Dio". Non è quello che sta dicendo qui. Sta semplicemente definendo che all'inizio Dio disse: "Io faccio i matrimoni", e quando ci si divorzia come pagani si sta distruggendo qualcosa che Dio ha messo insieme, proprio come se lo farebbe un cristiano.

Si potrebbe fare anche un paragone. È come la nascita di un bambino. Io credo che ogni bambino che nasce nel mondo sia una creatura di Dio, e voi? Ci credete? Dio ha creato tutti. Non importa se i genitori siano entrambi non credenti. Non importa se siano dei pagani nel mezzo di qualche tribù in Africa che non hanno alcuna idea di Dio. Quel bambino è un miracolo di Dio, e lo stesso vale per il matrimonio. Il matrimonio che produce quel bambino è un atto di Dio, con il quale due persone complementari si uniscono per godere della pienezza della vita umana ed è altrettanto un atto di Dio.

Ed è per questo che affermo: L'aborto è per la nascita di un bambino quello che il divorzio è per il matrimonio. Così come l'aborto uccide la creazione di Dio, così lo fa anche il divorzio, e questo è esattamente il significato di quel versetto, "quello che Dio ha congiunto, è meglio che nessun uomo lo separi”, è meglio che non vi azzardiate a rombere un matrimonio, amici miei, il vostro o quello di qualcun altro, è meglio che non lo facciate, perché state manomettendo l'opera del Dio onnipotente, che crea il matrimonio.

E quindi dicono a Gesù: "È lecito che un uomo si divorzi per alcuna ragione?" E lui dice: “Ascoltate quello che ha detto Dio. Dio ha detto questo: Un uomo, una donna e nessun’altra opzione. Quello che Dio disse è un “legame forte”. Quello che Dio disse è “una sola carne”, numero indivisibile; quello che Dio disse: “Io faccio i matrimoni e se voi li distruggete, distruggete quello che ho creato e vi trovate in una posizione molto, molto seria”.

Quindi, la prossima volta che andate a divertirvi con la moglie di qualcun altro, ricordatevi che se distruggete un matrimonio avete distrutto qualcosa che Dio ha fatto. E non dite alcuna sciocchezza del tipo che il Signore vi ha portato a quello... oh come odio sentire certe cose. Il Signore ci ha fatto uscire dai nostri matrimoni e ci ha portato insieme. Non fu il Signore, state violando quello che fece il Signore con le vostre azioni.

Quindi, quello che Gesù sta facendo qui, è che sta riportando il tutto indietro al principio ed invece di perdere credibilità con le persone, li porta a sé, non è vero? Perché ripete solo quello che Dio ha detto nella Bibbia e li fa sembrare stupidi dicendo: "Non avete letto?". Ed io vi dico lo stesso: prima di pensare al divorzio, mentre vi sedete e cercate di giudicare se è giusto o sbagliato, “avete letto?” È abbastanza chiara la cosa. Quella è la sua risposta, ma non è tutto. Riprenderemo da lì la prossima volta. Inchiniamoci insieme in preghiera.

Padre nostro, sappiamo che il mondo ci schiaccia così facilmente sulle sue opinioni, ci fa conformare ai suoi schemi, ci intimidisce facendoci credere alle sue teorie, ci sovrasta con un mare di bugie. Ma, Signore, aiutaci a rimanere fedeli alla tua Parola, al fatto che hai ordinato il matrimonio per due persone per tutta la vita, senza alcun’altra opzione, per perseguire con forza l'uno l'altro, per mantenere quel forte legame, una sola carne, affinché possano avere l'emozione e la gioia di tenere insieme ciò che Dio ha fatto. Invece di distruggere l'opera di Dio, di dedicarsi al suo compimento. Benedici ogni matrimonio qui presente. E Padre, ogni persona che proviene da un matrimonio infranto, ricuci le loro ferite, dona loro un cuore di ravvedimento ed il desiderio, da questo momento in poi, di camminare nella tua volontà. Grazie perché tu ci ristabilisci.

Padre, aiutaci a tenere alto lo standard della tua verità e ad applicarlo al nostro mondo incasinato. E a non abbassare mai lo standard, né a cambiarlo, ma a lasciarlo proprio lì, dove l'hai messo tu. Dacci la grazia di essergli obbedienti e la forza di proclamarlo. E preghiamo che dalla nostra obbedienza a te, tu possa essere glorificato.

FINE

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