
Stamattina apriamo di nuovo le nostre Bibbie al capitolo 19 di Matteo per continuare a vedere l’insegnamento di Gesù sul tema del divorzio. Ed io avevo pensato di fare una pausa questa domenica, ma il mio cuore mi ha spinto a continuare, perché quello che era iniziato come un sermone si è trasformato in una serie di sei parti e voglio davvero portarla a termine, e quindi continueremo a riflettere sull’insegnamento del Signore in materia. Sapete, mi viene in mente tante volte la meraviglia della Sacra Scrittura. Questa settimana abbiamo tenuto un seminario sulla predicazione espositiva ed abbiamo avuto circa 20 pastori che sono venuti e abbiamo trascorso un tempo meraviglioso lavorando e toccando tutta l’area della predicazione.
Ed un giovane si è seduto al tavolo con me e mi ha detto: “John”, disse, “ho un tale amore per la Parola di Dio”, e disse: “Sono cristiano solo da sei anni, ma” disse, “sono nel ministero e non ne ho mai abbastanza della Parola di Dio” e tirò fuori dalla sua Bibbia tre schede su cui aveva stabilito un programma di lettura per se stesso, in modo da poter leggere ripetutamente la Parola di Dio, ogni libro più di 30 volte all’anno e poi stava leggendo tutto il Nuovo Testamento una volta all’anno. E poi aveva modo di leggere anche l’Antico Testamento ogni anno. E mi disse: “Voglio solo che tu sappia che da quando ho iniziato a farlo, la mia vita intera è cambiata”, ed abbiamo parlato del fatto che la Parola di Dio tocca ogni dimensione della vita. Ci dà l’insegnamento chiaro di Dio laddove ne abbiamo bisogno e, laddove la Bibbia lascia delle cose non dette, fornisce un fondamento che lo Spirito di Dio può usare per applicare un tipo di guida diretta nella vita di ogni individuo. E così mi è stato ricordato ancora una volta, l’affermare nel mio cuore, il tesoro enorme che abbiamo nella Parola di Dio. Del sapere che abbiamo una carta, una bussola, un libro di risposte. Un luogo dove andare per scoprire ciò che abbiamo bisogno di sapere. E uno dei temi trattati nella Bibbia è quello del divorzio, è un argomento molto importante al giorno d’oggi. Ed abbiamo esaminato Matteo 19, dal versetto 1 al 12, ed abbiamo ascoltato l’insegnamento del Signore stesso su questo argomento e vorrei che ci tornassimo almeno per un’introduzione e poi andremo ad un altro passo che vedremo tra poco.
Arrivando al capitolo 19, nei primi due versetti ci viene ricordato che il Signore stava terminando il suo ministero in Galilea. Aveva concluso il grande insegnamento del capitolo 18 sulla figliolanza del credente. Aveva terminato il ministero in Galilea e ora inizia a spostarsi verso sud, e mancavano pochi mesi alla sua crocifissione. E mentre si spostava verso sud, attraversò il fiume Giordano verso l’est e va in una zona conosciuta come “l’aldilà” o la parola peran , da cui deriva Perea, e troviamo lì il suo ministero Pereano. Abbiamo visto il suo ministero in Galilea e ora quello in Perea, dove insegna, guarisce le persone, le folle lo seguono e le cose vanno proprio come in Galilea. E tra la folla, a quanto pare, son ovunque, c’erano i suoi nemici, i farisei. E così, riprendendo dal versetto 3, troviamo un incontro tra il Signore ed i farisei ed il tema è il divorzio. Ed è da quell’incontro che procede l’insegnamento del nostro Signore.
I farisei vennero da lui per metterlo alla prova e gli dissero: “«È lecito mandar via la propria moglie per un motivo qualsiasi?»“, ora questo è quello che abbiamo chiamato: “L’attacco”. Non volevano una risposta, volevano solo screditare Gesù. Volevano che lui esponesse la sua posizione dura, del fatto che Dio non aveva mai voluto il divorzio, e così fancendo si sarebbe allontanato dalla gente. Sapevano anche che si trovava nel territorio di Erode Antipa, che aveva già decapitato Giovanni Battista per le sue idee sul divorzio, e pensavano quindi di poter eliminare anche Gesù. Perciò gli diedero la caccia. Quindi, nel versetto 3 vediamo: “l’attacco”, e nei versetti dal 4 al 6 troviamo “La risposta”. E non dà alcuna risposta personale, saggiamente, così da evitare che ogni eventuale rabbia sarebbe stata deviata da lui a Dio stesso. Risponde con Genesi 1:27 e 2:24, del fatto che Dio ha creato un uomo e una donna e nessun altro avanzo nella creazione originale e quindi, ovviamente, stava facendo una dichiarazione che due persone dovevano essere sposate e quello era il limite. E ha parlato del “legarsi l’un l’altro”, dicendo che dovrebbero esser incollati l’uno all’altro e Dio aveva ordinato che essi dovevano esser una sola carne, il numero indivisibile, e ciò che Dio ha messo insieme, nessuno divorzi. E così mette l’onere della prova su Dio e dice: se vuoi discutere con questo, la tua discussione non è con me, ma con Dio. Dio ha detto “niente divorzio”, quello non era l’ideale divino. Ora dalla risposta scaturisce l’argomentazione, versetto 7. Rispondono dicendo: “«Perché dunque Mosè comandò di scriverle un atto di ripudio e di mandarla via?»“, che cos’era questo atto di divorzio se non era intenzione di Dio?
E poi c’è l’affermazione nei versetti 8 e 9, dove Gesù riafferma semplicemente la norma dell’Antico Testamento secondo la quale Mosè permise il divorzio ad una sola condizione. E quella era l’adulterio, che rientra nel termine “fornicazione” nel versetto 9. E lì dice: “Ma io vi dico che chiunque manda via sua moglie, quando non sia per motivo di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio»“... e così via. Quindi l’unico permesso Vetero testamentario fu dato nel caso dell’adulterio, Osea ci dà l’esempio della restaurazione di un’unione adultera quando c’è una volontà da parte dell’adultera. Ma quando c’è un partner empio non consenziente, il divorzio è una concessione o un permesso della grazia verso la parte innocente che non può ottenere riconciliazione. Quindi, ciò che il Signore afferma in risposta alla loro domanda, e la loro domanda di nuovo: è lecito che un uomo divorzi sua moglie per ogni causa? E la risposta di Gesù fu? Cosa? No.
