
È un privilegio, un grande privilegio da non prendere mai per scontato, quello di ascoltare la Parola del Signore, e questa mattina lo faremo tutti insieme. Aprite le vostre Bibbie a Luca 19, e guarderemo insieme all’ultima sezione del diciannovesimo capitolo – Luca 19, versetti dal 45 al 48.
Mentre ci avviciniamo a questo testo, dobbiamo ricordarci brevemente che il nostro Signore Gesù ha appena iniziato la settimana finale della sua vita terrena. Venerdì sarebbe morto, quì siamo al Martedì, il giorno dopo la sua umile incoronazione, il giorno dopo la sua entrata a Gerusalemme. E son certo che ve lo ricordate bene, se siete stati con noi per queste ultime settimane, era Lunedì il giorno in cui entrò nella città alle girda di “Osanna”. Quel Lunedì, si è presentato a Israele come il vero Re, ed il popolo disse che era colui che veniva nel nome del Signore, che era il Figlio di Davide, l’erede al trono, il Messia, l’unto. La processione di quel Lunedì impegnò decine di migliaia di persone, alcuni stimerebbero persino che è possibile che c’erano più di duecentomila persone quando stava scendendo il pendio occidentale del Monte degli Ulivi, essendovi salito dalla città di Gerico arrivando poi alla città di Gerusalemme tramite l’entrata orientale. E fu una celebrazione come non si era vista a Gerusalemme da molto, molto tempo.
Quando entrò dall’entrata orientale, quel Lunedì, tra le acclamazioni, seppur capricciose, forti e continue della folla, andò immediatamente al tempio che si trovava appena all’ingresso della porta orientale. Marco, capitolo 11 versetto 11, dice che la celebrazione finì al tempio, perchè era tardi e che poi tornò a Betania per passare la notte con i suoi amici, Maria, Marta, Lazzaro ed i discepoli che si trovavano con lui. Che giornata che fu quel Lunedì, si presentò a cavallo del puledro, sull’asino mentre le folle gettavano le loro vesti e dei rami di palma ai suoi piedi e lo acclamavano come Messia.
Andò direttamente al tempio e, sicuramente al crepuscolo del Lunedì aveva notato le condizioni del tempio erano visibili chiaramente dall’ampio cortile esterno chiamato “il Tribunale dei Gentili”, e quello che vide determinò quello che fece il giorno seguente, ma la prima cosa che fece quel Lunedì sera si ritirò a Betania per riposare. Betania era un luogo di conforto, un luogo d’amore, ed aveva bisogno di riposare dopo una lunga e faticosa giornata passata a trattare con le folle, dopo una lunga giornata ancor prima di quella, quando aveva a che fare con la gente che veniva a visitarlo a Betania, ed ancora prima una lunga e faticosa camminata da Gerico a Betania. La sua stanchezza gli aveva permesso di godere di un bel riposo.
L’alloggio però era un problema, era la Pasqua, e c’erano ben due milioni di Ebrei nei dintorni di Gerusalemme. Le locande si riempivano velocemente probabilmente con conoscenti, familiari e parenti dei locandieri.
C’erano gruppi religiosi sparsi per la città, Esseni, Zeloti, Farisei, Sadducei, ed altri gruppi religiosi che avevano persone legate ai loro gruppi che venivano in pellegrinaggio, e ospitavano le persone che facevano parte dei loro gruppi, e probabilmente c’erano anche coloro che erano dei veri credenti in Gesù che ospitavano altri credenti della Galilea.
E c’erano Sinagoge di stranieri sparse intorno a Gerusalemme, sinagoghe che accoglievano persone che venivano da altri paesi che parlavano altre lingue e che erano proseliti al Giudaismo, e tali sinagoghe generalmente gestivano ospizi per la loro gente che veniva per la Pasqua a visitare Gerusalemme per l’occasione. C’era un’altro numero di Ebrei che erano benestanti abbastanza da poter vivere altrove ed avere anche una casa a Gerusalemme, e quindi venivano ed ospitavano amici e familiari. C’erano anche famiglie veramente benestanti che possedevano mega ville a Gerusalemme e nei dintorni che ospitavano altre persone.
Ma anche se tutto era già pieno, non era mai abbastanza per la quantità di persone presenti e quindi Gerusalemme divenne una città di tende perchè c’erano tende ovunque, attorno al perimetro della città fino a Betania, a 3 kilometri di distanza al sud verso Betlemme ed in ogni direzione. La legge Giudaica richiedeva che chiunque partecipava alla Pasqua, doveva passare la notte precedente a Gerusalemme. Quello era impossibile perchè la folla era immensa, e dunque per l’occasione, estesero i confine ufficiali di Gerusalemme per accompagnare ed accogliere le tendopoli che circodavano la città stessa ed il confine.
Alcuni stavano direttamente attorno al tempio, non potevano rimanere dentro al tempio, ma alloggiavano il più vicino possibile. Il tempio aveva anche degli edifici con degli appartamenti adiacenti al perimetro che venivano affittati, ed erano tutti affittati. Per farla semplice, il posto era strapieno di persone, ben al di là della sua capacità. Era proibito rimanere nel tempio, per cui era buono che Gesù ed i suoi discepoli avessero i loro amici a Betania e che avevano una casa abbastanza grande da ospiatarlo con i dodici.
E quindi, al culmine del Lunedì, quando entrò nella città al crepuscolo, quando era tardi, Marco ci racconta nel capitolo 11 che Gesù se ne andò da Gerusalemme, tornò indietro per tre kilometri con i suoi discepoli dal pendio del Monte degli Ulivi, oltre la corona di Betania per passarvici la notte. Nella sua mente, mentre camminava nell’oscurità, quando si coricò, sicuramente c’era quello che aveva visto nel tempio... non era un qualcosa di non familiare, l’aveva già visto molte volte, ma questa era la sua ultima visita ed aveva intenzione di agire, e così fece.
