
Stiamo continuando uno studio per queste poche settimane sul tema della perseveranza dei santi. Questo è, penso sia un buon titolo biblico per descrivere una dottrina che viene spesso chiamata “dottrina della sicurezza eterna, o della sicurezza del credente”. Il punto centrale di questa dottrina è che quando il Signore salva, quella salvezza è per sempre, mai da revocare. La Bibbia è chiara su questa verità di base, e la verità di base è che la salvezza, per sua stessa natura, è irrevocabile.
Nonostante la chiarezza della Scrittura su questo punto, però, ci sono coloro che sono caduti sotto l’influenza di insegnamenti che lo rinnegano. Ci sono molti nella chiesa cristiana che vivono con una sorta di timore per la possibilità che potrebbero perdere la loro salvezza. E vengono avvertiti che possono a causa del peccato o della mancanza di fede, possono perdere quella salvezza che Dio gli ha dato. Ovvero, è come dire che un credente può tornare ad esser non credente, una nuova creatura in Cristo può tornare di nuovo alla sua vecchia natura, che coloro che ora sono figli di Dio possono tornare ad essere figli del diavolo. Coloro che sono cittadini del cielo possono diventare occupanti dell’inferno. In effetti, tutto ciò che ci viene dato in Cristo può essere perso e rinunciato.
Ed inevitabilmente, coloro che insegnano questa dottrina cercano di sostenerla con le Scritture. E portano una lista di passaggi dottrinali da essere usati in supporto all’idea che si possa perdere la propria salvezza. Ho affrontato questo tema nel corso degli anni molte, molte volte, e su molti fronti, e non ultimo cercando d’aiutare i russi - i credenti della russia – a comprendere questa dottrina, perché per tanti anni è stato loro insegnato che è possibile perdere la propria salvezza. In un’occasione, per illustrare il punto, mi trovavo a Minsk, in Bielorussia. La Bielorussia è una repubblica molto interessante, un tempo parte dell’Unione Sovietica, ma è quella che fu più drammaticamente colpita da Chernobyl, perché la radioattività uscita da Chernobyl si trova nel suo suolo e quindi nell’acqua e nella catena alimentare, e quindi l’intera nazione sta morendo, ed è davvero un posto incredibile da visitare, al quale ci sono stato in diverse occasioni.
Ma una volta siamo andati in un vecchio campo militare comunista per una conferenza di pastori, il che è stato un cambiamento piuttosto interessante: dove un tempo venivano addestrati i soldati comunisti, ora venivano addestrati pastori e son rimasto lì con loro per una settimana, dormendo nelle baracche in quel posto con il proposito d’insegnar loro la Parola di Dio, con delle sessioni lunghe ed intense giorno, giorno dopo giorno, dopo giorno... E durante quel periodo, dissi qualcosa sul fatto che la salvezza è per sempre, che è eterna, e che non si può perdere. E credo che lo dissi nel contesto di uno studio che stavamo facendo nel libro di Romani, in particolare ci trovavamo nel capitolo 8.
E non credo che lo resi un punto principale della questione, dissi alcuni commenti e poi sono passato all’argomento che stavamo trattando, e questo è successo alla fine della giornata, e dopo un po’ di ristoro sono andato nella parte delle baracche dove mi trovavo, ho dormito, mi sono alzato la mattina e sono tornato nella sala dove c’era una piccola colazione e poi abbiamo ripreso le nostre riunioni. E quando sono tornato, sono stato accolto dalla persona che stava dirigendo l’incontro, che mi disse che ciò che avevo detto alla fine della serata a riguardo del fatto che la salvezza è eterna ed irrevocabile aveva provocato un po’ di scalpore, tanto che 27 dei leader erano rimasti svegli tutta la notte. E sono rimasti svegli tutta la notte compilando una lista di versetti che li mettevano in difficoltà nell’accettare quell’insegnamento, e mi dissero: “Ecco i versetti... Ora, oggi, vogliamo che tu risponda a tutti questi versetti”,
Giusto, no? Voglio dire, se è vero, deve reggere alla prova della Scrittura. E quindi, nel miglior modo possibile, ho cercato di affrontare quei versetti e di mostrar loro come comprenderli. E per essere equi a voi, in particolare a coloro che hanno ricevuto quest’insegnamento, che la salvezza si può perdere, son certo che voi conosciate alcuni di quei versetti, e quindi penso sia importante fargli un po’ riferimento. E quindi voglio farlo adesso, perchè questi, essenzialmente sono i versetti che molto spesso – o sono i versetti principali che spesso – vengono usati per sostenere l’idea che si possa perdere la propria salvezza.
Giovanni 8:31 è uno di questi. Giovanni 8:31 dice: “Se dimorate nella mia Parola, allora siete veramente miei discepoli” E quindi dicono: “Vedi, se non rimani nella parola, smetti d’esser un discepolo”, e poi c’è Giovanni 15:6, “Se uno non dimora, o rimane in me, viene gettato via come il tralcio e così si secca; e poi si raccolgono e vengono gettati nel fuoco a bruciare”, se non rimani fedele, finirai all’inferno, se non dimori ti ritroverai all’inferno.