È no. Ora guardate all’appropriazione nei versetti dal 10 al 12 e ricordatevi di quello che abbiamo imparato la settimana scorsa. La risposta dei discepoli, che si erano appropriati dell’insegnamento, era: “È meglio essere single se non può più uscirne”, e la risposta di Gesù, al versetto 11, è: “Sì, ma non tutti possono essere single”. Non tutti possono ricevere queste parole, e quali parole? “«Se tale è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene prender moglie»“. Non tutti possono sopportare l’essere single. E nel versetto 12 ci dice chi può. Coloro che sono nati congenitamente con l’incapacità di avere una relazione con il sesso opposto, coloro che sono stati castrati, oppure chi hanno scelto la solitudine perché intendono dedicarsi in modo speciale al regno dei cieli. E quindi dice: “Ascolta, non puoi prendere l’idea che il matrimonio sia un impegno a vita e dire: se è così difficile uscirne, io non ci entro. Non tutti sono in grado di gestire quella cosa lì, quella non è la risposta giusta. La risposta giusta è quella di prendere l’impegno. A meno che non si abbia una ragione congenita o non si è stati feriti in qualche modo o a meno che, si decida di rimanere single per dedicarsi al regno di Dio e si pensa d’esser dotati da Dio per quel proposito. Ma certamente non si deve evitare il matrimonio solo perché è una relazione vincolante da cui si vuole uscire, quella è una ragione illegittima. Quindi, il Signore innalza il matrimonio e dice: divorziare per un solo motivo, ma quello non è il motivo per non sposarsi. Perché non tutti possono sopportare l’essere single, perché per la maggior parte delle persone è un problema peggiore di quello d’essere sposati a causa della tentazione.
E quindi per questo il Signore ci ha dato un insegnamento molto chiaro: il matrimonio è una cosa onorevole, è a vita. Rimanete sposati, divorziate solo in un tipo di situazione, dice, e quando i discepoli dicono: “Allora rimarremo single”. Lui risponde: “No, non restateci fuori perché ci vuole un impegno duraturo a vita; quindi entrateci per quello, a meno che non abbiate una ragione molto chiara per non farlo e, a meno che non si tratti di una deformità fisica, dovrebbe essere perché volete rimanere single per la gloria e l’avanzamento del regno”, un insegnamento molto chiaro.
Ora tenetelo a mente perché voi potreste dire: “beh, ma questo non riguarda molti problemi, non tratta che accade quando si arriva al Signore ed il proprio background è tutto incasinato e di ciò che accade quando si vive con qualcuno e di ciò che accade se si è stati sposati cinque volte e ora non si sa chi è la propria moglie e robe del genere... questo non tratta nulla di tutto ciò”, ed hai ragione, hai ragione, non ne parla. Vedete, Gesù sta solo stabilendo l’ideale divino e questo non ha bisogno di occuparsi delle eccezioni, mi capite? Non ha bisogno di occuparsi di altre questioni estranee. Gesù sta affermando la sua messianità e la afferma allineandosi alla chiara Parola del Dio vivente, il che è come dire al popolo: “Io parlo a nome di Dio”, e quindi non si occupa di tante altre cose, ma rimane fedele alla rivelazione di Dio. Dice, in Matteo 5: “Sono venuto a dare compimento alla legge, non a modificare la legge, non a eliminare la legge, non a distruggere la legge, ma a compierla”, e così facendo afferma l’ideale divino. E non si occupa però di un sacco d’ eccezioni. Ora si tenga presente che sta parlando a un gruppo di ebrei che avevano vissuto per tutta la loro vita sotto l’economia di Mosè. Cioè erano stati circoscritti in un modo o nell’altro alla loro interpretazione della legge mosaica. E quindi si trovavano in un ambiente mosaico ed egli stava semplicemente affermando l’ideale che Dio intense dare al suo popolo speciale, Israele. Voi potreste dire: “Ebbene, cos’è che si può fare con tutte queste eccezioni?” E questo è ciò che so che avete avuto in mente in queste ultime quattro o cinque settimane. Potreste dire: “ma, ma, ma, non potete continuare a ripetere quell’ideale. Non ci sono. Sono già andato oltre, o ho già avuto divorzi nel mio passato o ho vissuto con qualcuno e quando sono diventato cristiano ho avuto diverse mogli o diversi mariti e di chi sono ora e cosa faccio e posso sposarmi, dovrei? E cosa sta succedendo qui?”
Gesù non si occupa di quello, però fortunatamente Paolo si. E se aprite la vostra Bibbia a 1 Corinzi capitolo 7, guarderemo insieme a Paolo. Gesù diede l’ideale divino e Paolo gestì la confusione del mondo con l’idea di cercare di applicare quell’ideale divino al caos della vita. Ora, tenete questo bene a mente, Paolo servì una comunità di gentili che non erano stati circoscritti alla legge di Mosè, non erano stati educati a osservare la legge di Mosè, quindi la loro vita era letteralmente un caos dall’inizio alla fine.