Martedì mattina, ritornò, ed incominciamo a leggere al versetto 45, dice: “Poi, entrato nel tempio, cominciò a cacciarne fuori coloro che vendevano e comperavano, dicendo loro: “Sta scritto: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto un covo di ladroni’. Ogni giorno egli insegnava nel tempio. E i capi dei sacerdoti, gli scribi e i capi del popolo cercavano di farlo morire. Ma non riuscivano a decidere che cosa fare, perché tutto il popolo lo ascoltava pendendo dalle sue labbra”.
Questo è un evento sorprendente, stupefacente e marca di nuovo, la manifestazione di Gesù come Re. Prova le sue credenziali regali. Quello che sta facendo qui, e la risposta generata indica che è il vero Re di Dio, il vero Messia di Dio, il Figlio eterno di Dio. Fece qualcosa di scioccante. Le persone che speravano che fosse il Messia si stavano aspettando che attaccasse la Forte Antonia, dove l’esercito Romano si guarniva, oppure si sarebbero aspettati che avesse attaccato la casa di Pilato, il patetico governatore d’Israele nominato dai Romani.
Ma non attaccò i Romani Pagani, idolatri, occupanti, attaccò il tempio, attaccò il cuore del Giudaismo, attaccò l’anima della nazione, attaccò le persone più rispettate del paese, i più innalzati, i più fidati, coloro che apparentemente rappresentavano Dio. Attaccò la cosa più corrotta di tutte a Gerusalemme - la religione. Questo è stupefacente, scioccante, e di nuovo, dimostra le sue credenziali.
Lasciate che vi mostri una manciata di cose che dimostrano il fatto che è davvero il Re di Dio. Prima di tutto, dimostra che è in missione divina, dimostra che è in missione divina, versetto 45, “Poi, entrato nel tempio...” E questo dice abbastanza. Sarebbe potuto andare altrove, in un sacco di posti, ma questo ci dice tutto quello che dobbiamo sapere.
La gente sperava che si fosse diretto verso Pilato o l’esercito Romano, speravano che avrebbe portato libertà dall’oppressione e dall’occupazione di Roma. Speravano che avrebbe spogliato il paese da tutti i simboli d’idolatria che si trovavano sull’armamentario Romano, che avrebbe attaccato il sistema fiscale che Roma aveva imposto.
Speravano in questo da sempre, fin dalla prima grande dimostrazione del Suo potere in Galilea, all’inizio del Suo ministero; provarono a renderlo re con la forza quando scoprirono che aveva poteri miracolosi sulle malattie, sui demoni e quando scoprirono che poteva creare il cibo. Videro in Lui il liberatore definitivo che li avrebbe liberati militarmente, politicamente, socialmente ed economicamente.
E da sempre erano fissati con le questioni terrene, ma Gesù, che era stato inaugurato informalmente il giorno prima, venne senza armi e senza esercito e non attaccò nessuna istituzione terrena, attaccò il tempio. Non aveva dignitari, solo alcune persone comuni e ciononostante, è chiaro che era il re di Dio perché aveva una missione divina.
Matteo dice che entrò nel tempio di Dio. Infatti è il tempio di Dio, e lì che Dio veniva profanato, disonorato e bestemmiato. Per Gesù, il problema in Israele non era l’occupazione Romana; il problema era la corruzione religiosa. Il Signore non era preoccupato della relazione tra il popolo e Roma. Era preoccupato della relazione tra il popolo e Dio. Non era preoccupato della loro politica. Non era preoccupato dei loro problemi sociali, c’erano molte cose che potevano esser attaccate. C’erano molte iniquità, molte ingiustizie, privazioni, maltrattamenti, abusi, ma non ne affrontò neanche uno.
Vi ricordate che iniziò il Suo ministero, in Giovanni capitolo 2, purificando il tempio. Quando arrivò, all’inizio del Suo ministero a Gerusalemme, entrò nel tempio, si sedette, pianificò, fece una frusta e purificò il tempio, iniziò tutto così in Giovanni 2 dal 13 al 17, e dopo 3 anni finì nello stesso modo, con un secondo assalto alla corruzione del tempio.
E giusto per mostrarvi quanto le cose fossero cambiate poco in quei tre anni, ascoltate alla descrizione del suo primo attacco al tempio, Giovanni 2:13, “Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesú salí a Gerusalemme. E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore, di colombi, e i cambiamonete seduti; fatta quindi una frusta di cordicelle, li scacciò fuori del tempio insieme con i buoi e le pecore, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò le tavole, e ai venditori di colombi disse: “Portate via da qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato”, cosí i suoi discepoli si ricordarono che stava scritto - Salmo 69:9 – “Lo zelo della tua casa mi ha divorato”, iniziò così, e finì così.
Tutto il suo ministero è sempre incentrato sullo spirituale. È sempre concentrato su ciò che riguarda il rapporto delle persone con Dio. Si preoccupa della vera adorazione del vero Dio nel modo vero - non della politica, non delle questioni terrene. Disse, in Giovanni 4, parlando con la donna samaritana, “Dio cerca i veri adoratori che Lo adorino in Spirito e verità”, si tratta sempre dell’adorazione.
Tre anni non cambiarono nulla, il suo obiettivo era inalterato, andò di nuovo al tempio, tralasciò molte questioni - questioni sociali, questioni economiche, questioni politiche, questioni di giustizia ed equità. Sapeva tutto quello che non era in armonia, sapeva tutto quello che non era come doveva essere, ma sapeva anche che l’unico modo per rimediare il tutto era d’avere una giusta relazione con Dio. Il suo ministero riguardava sempre il regno e la vera adorazione.