E poi c’è Matteo 24:13, “Colui che avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”, il che di fatto, dipende davvero dalla tua perseveranza e la stessa cosa è anche menzionata in Matteo 10:22, e poi c’è Atti 13:43, dove Paolo e Barnaba stavano parlando ai Giudei ed ai gentili timorati di Dio, e cito: “Esortandoli a perseverare nella grazia di Dio”, e quindi, sembra che dobbiate voler e che dobbiate impegnarvi a perseverare nella grazia di Dio per essere salvati alla fine.
Altri versetti, Romani capitolo 2. Romani capitolo 2. “Dio - versetto 6 - renderà a ciascuno secondo le sue opere: 7 vita eterna a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità”, in altre parole, se non perseverate nelle opere buone, non perseverate nel cercare gloria, onore e immortalità, non riceverete la vita eterna. E poi nel capitolo 1 di Romani - e ci sono altri versetti, questi sono solamente tra i più noti - Romani 11:22, “Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso”.
E così, ci sono questi avvertimenti riguardo il dimorare, rimanere, perseverare, continuare... Colossesi capitolo 1 ci offre forse un avvertimento familiare. Dice, nel versetto 21: “Anche voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, 22 ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per mezzo della sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili”, parlando della salvezza, voi eravate malvagi e ora vi ha resi santi. Versetto 23: “se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato”, quindi di nuovo, c’è questa parola, “perseverare”. Le parole sono praticamente le stesse in tutti questi versetti: Dimorare, rimanere, continuare, tutte tracciano il contenuto indietro ad un’origine comune nel greco.
Ebrei capitolo 3 aggiunge qualche altro elemento a questo discorso - e questi sono altri versetti che ho dovuto discutere con i nostri cari fratelli in Russia per aiutarli a capirli. In Ebrei 3:6: “ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo”, ed al versetto 14: “Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio”, si parla di tener duro. Si parla di perseverare. Si parla di continuare. Si parla di rimanere. Si parla di dimorare. Tutti questi passaggi devono essere compresi.
Son avvertimenti di aggrapparsi alla propria salvezza? Sono avvertimenti al fatto che se lasciate andare, o se vi allontanate, se deviate o se non perseverate, perderete la vostra salvezza? Beh, se lo fossero, allora la Bibbia si contraddirebbe. Chiaramente, la Scrittura insegna che la salvezza è per sempre. Insegna anche che la salvezza è opera di Dio e che non potete salvarvi da soli, né inizialmente né in modo continuativo. Non potevate essere salvati inizialmente dalla forza della vostra fede, e non potete mantenere la salvezza con la forza della vostra fede e questo l’abbiamo già detto.
L’idea qui è che questi non sono avvertimenti ai credenti di aggrapparsi con tutte le loro forze, affinché non perdano la loro salvezza. Sono piuttosto affermazioni che coloro che perseverano, coloro che continuano, coloro che rimangono saldi, danno prova d’essere coloro che son stati veramente salvati. Quindi, potete prendere tutti questi versetti e rispondere a tutti nello stesso modo. Gesù sta dicendo: “Che se sei uno di quelli che dimora nella Sua Parola, allora dimostri d’esser un vero discepolo; che se invece sei uno di quelli che non dimora, non sei un vero discepolo. Se sei uno di quelli che persevera, riceverai la salvezza finale. Se continuerai nella grazia di Dio e nella speranza del vangelo, e rimani saldo, allora provi di aver ricevuto l’opera potente della salvezza di Dio, perché così facendo possiedi l’unica fede che salva, che persevera”.
Questi passaggi quindi definiscono quindi la natura della fede salvifica. Non sono avvertimenti nel senso che i credenti dovrebbero essere messi in guardia di rimanere aggrappati, no, son avvertimenti a credenti superficiali, a falsi credenti, a credenti di professione che non sono genuini. E stanno dicendo: “Se la tua fede è reale, persevererà fino alla fine, mantenuta da Dio, protetta da Dio”.
Però com’è che ci protegge? Con la fede. Ci dà una fede che salva ed una fede che persevera fino alla fine. Siamo stati salvati per fede e perseveriamo per fede. Non è naturale. È soprannaturale. È un dono di Dio, come dicono Efesini 2:8-9. Così com’è che vero che non siete stati salvati senza fede, un dono di Dio, non potete mantenere la vostra salvezza fino alla glorificazione con una fede umana, ma piuttosto con quella stessa fede soprannaturale che Dio vi ha dato. Vi è stato comandato di credere e l’avete fatto, credendo per la vostra salvezza. Vi è stato comandato di obbedire al vangelo per la salvezza, e così è stato, ora però vi è comandato di credere e obbedire per la santificazione e così è. E vi è stato comandato di perseverare nell’obbedienza e nella fede fino alla fine, e così sarà, però quello che gli autori stanno dicendo è che è così che si identifica il vero credente.