C’era molto meno caos nella comunità ebraica a causa della legislazione mosaica di quanto ce ne fosse in quella gentile, dove la legislazione mosaica non esisteva affatto. E credo che 1 Corinzi 7 sia il commentario di Paolo all’insegnamento di Gesù, va bene? È il commentario di Paolo all’insegnamento di Gesù sul matrimonio e sul divorzio. Interagisce con l’insegnamento del Signore, per esempio, versetto 10, “Ai coniugi poi ordino, non io ma il Signore”, e qui torna indietro e dice: “guardate, vi dirò qualcosa sull’essere sposati che non viene solo da me, ma il Signore l’ha già detto”, quindi sta tornando indietro, intersecando, interfacciandosi con ciò che il Signore aveva insegnato. E poi, al versetto 12, “agli altri parlo io, non il Signore”, ora invece sta dicendo: “questa è una cosa nuova, il Signore non ha detto questo, non sto più citando il Signore, non sta disconoscendo l’ispirazione, amici miei, si sta mettendo sullo stesso piano del Signore stesso. Sta dicendo: “il Signore non ha detto questo, ma io lo sto dicendo io”, e l’effetto è quello di dire che è altrettanto importante come se lo avesse detto il Signore. E voi potreste dire: “vuoi forse dire che ciò che Paolo disse è altrettanto importante a quello che disse il Signore?” Esattamente, perché ciò che disse il Signore venne da Dio e ciò che disse Paolo venne da Dio, lo Spirito Santo, giusto? E non ci sono gradi. Ecco perché ho problemi con le Bibbie a caratteri rossi, le lettere rosse non sono più importanti delle altre. Se volete avere una Bibbia a caratteri rossi, va bene, basta che lo sappiate. Basta che sappiate che non sono più importanti, perché quando Paolo dice: “Il Signore ha detto questo ed ora io lo dico, come se l’avesse detto il Signore” o quando dice: “Il Signore non ha detto questo, ma io lo sto dicendo io”, non fa altro che mettersi sullo stesso piano del Signore ed alla fine del capitolo, nel versetto 40, dice: “So di avere lo Spirito di Dio. Non vi sto dando solo le mie opinioni. So di avere lo Spirito di Dio. Anche se il versetto 25 dice: “Non ho ordini diretti del Signore, vi sto dando il mio giudizio e so che viene dallo Spirito di Dio”. Quindi Paolo si interseca con ciò che il Signore ha insegnato e lo porta un po’ più avanti per coprire alcuni dei problemi, alcune questioni, alcune lotte che stava affrontando. Ora permettetemi di darvi un’idea di contesto in cui si trovava, in modo che possiate farvi un’idea di ciò che doveva affrontare. Ed è molto simile alla nostra società. Paolo si trovò in una situazione simile a quella di Corinto. Il verbo “corinziare” in greco significava commettere peccato sessuale. Così vi fate un po’ un’idea di come fosse Corinto, giusto? Era un luogo marcio, miserabile, peccaminoso, ed ignobile. E quando si voleva parlare di una persona libidinosa, malvagia, vile, lasciva, adultera, la si chiamava “corinzia”. Quindi quella è il tipo di società in cui era nata quella piccola chiesa. Un tipo di vita immorale, vile ed empia. Ed erano coinvolti nel culto di ogni tipo di divinità. Sono stato alle rovine di Corinto. Ho visto riproduzioni che erano letteralmente disgustose di organi umani appesi dappertutto. Era sicuramente un luogo in cui si praticava un’adorazione deviata, che non era rara nei sistemi di culto pagani.
Così in quel luogo nacque una chiesa grazie al meraviglioso ministero dello Spirito di Dio attraverso l’apostolo Paolo, come sapete, e ora queste persone si stavano avvicinando a Cristo, ma quando si avvicinano a Cristo non escono da un contesto circoscritto e conformato di comprensione di ciò che è morale ed etico. Stavano venendo a Cristo in uno stato civile assolutamente caotico. Vi darò un’idea di alcuni di questi aspetti. Gran parte della popolazione di quella parte del mondo romano era costituita da schiavi, giusto? Schiavi. Ora, l’impero conteneva molti, moltissimi schiavi ed era molto chiaro che molti, moltissimi di loro divennero cristiani. Alcuni ritengono che la maggior parte della Chiesa fosse composta da schiavi. Il matrimonio in senso stretto non esisteva nemmeno per gli schiavi. Gli schiavi erano come animali. Un contadino non sposa le sue mucche, le accoppia. Non sposa i suoi cavalli, li accoppia. E loro non sposavano gli schiavi, li accoppiavano. Avevano questa cosa che chiamavano contiburnium. Ed il contiburnium aveva fondamentalmente a che fare con la “compagnia delle tende”. Il proprietario degli schiavi esaminava gli schiavi e li accoppiava per far sì che producessero gli schiavi che voleva, nel modo migliore possibile per accertare i punti di forza e così via, non c’erano mai cerimonie, si entrava semplicemente in un rapporto vivo, molto simile alla società contemporanea in America, un tipo di rapporto vivo.
A proposito, questa settimana mi è capitato di trovare un certificato redatto in modo legale o quasi legale in cui due persone possono acconsentire l’una all’altra ad avere rapporti sessuali, con la clausola che nessuno dei due è obbligato all’altro in alcun modo, forma o idea, ed è sigillato ed ha dei punti in cui si può firmare, datare e far autenticare. Ma in questo caso non c’era nemmeno quello. Non c’era nulla. Si erano semplicemente trasferiti nelle tende e stavano vivendo insieme. Ora supponiamo che questo schiavo abbia avuto diversi padroni e abbia avuto diverse relazioni contiburnium.
All’improvviso viene a Cristo ed ora è un cristiano e qualcuno si alza e gli insegna ciò che il Signore dice su un uomo per una donna per tutta la vita. Niente divorzio, niente fornicazione... e tutte queste cose e lui si guarda indietro e pensa a tutte le varie donne con le quali potrebbe aver generato dei figli, per così dire, ed a quella con cui stava vivendo e la sua domanda era: “cosa potrei fare?” Chi è mia moglie? E dove sono? E quello è un problema molto reale.
Ora se si va oltre lo schiavo, si arriva alla gente comune della cultura romana, che si sposava con un termine chiamato usus, u-s-u-s, e che aveva a che fare con il concetto di base del diritto comune. Se si viveva con una donna per un anno, si era considerati legalmente sposati secondo il diritto comune, quindi la gente tendeva a non sposarsi affatto. Si tendeva a sperimentare e dopo un anno la cosa diventava legale. In America, credo che fossero sette. Non credo che a nessuno interessi più di tanto, ma il matrimonio di diritto comune era un altro modo, quindi cosa succedeva se si diventava cristiani. Si aveva una donna con la quale si stava vivendo da tre anni, ma con la quale non si era sposati. Cosa si poteva fare? E che dire se uno ne aveva una in questo paese e tre in quell’altro paese? È molto simile a un missionario che va in un paese straniero, traduce la Bibbia, conquista una tribù di persone per Cristo, solo per scoprire, naturalmente, che tutti avevano 8 o 10 mogli, ora quello è il genere di cose con cui Paolo aveva a che fare a Corinto.