C’erano cose in quella nazione che solo i soldati potevano sistemare, c’erano cose che solo giuste guide potevano mettere a posto, c’erano cose in quella nazione che solo filantropi compassionevoli potevano sistemare, c’erano cose che richiedevano riforme sociali se mai dovevano esser modificate, ma niente di tutto ciò aveva importanza. Il tutto sarebbe stato solo come risistemare le sedie a sdraio sul Titanic - perché ciò che conta è la relazione personale con Dio. Come disse Pietro, “Il giudizio deve iniziare nella casa di Dio”.
Se il Signore dovesse venire in questo mondo, oggi, adesso, non andrebbe a Washington ad attaccare i poteri politici. Andrebbe nelle chiese, ed attaccherebbe gli eretici, gli ipocriti, gli sfruttatori, i falsi, gli impostori, e richiederebbe la vera adorazione di Suo Padre. Finché le cose rimangono errate nel tempio, tutto il resto rimane caotico. La misura di qualsiasi società è il suo rapporto con Dio. Il problema è sempre l’adorazione, sempre. Il giudizio deve iniziare nella casa di Dio.
Io rimango con Cristo, non posso farmi prendere da questioni politiche, militari, sociali. Mi addolora il fatto che l’ingiustizia prevale nelle istituzioni del mondo. Ma alla fine, la mia preoccupazione è la purificazione della chiesa perché l’unico rimedio è il vero vangelo predicato in una vera chiesa. Gesù andò al tempio. Quello era l’unico posto dove andare per l’opera di Dio.
Cosa trovò quando arrivò? La parola “tempio” qui è la parola generale, la parola generica per tempio, hieron. Si riferisce semplicemente al territorio, il terreno su cui si trovava il tempio e tutte le sue strutture, sul monte a est di Gerusalemme, proprio sul pendio del torrente Kidron. Le mura orientali della città erano in realtà le mura orientali del tempio - il territorio del tempio. Questo è il termine generale per il tempio che si riferisce alla sua totalità, il che significa che andò nella prima entrata al territorio del tempio – parola diversa da, naos, un altro termine tradotto con “tempio”.
Se tornate a Luca 1, dice che Zaccaria era un sacerdote, ed al versetto 9 di Luca 1, dice che “Entrò nel tempio del Signore per bruciare l’incenso”, la parola lì, per tempio è naos, e quello sarebbe l’interno, il posto dove solamente il sacerdote poteva entrare per bruciare incenso e fare offerte.
Non si direbbe perché entrambe sono tradotte con “tempio”. Questo è un termine che si riferice all’ampio teritorio generale del tempio. Il luogo sacro era situato proprio sull’altopiano, proprio sulla cima della collina, ed ovviamente era un luogo molto, molto ampio perchè poteva ospitare decine di migliaia di persone. Intorno al tempio c’erano delle grandi mura, colonnati, un sacco di edifici, scalinate che salivano in direzione del tempio.
Ora, all’interno di quest’area confinata dalle mura, c’erano diverse cortili interni che si stringevano sempre di più fino a quando si arrivava al tempio che era composto dal Luogo Santissimo e dal Luogo Santo. Prima si entrava nel Cortile dei Gentili, chiamato così perché rappresentava il limite che i Gentili non potevano oltrepassare. Tutti potevano andarci, chiunque poteva entrare nel cortile dei Gentili, ma se un Gentile si permetteva di andare oltre, doveva morire.
All’interno del grande cortile dei Gentili c’era un’altro cortile chiamato “Il Cortile delle Donne”, quello determinava il punto dove le donne potevano andare, ma ovviamente tutti gli Ebreo poteva andarci. Vi si entrava da una porta chiamata la “Porta Bella” - porta popolare per i mendicanti. Tutti gli Ebreo potevano entrare in quello che era chiamato il Cortile delle Donne.
Gli uomini potevano andare nel prossimo cortile interno chiamato, “Il Cortile degli Israeliti”, e questo era segnato da una porta chiamata la Porta di Nicanore, fatta nel Tempio Erodiano in bronzo corinzio ed era così massiccia che ci volevano 20 uomini per aprirla e chiuderla. Qui, la gente si radunava per il culto e tramite la porta potevano vedere il prossimo cortile che era il Cortile dei Sacerdoti, ed anche se non potevano entrarvici potevano osservare i sacerdoti mentre offrivano incenso e sacrificavano gli animali.
Nella parte posteriore del Cortile dei Sacerdoti c’era il tempio stesso. Il Luogo Santo ed il Luogo Santissimo. E dunque, le persone potevano guardare tramite le porte e vedere i sacerdoti, che in certi momenti del mattino e della sera offrivano sacrifici, ed ovviamente alla Pasqua sacrificavano tutto il giorno. L’intero complesso è chiamato il “Tempio di Dio”.
Ora, io vorrei focalizzare la vostra attenzione al Cortile dei Gentili. Se dovessi entrare nel Cortile dei Gentili sul lato est della città vecchia di Gerusalemme, ti scioccheresti. E se ami il Signore e credi nell’adorazione vera e pura saresti anche indignato. Gesù era adirato per quello che vide, ed era arrabbiato già dalla sera prima.
Cosa stava succedendo? Fondamentalmente, si può dire che il Cortile dei Gentili era stato tramutato in un centro d’affari dove si vendevano animali per i sacrifici. E un paio di settimane fa vi ho detto che c’è un resoconto di una Pasqua che indica che furono uccisi 260.000 agnelli, e da questo potete capire quanti animali ci sarebbero stati.