Ora c’era un terzo tipo di matrimonio nell’approccio coniugale incoerente dei Romani, la cosiddetta coemptio in manum, che consisteva nel comprare la donna dal padre. L’antica tradizione del matrimonio per vendita. In altre parole, se sei un padre e hai una bella figlia, ma un’attività scadente, capisci il punto? Vendi la figlia e lasci l’attività e quindi c’erano tanti casi del genere, dove padri vendevano le loro figlie al matrimonio. E poi c’era, per le famiglie nobili, quella che veniva chiamata confarreatio e la confarreatio era il termine per indicare una cerimonia di matrimonio nobile e sofisticata. Comportava lo scambio d’anelli e, tra l’altro, è da qui che prendiamo il nostro, il nostro è un adattamento del sistema romano di confarreatio dove l’anello si trova al terzo dito della mano sinistra perché uno dei saggi romani aveva insegnato che c’è un nervo che va da quel dito al cuore, ed è per questo che si porta l’anello lì. Si riunivano, adoravano e pregavano Giove e Giunone. Si scambiarono gli anelli. Avevano una torta, ci credereste mai? Indossarono veli. Avevano la musica. Si tenevano la mano. Avevano corone di fiori. Il tutto confluiva nel sistema matrimoniale cattolico romano, che alla fine era uscito dal cattolicesimo romano tramite la Riforma e faceva parte del protestantesimo, di cui abbiamo ancora dei resti. Quindi ci sono tutte queste strane situazioni matrimoniali, di cui solo la quarta costituiva il matrimonio così comelo intendiamo noi, come un patto verbale e scritto davanti alle persone e così via... E così la domanda che Paolo o i Corinzi si chiesero era: “Che cosa ne facciamo di tutto questo miscuglio di persone che vengono a Cristo, a chi appartengono? Hanno il diritto di risposarsi se sono single? Dovrebbero continuare a vivere con la persona con cui stanno vivendo, ad esempio in una relazione di contubernium? Cosa fare con il miscuglio di matrimonio e robe del genere?
Ora a questo si aggiunge il fatto che il divorzio era dilagante. Ho letto, credo che fosse William Barkley ad annotare che in uno dei documenti storici, c’era una signora che si era sposata per la 27ª volta ed era la 26ª moglie del futuro marito. Ora questo potrebbe darvi un po’ un’idea di quale fosse il tasso di divorzi all’epoca. Le persone erano coinvolte nell’omosessualità, erano coinvolte nella poligamia. Erano coinvolti nel concubinato. Uno degli scrittori romani, Seneca, dice che gli uomini avevano le donne, avevano mogli per la gestione della casa e l’educazione dei figli e le concubine per il piacere fisico. C’è tutto questo caos e in più c’è stato un movimento di liberazione delle donne. Geronimo Carcopino ne scrive al riguardo, dice: “Alcune non si accontentavano di vivere la loro vita al fianco del proprio marito. Portavano avanti una vita totalmente separata per se stesse”. E Juvenile disse: “Quale pudore ci si può aspettare da una donna che indossa il casco. Odia il suo stesso sesso e si diletta in imprese di forza?” E Juvenile dice che le donne andavano a seno nudo per le strade con lance che infilzavano i maiali e si arrampicavano su pali. Non è il mio tipo di donna certamente... Ma c’è tutta quella roba lì e Juvenile disse anche che “si fa signore su suo marito, in breve si libera della sua casa, vaga da una casa all’altra indossando il velo da sposa”, quindi, di fatto... è qui che questo genere di persone arrivano a Cristo e cosa si può fare con loro?
Voglio dire, sbrogliare la frittata? Questo è quanto, no? Ebbene, nemmeno i Corinzi sapevano cosa fare, quindi sapete cosa fecero: scrissero una lettera a Paolo, alla quale si fa riferimento nel versetto 1 del capitolo 7. Dice: “Riguardo alle cose di cui mi avete scritto” e questo è il punto di partenza del capitolo al quale risponderà alle loro domande, giusto? Ma sapete cosa fa? Non ci dice le domande. Ci dà solo le risposte. E se vorrete mai capire 1 Corinzi 7 dovrete capire le domande, ed è questo il bello. Abbiamo le risposte, dobbiamo solo trovare le domande. Loro fecero delle domande e lui gli diede le risposte e se prendiamo le risposte e ci muoviamo a ritroso, penso che possiamo capire le domande. Ma ciò che fa in questo capitolo è coprire tutte anche le categorie, ma ve lo dico, ricopre tutte le categorie, e credo di vedere anche questa realtà in un modo o nell’altro e credo che ricopra ogni categoria e penso di averlo, prima e nel messaggio di oggi e in quello di domenica prossima, quando completeremo la cosa... “Oh, voi di poca fede”.
Vedete, questa è l’avventura della predicazione: vengo qui per sentire cosa dirò. Non sempre riesco a capire la cosa. Lo Spirito di Dio, questo è il modo in cui lo Spirito opera tramite il dono della predicazione ed è piuttosto eccitante in questo modo, ma a quanto pare, essi stavano facendo queste domande e Paolo le stava rispondendo e quindi possiamo capire le domande se capiamo le risposte, e credetemi, copre tutte le domande. Copre domande sui single, su persone sposate, su persone sposate con credenti, su persone sposate con non credenti, su persone che hanno già divorziato ed ora sono single, e spiega il loro diritto di risposarsi o meno, parla di vergini, di padri con figlie vergini, se dovrebbero darle in sposa o no; di persone i cui mariti o mogli sono morti, se potrebbero risposarsi o meno, in questo capitolo affronta tutte queste questioni. Ora vediamo la prima domanda che compare nei primi sette versetti. E daremo un’occhiata anche al versetto 8. Ecco qual è, a mio avviso, la domanda. Il sesso fisico è un’attività non-spirituale? Questa è la domanda. Ora, non vedrete la domanda, ma sicuramente la vedrete dietro le quinte mentre ascolterete la risposta. Vedete, quello che era successo era questo, e potete immaginarlo: siete usciti da questo contesto terribile di caos sessuale. Voglio dire, avevate adorato un dio pagano, giusto? E com’è che si adorano gli dèi pagani nei tempi pagani? Beh, potrebbe essere con una prostituta pagana. Potrebbe essere con una sacerdotessa templare. Voglio dire, c’erano questi stili di vita disgustosi, matrimoni, divorzi, nessun matrimonio, ogni genere di cose, senza alcuna restrizione ed una società che permetteva tutto, una società che sosteneva l’omosessualità. Una società che sosteneva l’adulterio e la fornicazione, qualsiasi cosa veniva promulgato lì e quindi questi venivano fuori da quello sfondo culturale e tutto d’un tratto arrivavano a Gesù Cristo e la loro mente era piena di tutta quella spazzatura, no? E a quanto pare qualcuno si era alzato nella chiesa di Corinto, secondo me, e gli aveva dato una lezione sul fatto che il sesso non è una cosa spirituale. E potete capire perché qualcuno potrebbe avere un problema con quello, anche persone sposate che si sposano e forse sai si sposano e si guardano l’un l’altro e tutto ciò che riescono a pensare è a tutte le relazioni spazzatura che hanno avuto in passato e non riescono nemmeno a godersi la relazione che potrebbero avere insieme e che era onorata da Dio perché erano così ingombrate dal passato ed alcuni di voi potrebbero aver sperimentato la stessa cosa, e quindi qualcuno arriva e dice, guardate, tutto il sesso è male, è malvagio, non è spirituale. Se volete essere spirituali, astenetevene. E sembra che si fossero posti la domanda: è vero che il sesso non è spirituale? E la risposta di Paolo arriva a partire dal versetto 1.
“è bene per l’uomo non toccar donna;”. La frase “toccar donna” è chiave. È un eufemismo. E significa avere un rapporto sessuale, significa quello, viene usato così in Genesi 20, versetto 6; e Proverbi capitolo 6 versetto 29. Dice: “è bene non avere rapporti sessuali. È bene, è bene, va bene, kalos, è benefico, è onorevole, va bene. Va bene essere celibi”, è quello che sta dicendo, “va bene”. Non è sbagliato non sposarsi. Va bene essere single. Va bene essere celibi, e doveva dirlo! Il celibato è una cosa buona, è una cosa onorevole, è una cosa eccellente, però lasciate che vi dica di più, dice: “per la maggior parte delle persone è piuttosto difficile”, è piuttosto complicato, versetto 2, “tuttavia”, dice, “per evitare porneia, il peccato sessuale... per evitare il peccato sessuale, che ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito”.
In altre parole, se il vostro celibato vi porterà a peccare sessualmente. Se il vostro celibato vi porterà a commettere peccati sessuali, fisicamente o nella vostra mente, o altro, se la vostra solitudine vi porterà a quello, allora dovreste avere un partner, questo è il punto. Va bene essere celibi, ma non va bene essere celibi se vi porta a peccare. Quindi, l’idea della vita da single scambista non va bene. L’idea di astenersi totalmente dalle relazioni sessuali va bene. Abbiamo imparato che va bene, forse avete una ragione congenita o forse un qualcosa di fisico che vi ha portato a quel fine, o forse, come abbiamo visto in Matteo 19:12, forse avete deciso di rimanere single per amore del Regno dei Cieli e va bene così... Infatti, come vedremo tra poco, è più che bene, è meglio, è una cosa buona, è fantastico.
E potrebbe persino essere la cosa migliore. Per alcuni certamente lo è. Quindi, dice, in risposta alla vostra domanda, il celibato è buono. Non voglio dire che sia un male, è un bene, perché vedete, se Paolo dicesse, “oh, no, no, non dovreste mai essere celibi”, allora tutte le persone che sentono di voler esserlo celibi per tutta la loro vita per amor del regno si sentiranno esser in disobbedienza, e quindi non può imporlo a tutti. Quindi dice: “Va bene, va bene, va bene”, ma se questo vi porta alla tentazione e vi fa cadere nel peccato sessuale, allora dovrete avere vostra moglie ed il vostro marito”, amo il termine “proprio”, sottolineatelo per bene, quella è la monogamia, amici miei, la vostra moglie ed il vostro marito e basta. E lo stile di vita dei Corinzi rendeva più difficile essere single che sposati.
Voglio dire, c’erano queste persone che dicevano: “Noi saremo celibi per il Signore”, e vivevano in mezzo ad una società sessualizzata in cui non c’erano altro che tentazioni su tentazioni. Il celibato è buono, il matrimonio è più comune. Il celibato è una tentazione ma non rimaneteci se questo vi porterà a commettere peccati sessuali. Versetto 3 e dice questo: “ve lo dico, non c’è alcun posto per l’astinenza nel matrimonio”. “Il marito renda alla moglie ciò che le è dovuto; lo stesso faccia la moglie verso il marito”, in altre parole, se vi sposate amici miei, allora non c’è posto per il celibato. Non appartiene al matrimonio. Quello è il debito, ora cosa significa, “l’obbligo”. Quando vi siete sposati, siete stati obbligati a soddisfare i bisogni fisici del vostro partner. Questo è un punto in cui la Scrittura afferma la sottomissione reciproca, versetto 4: “La moglie non ha potere sul proprio corpo, ma il marito; e nello stesso modo il marito non ha potere sul proprio corpo, ma la moglie”. In altre parole, avete rinunciato al diritto sul vostro corpo. Appartiene al vostro partner ed è un vostro debito. E così il versetto 3 è all’imperativo presente: che il marito continui a rendere alla moglie il suo debito ed allo stesso modo anche la moglie continui a rendere il debito che ha nei confronti del marito. In altre parole, la relazione sessuale nel matrimonio deve essere un continuo darsi, un continuo sottomettersi l’un l’altro, e credetemi, quando questo non accade, quello distrugge i matrimoni.
È, come ha detto un vecchio autori, è un intossicazione benedetta ed audace, nel mezzo alla quale c’è un’intimità di due vite che si fondono nella dimensione fisica ed in tutte le altre dimensioni in un legame d’amore indissolubile. E questo appartiene al matrimonio. Il matrimonio non è un posto per il celibato. Quindi non siete più spirituali se vi astenete nel vostro matrimonio. E voglio sottolineare questo punto qui, perché oggi c’è un certo insegnamento che dice che si può ottenere una maggiore spiritualità astenendoti dai rapporti fisici nel proprio matrimonio. Non ci credete! Perché ciò che accade nel versetto 5 dovrebbe essere portarvi in contrasto con quest’insegnamento: “Non privatevi l’uno dell’altro, se non di comune accordo, per un tempo, per dedicarvi alla preghiera; e poi ritornate insieme, perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza”. In altre parole, se cercate di astenervi l’uno dall’altro per qualche scopo spirituale, non solo non ne otterrete uno spirituale, ma ne otterrete uno malvagio, perché metterete la persona nella condizione d’essere aperta alla tentazione di Satana stesso.