Inoltre, si dovevano comprare anche i diversi componenti per le offerte e i sacrifici, e c’erano anche i cambiavalute. Tutto questo veniva chiamato il Bazar di Anna. Anna e Caiafa, i sommi sacerdoti, gestivano l’operazione e diventarono schifosamente ricchi. Vendevano franchigie alle persone che vendevano gli animali, cambiavano il denaro e vendevano l’olio e le altre cose che venivano usate; vendevano tutte queste franchigie a prezzi altissimi e poi facevano si prendevano un’enorme percentuale del profitto che avevano i proprietari, così che il Cortile dei Gentili era pieno zeppo di questi negozi.
Lightfoot scrive che c’erano dei mercatini costanti nel empio che venivano chiamati “botteghe” dove, ogni giorno, venivano venduti vino, sale, olio e gli altri requisiti per i sacrifici, come gli animali.
Ora, ecco come funzionerebbe, si potrebbe dire: “Beh, ma perché non si portavano i loro animali?” beh, avrebbero dovuto farlo, avrebbero dovuto scegliere il meglio del gregge, uno senza macchia e senza difetti. Ma se portavi il tuo animale, era piuttosto rischioso perché ogni singolo animale che veniva sacrificato doveva passare l’ispezione sacerdotale.
Ed era vantaggioso per i sacerdoti rifiutare il tuo animale perchè quando lo rifiutavano ti obbligavano a comprare i loro animali ad un prezzo esorbitante, e come ho detto, una grande percentuale del guadagno veniva scremata e depositata nelle mani dei capi dei sacerdoti.
Portavi il tuo animale, lo rifiutavano ed alcuni registri ci dicono che si pagava fino a dieci volte il prezzo giusto. Dieci volte. Era tutta una rapina, un’estorsione da parte dei sacerdoti. Il rumore del luogo, la sporcizia del luogo, il fetore di tutti gli animali, il caos dell’allevamento nel tempio di Dio era nauseante per Cristo - la corruzione, la rapina, il furto, il tipo di persone che operavano in questo modo e che non avevano alcuna coscienza di truffare i poveri.
E poi c’erano venditori di colombe e piccioni perché c’erano alcune persone che erano così povere da non potersi nemmeno permettere un agnello, e così i poveri potevano offrire, secondo Levitico 12:6 e 8, potevano offrire due colombe. Le colombe valevano poco, probabilmente nel nostro conio erano qualcosa come 10 euro l’una. La tragedia, la prostituzione, la perversione, la corruzione era palese, e vile.
Poi c’erano i cambiavalute, kollubos è la parola che significa “cambiavalute”, significa “piccola moneta”, durante il periodo della Pasqua, ogni Ebreo doveva pagare la tassa del tempio, che era di metà Siclo. La si potava pagare localmente fino a un mese prima, ma se non la si aveva pagata, una volta arrivati a Gerusalemme bisognava pagarla al tempio con una certa moneta e se non si aveva l’importo esatto, allora bisognava cambiare i soldi il che costava il 25%.
È come viaggiare all’estero e cambiare i soldi all’aeroporto, vero? È meglio andare in banca prima di andare all’aeroporto. L’addebito era uno sfruttamento. L’intera faccenda, l’intero Bazar di Anna era ignobile e divenne il punto di ritrovo di ogni truffatore, ciarlatano ed imbroglione di ogni tipo. È lì che Gesù andò.
La religione era corrotta. È lì che diede la sua attenzione e tutto il suo intero essere era disgustato da ciò che vedeva, annusava e sentiva. Gesù era nel suo territorio. “La mia casa”, dice nel versetto 46. Questa è la parola di Dio presa in prestito dall’Antico Testamento in Isaia 56, “La mia casa” - questa è la mia casa, ed avete portato la vostra corruzzione nella mia casa”.
La sua casa non era le meschine istituzioni politiche del mondo, o le istituzioni sociali, la Sua casa era la casa dove risiedeva il nome di Dio, “Avete corrotto il Mio mondo, la Mia casa, la Mia gloria, la purezza del culto”. Matteo 12:6 dice che Egli è il Signore del Sabato ed è anche il Signore del tempio, e quindi era in missione divina, quella di aggredire il culto falso nel nome del vero Dio. Questa era una rivelazione di chi era, andò a difendere Dio e la sua casa contro i bestemmiatori.
In secondo luogo, vediamo la sua persona regale dimostrata non solo in una missione divina ma con un’autorità divina. Egli cominciò a scacciare coloro che stavano vendendo. Non riesco, non riesco a spiegare questa situazione nel modo in cui la vedo vividamente nella mia mente, come può una sola persona a chiudere quell’intera operazione?
Ecco qui il primo atto ufficiale del re riconosciuto. È un atto potente, potentissimo. Scacciò coloro che stavano vendendo, quante centinaia o quante migliaia cen’erano? E dovremmo forse supporre che si misero in fila e se ne andarono volenterosamente? Di buon animo? Senza lottare? Senza discutere? Senza opporre resistenza?
Cominciò a cacciare i venditori. Li fece uscire tutti, letteralmente li buttò fuori. I capi non avevano zelo per la gloria di Dio, l’onore di Dio, ma Lui sì. Forse fece un’altra frusta, non lo so, non dice cosa usò per farlo, ma se andate a Matteo 21 – e non dovete andarci, voglio solo ricordarvi di Matteo 21, che lì c’è una descrizione a partire dal versetto 12 e cen’è un altra in Marco 11, a partire dal versetto 15.
E Matteo dice che: “Egli rovesciò i tavoli dei cambiavalute”, non arrivò educatamente e disse: “Sentite, ragazzi, dovete smetterla e dovete andare via”, era irruento. Era una cosa fisica, fisicamente buttò fuori la gente, aveva letteralmente rovesciato i tavoli. I cambiavalute, dal Greco, coloro che facevano piccoli scambi, kollubos, li rovesciò dagli sgabelli e li buttò fuori fisicamente.