E non volete fare una cosa del genere. Quindi con il pretesto di una presunta spiritualità, creerete tentazioni. E la gente dice: “beh, per quanto tempo dovremmo astenerci o per quanto tempo?”... Beh, recentemente sta girando questo insegnamento secondo il quale dovremmo astenerci per scopi spirituali 14 giorni al mese. Ora, alcuni matrimoni ne sarebbero letteralmente distrutti da quello, ne sarebbero devastati perché ognuno è diverso e le esigenze delle persone sono diverse. L’unica cosa che il Nuovo Testamento dice è che dobbiamo rinunciare totalmente a noi stessi per il nostro partner. Ora, quando queste persone sostengono questo tipo di astinenza di 14 giorni al mese come mezzo per lo sviluppo spirituale, in realtà è un mezzo per tentazione satanica, nella maggior parte dei casi, però quello che stanno facendo è che tornano indietro a, vedete, Levitico 15, e lì, ve lo leggo velocemente, ma in Levitico 15, lo scrittore, Mosè descrive la legge cerimoniale, e dice che quando una donna vive il suo ciclo mensile per un periodo di 7 giorni, è “cerimonialmente impura”.
Questo non significa che sia immorale. Non è immorale avere il ciclo normale dato da Dio. Non è una questione di moralità, di etica o di spiritualità o quant’altro, è un’impurità cerimoniale e le cerimonie erano solo segni e simboli, non realtà, mi capite? Erano segni e simboli, non erano realtà, ma per quel periodo di 7 giorni lei era cerimonialmente impura. E così, alla fine di quel periodo, aveva bisogno di altri 7 giorni di purificazione in cui si sottoponeva a certi lavaggi e a certe cerimonie e poi, al 15° giorno, prendeva due tortore o due piccioni e li dava al sacerdote che li sacrificava sull’altare e quindi c’era una purificazione adeguata e poi poteva adorare Dio all’altare.
Ora, tutto ciò significa era questo: non ci si può avvicinare a Dio quando si è impuri, però Dio non si riferiva solo a cose fisiche, si riferiva alla pulizia del cosa? Del cuore. Proprio come nella circoncisione. Proprio come nella circoncisione. Non è che Dio volesse solo la circoncisione, ma ogni volta che un bambino ebreo veniva circonciso il popolo ebraico doveva ripensare al fatto che, mentre quello avveniva, anche il cuore doveva essere circonciso, il tagliar via di ogni male. Non si trattava quindi di dire che la donna fosse moralmente impura o spiritualmente inadatta. Ma era una dimostrazione esteriore della realtà interiore che non ci si può avvicinare a Dio se il cuore non è puro. È lo stesso discorso dei sacrifici dell’Antico Testamento: erano forse in grado di togliere il peccato? No. E nemmeno lo era qualsiasi tipo di lavaggio o di pulizia, di cerimonia o quello che sia, nemmeno quella era in grado di rendere le persone adatte a Dio, ma la cosa era solo un simbolo. E qui c’era una donna che, dopo aver affrontato tutto quello, doveva prendersi due settimane per purificarsi e sottoporsi a lavaggi ed un sacco di cose, prima di poter andare ad offrire questi due uccelli in sacrificio alla presenza di Dio e Dio era lì e diceva: “Io voglio persone pure alla mia presenza. Voglio persone pure”. E quando arrivò il Nuovo Patto, allora anche Cristo venne, completò l’opera sulla croce, ci diede un cuore nuovo, ci purificò dall’interno ed ora possiamo avere il coraggio d’entrare nel luogo Santissimo, giusto?
Quindi non possiamo sostenere che abbiamo bisogno degli stessi 14 giorni di purificazione, ora il punto viene perché in Levitico ci viene detto che se il marito ha una relazione con la moglie durante quel periodo, anche lui diventa impuro dal punto di vista cerimoniale e deve passare attraverso un certo processo di purificazione. Questo non significa che sia sbagliato che abbia tale relazione, non significa affatto quello. Non significa che sia immorale che abbia tale relazione. Non significa che non sia spirituale che lui abbia tale relazione, tutto ciò che significa è che se lo fa, Dio ha ordinato una certa cerimonia, che dovrà completare che gli servirà come promemoria, e tra l’altro, questo probabilmente accadeva molto spesso, perché sono abbastanza sicuro che gli Ebrei non prendevano quei 14 giorni al mese di astinenza. Quindi era molto comune che seguissero purificazione ma credo veramente che Dio abbia dato questa purificazione particolare, connessa a quell’atto di relazione tra marito e moglie, perché sarebbe stato così comune che essi si sarebbero sottoposti a tale purificazione e si sarebbero ricordati che Dio deve esser approcciato da coloro che hanno mani pulite ed cuore puro. Era solo simbolico.
E la mia domanda alla persona che sostiene i 14 giorni di astinenza è: quando i 14 giorni sono finiti, allora dovrai far sì che quella donna si trovi due tortore, un sacerdote e un tempio da qualche parte per offrire il sacrificio, perché o la croce elimina tutto o niente. Quando si arriva al Nuovo Testamento non c’è nulla del genere. Quando si arriva al Nuovo Testamento, il testo dice: “continuate a darvi l’un l’altro e non smettete di farlo a meno che, di comune accordo, non vi mettiate a pregare su qualche questione che vi strazia il cuore e che porta il resto a svanire d’importanza, ma al di là di quello, datevi l’un l’altro o non diventerete più spirituali gente, darete solo a Satana l’opportunità di tentarvi e di rovinare il vostro matrimonio”.
Ora, dobbiamo vedere la fine dell’antico patto, gente. Nell’Antico Patto c’erano molte cerimonie che oggi non manteniamo, e se intendete prendere quella, allora con essa avrete anche un sacco di altri bagagli, amici miei, insieme ad un mucchio di montoni ed agnelli e cercare di trovare il sommo sacerdote ed il tempio non sarà mica facile, dato che l’ultimo di cui siamo a conoscenza è stato distrutto nel 70 d.C.. Ma vedete, quando cercate di prendere i simboli cerimoniali della vecchia alleanza e li trascinate nella nuova, fate esattamente quello che l’apostolo Paolo ha detto in Colossesi di non fare. Egli disse: “Queste cose sono un’ombra e una sostanza, ma la realtà è Cristo ed una volta che la realtà è arrivata, non permettete a nessuno di legarvi alle ombre, tutto qui”, ed anche allora non era una questione morale, era solo una questione cerimoniale. Un uomo poteva avere una relazione con la propria moglie ogni volta che voleva, ovviamente, aveva il buon senso di renderla giusta ed onorevole ed una che poteva esser goduta reciprocamente. E così il testo risponde alla domanda: il sesso è un’attività poco spirituale? Dio lo ha progettato ed ha voluto che fosse la realizzazione dell’uomo e non c’è realizzazione nella vita che possa eguagliarlo. È una cosa meravigliosa. E la Bibbia non ci invita ad astenercene. La Bibbia ci invita a goderne fino in fondo, per costruire insieme un’intimità tremenda e profonda che durerà tutta la vita. Non farlo significa quindi dare un opportunità a Satana.