Non so quanto tempo ci sia voluto, ma dev’esser stato qualcosa da vedere, e dovevano esser terrorizzati dalla Sua forza perché se ne andarono; rovesciò i tavoli e sparse le loro monete dappertutto.
Matteo ci dice anche che rovesciò le sedie di coloro che vendevano colombe. Probabilmente avevano le loro colombe in piccole casse e si siedevano su piccoli sgabelli e li prese, li gettò fuori, rovesciò gli sgabelli e li scaraventò rotolando sul territorio del tempio. E Marco aggiunge, nel capitolo 11 versetto 16, che non permise a nessun uomo di portare nulla fuori dal tempio, il che significa che se ne andarono senza niente. Come fa una persona a svuotare un posto così?
Mi sarebbe piaciuto tanto esserci. In realtà, spero che Dio l’abbia registrato e che ci sarà un DVD in cielo. Io voglio vederlo, e se no, vorrei parlare con i discepoli che erano presenti, per ricevere un resoconto di prima mano, perfettamente accurato. Ha preso a calci gli sgabelli, ha buttato giù i tavoli, ha buttato fuori la gente, non ha permesso loro di prendere nulla. Che potere, che forza, che autorità, e che cosa stupefacente - attaccare Israele? Attaccare il tempio? E non i nemici d’Israele e i pagani?
Sono convinto che se il Signore Gesù venisse oggi in questo mondo, attaccherebbe la chiesa, non attaccherebbe Washington, non attaccherebbe le università. Attaccherebbe la chiesa con autorità divina.
Infatti, sarebbe legittimo pregare: “Signore, purifica la tua chiesa”, e con Pietro: “Il giudizio deve cominciare nella casa di Dio”. Dove sono i Martin Lutero che attacchino i cambiavalute ed i blasfemi che nel nome di Cristo, estorcono e praticano le loro ipocrisie e le loro eresie alle spese della gente?
Abbiamo i nostri falsi profeti, come c’erano allora, e lo fanno per il lurido guadagno. Ecco perché Pietro ci ha ricordato nel testo che ho letto questa mattina di non servire nel ministero per soldi. Oh, come il Signore odia coloro che pervertono il culto, specialmente coloro che pervertono il culto nel Suo nome, nel nome di Dio, e lo fanno per soldi, e lo fanno in modo disonesto e sfruttano le persone, gli ipocriti, e i falsi che promettono guarigioni e prosperità e fanno questo nel nome di Dio, nel nome di Cristo.
Vi dico che non vorrei essere nei loro panni quando arriverà il tempo della purificazione, e arriverà. E così vediamo chi è per la Sua missione divina e la Sua autorità divina.
In terzo luogo, dimostra impegno verso la Scrittura divina. Dimostra impegno verso la Scrittura divina. Versetto 46, “dicendo loro, questo è ciò che stava dicendo ripetutamente mentre faceva questo: “Sta scritto: “La mia casa è casa di preghiera, ma voi ne avete fatto un covo di ladroni”, e cita due testi dell’Antico Testamento - uno da Isaia e uno da Geremia. Questa è la casa di Dio, questo è un luogo dove le persone vengono per avere comunione con Dio, questo è un luogo di preghiera. La preghiera è l’essenza stessa dell’adorazione.
Che cos’è la preghiera? È comunione con Dio, ed è quello che si fa quando si adora, no? Questo è quello che si fa nell’adorazione, si esalta Dio, si onora Dio, si parla a Dio, si canta a Dio, si glorifica Dio, e queste sono forme di preghiera. Si confessano i propri peccati, ci si ravvede, ed è per questo che il tempio era stato progettato.
Cita, prima di tutto, Isaia 56:7, “la mia casa sarà una casa di preghiera”. Isaia aggiunge: “Per tutti i popoli”, che Marco include nel suo passaggio parallelo.
Il Tempio è sempre stato progettato e destinato da Dio ad essere un luogo di preghiera, un santuario di culto, un luogo di devozione, di meditazione, di quiete, di penitenza, di rottura, di confessione, di lode. E fu trasformato in un circo di bestemmie e furti, un covo di ladroni. Pensate a una delle grandi madri della Bibbia, Anna. In 1 Samuele, capitolo 1, andò al tempio e pregò, e trovò nel tempio un ambiente di tranquilla meditazione e petizione, non sarebbe stato così nel tempio ai tempi di Gesù.
Forse un più utile, tornate a 1 Re capitolo 8, quando il primo tempio fu costruito da Salomone, Salomone pregò una preghiera alla sua dedicazione, e la preghiera ci dice quale fosse lo scopo del tempio. Versetto 27 di 1 Re 8: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli ed i cieli dei cieli non possono contenerti; tanto meno questo tempio che io ho costruito” Non riuscirà a contenere Dio, non conterrà il Dio infinito.
Ma dice, “Nondimeno, o Signore, Dio mio, presta attenzione alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, ascoltando il grido e la preghiera che il tuo servo innalza oggi davanti a te”, dice, so che non riuscirà a contenerti, ma prego che per lo meno adempia il suo proposito. Qual è il suo scopo? Versetto 29: “I tuoi occhi siano rivolti notte e giorno verso questo tempio, verso il luogo di cui hai detto: “Lí sarà il mio nome”, per ascoltare la preghiera che il tuo servo farà rivolto a questo luogo!”
È un luogo di preghiera, e questo fu inaugurato proprio nella preghiera di Salomone. Versetto 30: “Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele quando pregheranno rivolti a questo luogo”, si poteva pregare nel tempio, attorno al tempio, o semplicemente rivolgendosi verso il tempio da un qualsiasi altro luogo. Simboleggiava la presenza di Dio, e quando pregavano verso questo luogo che simboleggiava la Sua presenza, versetto 30 “Ascolta dal luogo della dimora nei cieli; ascolta e perdona”.
Che tipo di preghiere stavano pregando? Preghiere di cosa? Confessione, penitenza, rottura, versetto 31: “Se uno pecca contro il suo prossimo e, perché costretto a giurare, viene a giurare davanti al tuo altare in questo tempio, tu ascolta dal cielo, intervieni e giudica i tuoi servi; condanna il colpevole facendo ricadere sul suo capo la sua condotta e dichiara giusto l’innocente col rendergli secondo la sua giustizia. Quando il tuo popolo Israele sarà sconfitto davanti al nemico perché ha peccato contro di te, se torna a te e loda il tuo nome, se ti prega e ti supplica in questo tempio, tu ascolta dal cielo e perdona il peccato del tuo popolo...” e continua per tutto il capitolo.
Quando pregano in questo luogo o verso questo luogo, ascoltate, versetto 35: “Quando il cielo sarà chiuso e non vi sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, se essi pregano rivolti a questo luogo, se lodano il tuo nome e si convertono dal loro peccato perché li hai afflitti, tu ascolta dal cielo, perdona il peccato dei tuoi servi e del tuo popolo Israele”, versetto 38: “ogni preghiera, ogni supplica che ti sarà rivolta da qualsiasi individuo o dall’intero tuo popolo Israele, quando ciascuno ha riconosciuto la piaga del proprio cuore e ha steso le mani verso questo tempio, tu ascolta dal cielo”.
Il proposito di questo luogo era quello della preghiera. E tutti i sacrifici che venivano fatti, al mattino e alla sera, erano simbolici del fatto che Dio ascoltava alle preghiere perché era stato espiato, perché era stato propiziato.
E poi continua nel versetto 42: “perchè si sentirà parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio disteso quando verrà a pregarti rivolto a questo tempio”, e continua fino al versetto 61: “Sia dunque il vostro cuore dato interamente al Signore, il nostro Dio, per seguire i suoi statuti e osservare i suoi comandamenti, come fate oggi”. Poi il re e tutto Israele con lui offrirono sacrifici davanti al Signore”. Si offriva un sacrificio propiziatorio, un sacrificio per soddisfare Dio, e quello permetteva l’accesso e per questo che era considerata una casa di preghiera.
Era una casa di preghiera, il tempio era una casa di preghiera, era il luogo dove si andava a pregare. Si lodava? Certo che si lodava. Ci si adorava e lodava Dio? Certamente. Ma principalmente, prima di quello, si confessava il proprio peccato, e si diceva quello che disse il Pubblicano in Luca 18, battendosi il petto, disse “Dio, sii propizio nei miei confronti. Applica il sacrificio che viene offerto in questo momento”.
Salmo 27:4: “Una cosa ho chiesto al Signore e quella cerco: di dimorare nella casa del Signore” quello è tempio, “tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e meditare il suo tempio”, è un luogo di meditazione, è un luogo di confessione, è un luogo di preghiera.
Salmo 65:4: “Beato l’uomo che tu scegli e fai avvicinare a te, perché abiti nei tuoi cortili; noi saremo saziati dei beni della tua casa, delle cose sante del tuo tempio”, un luogo di bontà, un luogo di confessione, un luogo di lode, un luogo di comunione con Dio. Nel caotico tempio d’Erode nella Pasqua del 30 d.C. c’era tutto meno che questo.
“Infatti”, disse Gesù, “ne avete fatto un covo di ladroni”, linguaggio preso in prestito da Geremia capitolo 7 versetto 11. “Avete trasformato questo santo rifugio di preghiera e di adorazione in un covo di ladroni”, Geremia 7 parla addirittura di tutte le abominazioni, “il mio nome è diventato un covo di ladroni”, dice Dio in Geremia 7.
Ai ladroni piaceva rintanarsi nelle grotte, è molto probabile che i ladri si nascondevano nelle grotte. Il tempio era diventato il loro nascondiglio, era diventato una caverna per i ladroni, un rifugio per ladri piuttosto che per adoratori, un luogo per proteggere i bestemmiatori. Non c’era bisogno di nascondersi in una grotta, potevano semplicemente comprare uno spazio, uno stand, nel tempio.
E questo fu un atto momentaneo da parte di Gesù, ma la situazione era così penosa, che 40 anni dopo, nel 70 d.C. Dio mandò l’esercito Romano a distruggere totalmente il tempio, e da 2.000 anni a questa parte non fu più ricostruito, ecco quanto era penosa la situazione. È lì che Gesù andò perché quello era il suo posto, e come ho detto, se dovesse ritornare oggi non attaccherebbe le istituzioni di questo mondo, attaccherebbe la chiesa, la chiesa corrotta, infedele e falsa. E quindi abbiamo visto il Re in una missione divina con autorità divina, adempiendo la Parola divina.
In quarto luogo, ha dimostrato la compassione divina. Di nuovo, la manifestazione di chi era veramente era evidente, dall’altro lato vediamo la compassione divina. Versetto 47: “Ogni giorno egli insegnava nel tempio”, e questa è davvero una frase semplice e sorprendente, ogni giorno egli insegnava nel tempio. Cosa insegnava? Quali sarebbero state le cose che gli stava dicendo?
Guardate al capitolo 20, versetto 1, “E in uno di quei giorni avvenne che, mentre egli istruiva il popolo nel tempio e predicava l’evangelo...” è questa compassione? Cosa sta facendo? Sta predicando il vangelo. Cos’è il vangelo? La buona notizia di cosa? Della salvezza, del perdono, del Cielo, della vita eterna! Questa è davvero la bellezza dopo la bruttezza.