Ora, guardate al versetto 6, dopo aver detto questo, dice quest’altra cosa: “Ma questo dico per concessione, non per comando...” sta dicendo: “Ascoltatemi, non sto solo comandando di sposarsi. Sono solo consapevole del fatto che la maggior parte delle persone ne ha bisogno”, sta dicendo: “Quello che so della vita mi dice che va bene essere celibi, ma per evitare la fornicazione, dovreste avere il vostro marito o la vostra moglie ed una volta sposati non permettete a nessuno di farvi cadere su questo concetto dell’astinenza”.
Ebrei 13:4 dice, “Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà”, il letto non sia macchiato da infedeltà. È un luogo sacro e santo. E quindi dice: “Vi sto dicendo queste cose qui perché son consapevole di tutte queste cose”, e poi dice questo al versetto 7, dice: “io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io”, cioè sta dicendo: in un certo senso, vorrei tanto che tutti fossero single e celibi, lui lo era, cioè è possibile che fosse sposato, infatti alcuni dicono che è possibile che, visto che apparteneva al Sinedrio, quello implicava il fatto che fosse sposato e che sua moglie fosse. Certamente era una donna dimenticata se esisteva, per lo meno in termini di rivelazione biblica. Ma era era single e dice: “ io vorrei che tutti gli uomini fossero come sono io”, e lo dice perché si rende conto che nell’essere single c’è grande libertà. C’è una grande libertà, ad esempio, guardate al versetto 29. Dice: “che il tempo è ormai abbreviato; da ora in poi, anche quelli che hanno moglie, siano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che si rallegrano, come se non si rallegrassero”, in altre parole, bisogna allontanarsi dalle cose della vita e, visto che il tempo è breve, bisogna concentrarsi sulle cose divine. E poi, nel versetto 32, dice: “Vorrei che foste senza preoccupazioni”, mi piacerebbe tanto che fosse senza impedimenti, come me. C’è qualcosa dell’essere single che è una realtà di spensieratezza. Non devi occuparti di una moglie, di figli e di tutte le cose che ne derivano. In questo senso, è una relazione priva d’ansia, ora alcuni potrebbero dire: “Ascolta, io sono single e non sono libero dall’ansia”, beh forse quella è una buona indicazione che dovreste cercare il matrimonio. E se state lottando con i vostri desideri fisici e con l’esser single, allora fareste meglio ad abbassare i vostri standard dall’aspettare che arrivi l’Adone locale e che vi prendiate qualcuno che abbia un cuore per Dio e anche voi ragazzi fareste meglio a prendere una donna che abbia un cuore per Dio. Invece di lottare nella giungla delle vostre tentazioni, quando Dio vi appagherebbe ed arricchirebbe la vostra vita con qualcuno che ha gli stessi valori che avete in Gesù Cristo, e smettete di limitarvi a degli standard insignificanti che il mondo ha stabilito per voi. Ora il dono che Dio da, lo da ad alcuni. Guardate al versetto 7: “Vorrei che tutti fossero come me”, “Vorrei che tutti fossero come me, ma ogni uomo ha il proprio dono di Dio. Uno in questo modo e un altro in quell’altro. Sta dicendo: “Ascolta, non ho intenzione di discutere con Dio, non voglio che delle persone che hanno bisogno di essere sposate cerchino di vivere una vita celibe, per lo meno non voglio che viaggino nel mio team missionario, la cosa non aiuta. So solo che Dio vuole che alcuni siano single, altri sposati e se Dio ti vuole sposato, allora sposati! Devi avere la tua moglie.
E sapete, dalla settimana scorsa ho trovato una lista lunga un km di persone che mi hanno detto: “Sono disponibile”, sto cercando di evitare d’entrare in una sorta di organizzazione d’incontri, ma ho alcune cose in mente e contatterò coloro che ne sono interessati. Ma c’è una certa beatitudine con l’esser single. C’è una grande benedizione nell’essere sposati, dipende dal dono di Dio. Ora, io credo che nel versetto 7 ci sia sicuramente un dono di Dio a questo proposito, in altre parole, Dio adatta alcune persone al matrimonio ed altre alla solitudine, ed il motivo per essere single, ovviamente, è perché si sa di poterlo gestire, non è una tentazione e ti senti di poter essere single e dedicarti unicamente e con concentrazione al progresso del regno. Guardate più avanti al versetto 32: “Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie, ed i suoi interessi sono divisi, e la vergine, o la donna senza marito, versetto 34, “si dà pensiero delle cose del Signore, per essere consacrata a lui nel corpo e nello spirito; mentre la sposata si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere al marito”, in altre parole, quando ci si sposa si riceve un certo bagaglio. Si dice: “Beh, ma io ne ho bisogno”, ed è così, e se è il caso tuo allora dovresti sposarti. Ma se riesci a rimanere single e quello non ti crea alcuna tentazione, allora hai una meravigliosa opportunità, data da Dio stesso, di dare la tua vita per l’avanzamento del regno di Dio. Non rimanete single solo perché non volete impegnarvi per poi cercare di combattere tutta la vita con certe tentazioni. Impegnatevi a rimanere single perché credete che Dio vi abbia dotato in quel modo e non avete bisogno dell’appagamento fisico che il matrimonio porta e potete quindi vedervi totalmente e completamente dedicati a Gesù Cristo.
È una cosa meravigliosa! E la cosa si è anche un po’ sbilanciata, perché a quanto pare, chi ha trasmesso questo messaggio nella chiesa di Corinto ha fatto sì che alcuni padri erano riluttanti ad offrire le loro figlie al matrimonio e forse stavano anche cercando di trattenere le loro figlie dal matrimonio, il che sarebbe stato una frustrazione terribile per le loro figlie. E penso che Paolo si riferisca a questo nel versetto 36, “Ma se uno crede far cosa indecorosa verso la propria figliola nubile”, questa è la relazione padre-figlia, “se ella passi il fior dell’età, e se cosí bisogna fare, faccia quello che vuole; egli non pecca; la dia a marito”, qui c’è questo tizio che ha figlia bellissima che vuole che si sposi e dice: “No, tu sei per il Signore, ti terrò nubile per il Signore!” e lei sta dicendo: “Ma io non voglio essere nubile per il Signore, papà, voglio Alberto”.