Credetemi, il Cortile del tempio non era ordinato. C’erano animali dappertutto i cui proprietari erano stati cacciati, c’erano soldi sparsi, uccelli che svolazzavano, tavoli rovesciati, sgabelli che rotolavano, ogni tipo di detriti sparsi in ogni direzione. Ma la profanazione fu fermata per alcuni giorni e, per un po’, il Figlio di Dio dominò la Casa di Dio con compassione, insegnando ogni giorno - Martedì, Mercoledì, Giovedì.
Per l’ultima volta, il Salvatore, proclama il vangelo della salvezza a un popolo recalcitrante. “Ogni giorno” significa che questo era quello che faceva ogni giorno che era rimasto nella settimana.
Il contenuto del Suo insegnamento? Il vangelo, oppure, capitolo 20 versetto 21, “Costoro lo interrogarono, dicendo: «Maestro, noi sappiamo che tu parli e insegni rettamente e che non usi alcuna parzialità ma insegni la via di Dio in verità”, o “la vera via di Dio”, stai insegnando il vangelo, stai insegnando la vera via di Dio.
Ed alla fine del capitolo 21, quando conclude il suo ministero d’insegnamento - a proposito, ciò che insegnava è incluso nei capitoli 20 e 21, ma alla fine, capitolo 21 versetto 37 dice, “Durante il giorno egli insegnava nel tempio, e la notte usciva e la trascorreva all’aperto sul monte degli Ulivi. E tutto il popolo, al mattino presto veniva da lui nel tempio per ascoltarlo”.
E dunque, giorno dopo giorno, insegnava e le persone venivano, riempivano il locale per ascoltarLo insegnare con compassione il vangelo e la via di Dio, il modo di vivere di Dio, la via di Dio verso il cielo. Questa è la dimostrazione dell’amore di Dio: furia, sì; ira, sì; compassione, sì; amore, sì.
Con grande indignazione, Gesù scacciò coloro che vendevano, la maggior parte dei colpevoli se ne andarono, ma alcuni rimasero. Le autorità del tempio erano furiose, come vedremo tra poco, ma c’era anche il popolo, e per l’ultima volta, voleva parlare con loro.
Mentre studieremo i capitoli 20 e 21, scopriremo che queste sono le cose che insegnò: il vangelo, la via di Dio, e queste sono le cose positive; però insegnò anche alcune cose molto, molto negative. Parlò contro i capi, contro gli eretici, contro gli ipocriti, promise la distruzione di Gerusalemme e promise il Suo ritorno in giudizio. Ed anche quello è compassionevole.
È compassionevole predicare il vangelo, è compassionevole predicare la via di Dio, è compassionevole mettere in guardia contro i falsi leader, gli eretici, gli ipocriti. È compassionevole avvertire del giudizio divino. Tutto è compassionevole, chiamare le persone alla salvezza alla luce del giudizio.
Ma Matteo ci dice qualcos’altro. Matteo dice che non stava solo insegnando, Matteo dice in modo meraviglioso, che sia i ciechi che gli zoppi venivano a Lui ed erano guariti. I ciechi e gli zoppi venivano a Lui ed erano guariti. Dimostrando ancora la Sua compassione, dimostrando ancora la Sua forza, dimostrando ancora quello che abbiamo sentito cantare nel Salmo 103, Egli guarisce tutte le vostre malattie. Scaccia? Sì. Rovescia? Sì.
Però guarisce e predica con compassione il vangelo e anche se i colpevoli fuggono gli altri rimangono, ira e amore in perfetto e divino equilibrio. Spaventa i colpevoli, ed attira i sofferenti. Vennero dal guaritore gentile senza timore, vennero senza timore dal predicatore del Vangelo, eppure li spaventò avvertendoli del giudizio.
I ciechi e gli zoppi, di cui parla Matteo, tendevano a frequentare il tempio perché è lì che la gente veniva quando si sentivano religiosi, ed era un buon posto per fare l’elemosina. Questa volta ricevettero più di qualche moneta. Ricevettero la vista, il movimento, e queste sono le cose meravigliose che fece Gesù, prove meravigliose e sorprendenti della sua divinità.
Probabilmente pensavano che quello sarebbe stato sufficiente, era Martedì, ed una grande e gloriosa esibizione di miracoli, per sigillare nella mente del popolo che era veramente il Messia, ma la risposta dei capi era solo di maggiore rabbia, e alla fine, convinsero la folla che, più avanti nella settimana, al capitolo 23:21 gridarono, “Crocifiggilo! Crocifiggilo! Crocifiggilo!” I capi di fronte a questa scena di compassione divennero irascibili.
Matteo ci dice che erano ancora più agitati perchè c’erano dei ragazzi sul territorio del tempio che Lo lodavano, adempiendo il Salmo 8. I capi stavano perdendo il controllo, e dunque leggiamo l’ultima prova del Suo carattere divino. Era in missione divina con autorità divina, era fedele alla rivelazione divina, mostrava una compassione divina e stava adempiendo al proposito divino.
Non è scioccante il fatto che il risultato fu questo, versetto 47, nel mezzo del versetto, “...ma i capi dei sacerdoti, gli scribi ed i capi del popolo cercavano di farlo morire. Ma non riuscivano a decidere che cosa fare, perchè tutto il popolo lo ascoltava pendendo dalle sue labbra”.
In suo favore, c’era ancora un’enorme quantità d’emozione da parte della folla che pendeva dalla celebrazione di Lunedì. Aveva purificato il Tempio, e francamente, per la maggiorparte delle persone quello era un più, giusto? Perché venivano maltrattati. E poi i miracoli continuarono, e poi quest’incredibile insegnamento da parte di quest’uomo che aveva fatto quello che aveva fatto nel Tempio con una tale presenza ed una tale forza, fisica e spirituale, era ovvio che erano attratti da Lui, per lo meno con un interesse temporaneo.
I capi dei sacerdoti, gli scribi e i capi del popolo: i capi dei sacerdoti erano coloro che gestivano il tempio - gli Scribi erano gli avvocati, gli avvocati religiosi, gli studiosi che li sostenevano con i loro presunti studi delle Scritture, i capi degli uomini erano l’insieme delle persone in carica, forse il Sinedrio, o per lo meno la classe dirigente. Collettivamente, erano d’accordo, volevano Gesù morto. Ora, lo volevano morto più che mai, e secondo Marco 11:18 stavano solo cercando “come” ucciderlo. Avevano difficoltà a trovare un modo perché era così popolare, tutto il popolo pendeva dalle sue labbra.
Il linguaggio nel verso 48 è piuttosto grafico, non riuscivano mai a trovare una strategia giusta, perché tutto il popolo, ed ecco quì un’altra parola grafica, “pendevano dalle sue labbra” è la traduzione letterale dal Greco, gli davano grande attenzione, naturalmente nessuno aveva mai parlato come Lui.
Purtroppo però, tra pochi giorni, la folla lascerà il colpo, richiese il suo sangue e dopo la sua resurrezione, ci saranno solo 120 credenti in Giudea e 500 in Galilea. Fu rifiutato, rifiutato dalla nazione, rifiutato dai capi, ma anche questo soddisfò il proposito di Dio, Isaia 53: “Era disprezzato e rifiutato”.
In perfetto orario. Stavano cercando di ucciderlo, stavano solo cercando il modo di farlo, e tutto questo al perfetto orario, perché Venerdì sarebbe morto come l’agnello sacrificale scelto da Dio. Tutto ciò di cui avevano bisogno era un modo per prenderlo. Ed alla fine ci riuscirono con Giuda e la manipolazione della folla che Venerdì si trovava insoddisfatta a riguardo di quello che volevano che Gesù facesse.
In un certo senso, è ancora così, i capi religiosi, i teologi, gli studiosi, i burocrati si oppongono a Gesù, e la maggior parte della gente lo rifiuta perché non corrisponde alla loro immagine di quello che dovrebbe essere un grande Messia, un grande Liberatore, un Re. E c’è sempre solo un gruppo di credenti fedeli, ma nonostante tutto la Sua maestà è ugualmente chiara, chiara nella Sua missione, nella Sua autorità, nella Sua devozione alla Scrittura, nella Sua compassione e persino nel Suo rifiuto. Questo è esattamente il modo in cui Dio l’aveva pianificato.
E miei cari, Gesù Cristo è il purificatore divino, è perfetto nell’amore, ma è anche perfetto in santità; è perfetto nella bontà, ma è anche perfetto nel giudizio, è perfetto nella compassione, ed è perfetto nella vendetta. Non può tollerare l’ingiustizia o l’inganno, e quando viene rifiutato nell’offerta della salvezza, diventa il giudice di ogni vita. La mia preghiera per voi è che lo conosciate come Salvatore e non come Giudice.
Padre nostro, veniamo ora alla fine del nostro tempo di adorazione per questo momento, portati ad un punto di considerazione severo ed eterno. Vivremo per sempre o adorando Gesù Cristo come Salvatore, o maledicendolo come giudice, o nelle gioie e nelle glorie della beatitudine del Cielo o negli orrori e nelle agonie delle torture dell’Inferno. Ed il giudizio deve iniziare nella casa di Dio, nella chiesa. Qui ci sono delle persone, questo è il Suo posto, questa è la tua chiesa, Gesù viene a noi qui, e dice: “È la tua adorazione vera? Oppure sei un ladrone che si sta nascondendo in questo luogo? Sei un falso, un ipocrita, un ingannatore?”
Signore, compi la Tua opera della salvezza di grazia, vieni a questa congregazione ancora oggi, alla tua chiesa, vieni a coloro che professano il tuo nome! Vieni in compassione. Vieni a guarire, a perdonare, a salvare e a mostrare la via di Dio nella verità. Vieni con il vangelo affinché i peccatori possano ravvedersi prima che Tu debba ritornare a buttarli fuori come bestemmiatori.
Oh, Signore, ci addoloriamo. Amiamo la Tua chiesa perché Ti amiamo. Ci addoloriamo per gli ipocriti, i falsi, i bugiardi, i manipolatori, i bestemmiatori che nominano il Tuo nome e sfruttano le persone per il proprio benessere e guadagno. E vorremmo chiederti, Signore, di purificare la Tua chiesa, che tu possa purificarla da cima a fondo da un lato all’altro, dal davanti al di dietro, affinché possa veramente portare gloria al Tuo nome.
Raggiungi questa congregazione ed illumina letteralmente ogni anima che non ha ancora abbracciato Cristo per fede in ravvedimento, affinché possano farlo oggi stesso. Vogliamo conoscerti come Salvatore nella pienezza di gioia che questo porta ora e per sempre, non come giudice. Per la Tua gloria, Signore, compi la Tua opera. Purifica questo luogo, questa chiesa portando la Tua salvezza di grazia ai cuori di coloro che hanno disperatamente bisogno di conoscerTi.
Ti ringraziamo, Padre, che hai mandato Tuo Figlio nel mondo non per condannarci ma per salvarci. Ti preghiamo di compiere oggi la tua opera di salvezza e che tu sia compiaciuto di farlo per la tua gioia, e ti chiediamo queste cose nel nome di Tuo Figlio. Amen.
FINE

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