E lì lui le fa fare il viaggio spirituale e lei vuole solo sposarsi ed aver figli e quindi Paolo dice: “Ascolta, lascia che si sposi!” Qualcuno gli aveva dato una sorta di lezione sull’astinenza, che non era in linea con la verità di Dio. È bello essere sposati se è quello che Dio vi ha chiamato a fare. Voglio dire, non scambierei tutte le gioie di una moglie amorevole, di figli benedetti e di una famiglia, e voglio dire, questa è vita per me. Ma so anche che ci sono persone che sono single per la gloria di Dio e nemmeno loro scambierebbero la loro situazione, e Paolo era uno di loro, era uno di loro.
Guardate a 1 Corinzi 9 versetto 5 giusto per fare un paragone: Paolo qui riafferma i suoi diritti di apostolo per così dire, e dice: “ Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Pietro?”, sta dicendo: “Ascoltate, se volessi, avrei il diritto di sposarmi”, e questo dovrebbe dirci qualcosa sul conto del sacerdozio della Chiesa cattolica romana, non è vero? Non è più spirituale essere single. Non è affatto più spirituale. Paolo dice: “Potrei sposarmi come Pietro”. Pietro era sposato, gente! Non so che tipo di problemi crei ai Cattolici, ma era sposato. Abbiamo già conosciuto la madre di sua moglie nei vangeli e qui ci viene ricordato che aveva una moglie, ora mi piacerebbe... mi piacerebbe troppo incontrare i suoi figli e son certo che un giorno lo farò in cielo e credo che sarà un’occasione molto curiosa, ma ciononostante, qui ci sono due grandi apostoli, Pietro e Paolo, Pietro era sposato e Paolo non lo era, e forse quello illustra il punto, e Dio ha usato Pietro potentemente, anche se, a quanto pare, Pietro non viaggiò così tanto e forse era così per l’ingombro della famiglia; Paolo invece aveva quella libertà, quella libertà unica, ma dice: “Ascoltate, ho il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri”, quello è un diritto e privilegio che ho. Il matrimonio è una cosa meravigliosa, onorevole e benedetta da Dio e la singletudine è solo per le persone che possono essere single per la gloria di Dio, non solo per mancanza d’impegno o perché hanno fissato uno standard mondano per chi sposare e nessuno ne è all’altezza. A proposito, in questo versetto ci sono un paio di note a piè di pagina a cui non posso resistere. Due cose che Paolo ci dice a riguardo della moglie. Deve essere guidata e deve essere una sorella. Questa è un’affermazione meravigliosa di quello che la Bibbia dice sulla responsabilità maschile dell’essere il capo e di guidare la moglie. E non intendo dire di metterle un anello al naso e trascinarla in giro, ma credo che quello che sta dicendo lì è che ha la responsabilità di darle guida e direzione.
Quella è l’intenzione di Dio e non solo deve essere una che segue, ed una che si lascia guidare ma anche una che comprende il ruolo di aiutante, ed una che è una sorella, in Cristo ed egli ne ha il diritto e quindi la domanda che ci si pone credo nei primi versetti di 1 Corinzi, è: il sesso è poco spirituale? E la risposta è, cosa? No. Va bene se non lo si fa. Va bene se si è vergini finché non si va in cielo, va bene! È onorevole. È meraviglioso se Dio ti dona quel dono, se ti chiama a quello e ti fa diventare una persona speciale per il regno. Se sei stato sposato formalmente ed ora si è di nuovo single, forse a causa di morte o del divorzio, e quindi si è vedovi o divorziati e si hanno tutte le ragioni per essere single perché si ha perso il proprio partner, allora dovreste pensare prima di tutto: “ehi, forse Dio mi vuole single”, è onorevole, va bene, d’ora in poi potete essere celibi e glorificare Dio. Ma anche il matrimonio glorifica Dio.
Dipende solo da quale sia il tuo dono. Questa è la prima domanda. Ora vi offrirò la seconda domanda, ora ascoltatemi, dovrebbero risposarsi coloro che erano sposati in precedenza? Hanno quel diritto? E la risposta a questa domanda arriverà la prossima settimana. Volevo solo inserirla lì per farvi venire. Inchiniamoci in preghiera. La Parola di Dio è così pratica e, Padre, siamo così grati che parli alla vita, che ci tocchi proprio lì dove viviamo. Il genio divino delle sue verità, oh come penetra nei nostri cuori. Ci conosce. Sappiamo che è stata scritta da Dio perché cerca i luoghi segreti del nostro cuore. Grazie per quello che ci hai insegnato e ricordato oggi.
La santità, la meraviglia, la bellezza del matrimonio, la santità, la meraviglia e la bellezza della vita da single, per la gloria di Dio, tramite il dono dello Spirito, per il bene del Regno. Padre, la mia preghiera è che ognuno di noi capisca a cosa ci hai chiamati. Che si tratti di essere single, per non essere appesantiti dall’ansia del mondo, ma liberi di occuparci delle cose del Signore, di essere single per il progresso del regno; e ti ringraziamo anche per quello che abbiamo imparato sul matrimonio, che è buono. Che ognuno dovrebbe avere il proprio partner per evitare il peccato, e che in quell’unione ci dovrebbe essere una continua donazione dell’uno all’altro.
Perché questo esclude la possibilità di Satana di tentarci in quell’area molto vulnerabile e se riuscissimo ad essere soddisfatti in quell’area, potremmo allora anche sostenere una relazione d’amore intima, felice e appassionante che duri tutta la vita, quindi benedici i matrimoni. Benedici i single e preghiamo anche per coloro che si trovano al bivio e si stanno ponendo la domanda: “Ho il diritto di risposarmi? Dovrei risposarmi? Dovrei forse sposarmi per la prima volta? Dio mi ha chiamato al rimanere single?” Ti preghiamo di rispondere anche al grido del loro cuore. E per coloro, Padre, che desiderano sposarsi, ma non hanno ancora trovato il partner giusto, porteresti a loro la persona giusta. Quella persona che tu hai per loro affinché condividano i valori della fede e l’amore di Cristo, una sorella, un fratello che insieme possano diventare una cosa sola in te. Ti ringraziamo per tutti coloro che sono riuniti qui oggi e preghiamo che in questo giorno speciale ci sia una grande condivisione d’amore e d’affetto, affinchè tu sia il centro di tutto e preghiamo, nel nome di Cristo, Amen.
FINE

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