Sei autentico se perseveri. Ed il testo su cui si basa tutta quest’interpretazione è 1 Giovanni 2:19, “Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; infatti se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto affinché fosse palesato che non tutti sono dei nostri”, quando qualcuno abbandona la fede è la prova definitiva che non era una fede salvifica. Non era la fede soprannaturale che Dio dà, perché non è rimasta, perché non è dimorata, perché non è continuata, perché non ha mantenuto, perché non ha perseverato.
In 2 Timoteo 2:12 leggiamo questo: “Se perseveriamo, con lui altresì regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà”, ci sono solo due possibilità per coloro che professano Cristo: quelli veri ed i falsi. Se perseveriamo, siamo quelli veri e regneremo. Se lo rinneghiamo, egli ci rinnegherà! E vi ricordate cosa disse Gesù? “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò”. Se qualcuno rinnega Cristo, rigetta Cristo, tutto ciò che sta manifestando è che non ha mai avuto la vera fede, perché la vera fede è una fede perseverante, è il dono di una fede soprannaturale che persevera fino alla fine. Il versetto 13 quindi, di 2 Timoteo 2, dice: “Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso”, Egli si è identificato con te, e ti ha fatto partecipare alla sua vita. Coloro che perseverano sono i veri credenti. Coloro che non perseverano sono falsi di professione, ed i veri credenti avranno difficoltà temporanee con la loro fede.
Ed è così, ci sono momenti in cui la nostra fede è debole. E ci dimenticheremo mai le parole di Gesù che disse ai suoi stessi seguaci devoti: “O voi di - che cosa? - di poca fede?” Ma non ci fu mai un rinnegamento totale e definitivo. Quindi, è davvero appropriato che ci rivolgiamo a Pietro, perché Pietro aveva la vera fede salvifica, ma manifestò anche una debolezza temporanea e persino un rinnegamento temporaneo quando fu confrontato durante il processo di Gesù. Torniamo dunque al nostro testo di 1 Pietro capitolo 1.
Pietro è colui a cui ci rivolgiamo per una forte testimonianza di perseveranza nonostante una fede debole, e di essere protetti da Dio con una fede che non può fallire. La fede di Pietro ebbe i suoi momenti di debolezza. Ci furono quei rinnegamenti temporanei. Potrei riempire anche qualche dettaglio per voi, Pietro ebbe quella terribile caduta temporanea, ricordate, prima della Pentecoste, prima che lo Spirito Santo venne a dimorare in lui, “Ma quando lo Spirito Santo verrà su di voi, riceverete potenza”, disse Gesù.
Dopo la venuta dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, non si sente più nulla di alcun rinnegamento da parte di Pietro. Si alza davanti a tutta la popolazione di Gerusalemme e predica Cristo, però Pietro capiva cosa fosse la fede perseverante. Capiva le cadute, ma capiva anche la fede perseverante. Le sue cadute non furono mai definitive nè complete, capiva certamente l’amore fedele del Signore. Conosceva la restaurazione. Ricordate com’è che il Signore lo restaurò? Comprendeva la grazia. Comprendeva la forza della fede che il Signore gli aveva dato. Se siete autentici, la vostra fede non fallirà completamente o definitivamente. Fino alla fine, confiderete in Cristo perché siete custoditi.
Guardiamo al versetto 5, 1 Pietro 1:5: “che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede”, e questa è una dichiarazione importantissima, “che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede”, com’è che Dio ci custodisce? Con la nostra fede, con la nostra fede perseverante, duratura, e continua, ora ricordate, Pietro stava scrivendo a cristiani che stavano subendo persecuzioni, persino al martirio, e di fronte a tutto quello, si stavano chiedendo se la loro fede avrebbe retto, e ne erano molto preoccupati. La loro fede sarebbe fallita se fossero stati fatti prigionieri? La loro fede sarebbe fallita se avessero dovuto affrontare percosse? La loro fede sarebbe fallita se si fossero trovati davanti alla morte?
Non confidavano nella loro forza, perché conoscevano le loro stesse difficoltà come credenti. Sapevano di vivere, come noi, in Romani 7, non facendo ciò che volevano fare e facendo ciò che non volevano fare, combattendo contro la carne residua. E si chiedevano se sarebbero mai riusciti a sopravvivere nelle prove estreme della persecuzione. Non fidandosi della loro fede, temevano che la loro fede potesse fallire. Pietro scrive questa lettera e nota che avrebbero attraversato momenti molto, molto difficili. Nel capitolo 2 al verso 20, parla di essere trattati duramente e di sopportarlo con pazienza. Nel capitolo 3, parla del male che potrebbe capitar loro. Nel capitolo 4, parla della sofferenza cristiana - versetto 16 - e di non svergognarsi ma di glorificare Dio. Ed è abbastanza chiaro che avrebbero affrontato tempi molto difficili. Capitolo 5 versetto 10: “Ora il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, dopo che avrete sofferto per un po’ di tempo, vi perfezionerà”,
Quindi la lettera riconosce che sono sotto intimidazione e minaccia molto serie. E sono preoccupati se la loro fede avrebbe sopravvissuto, e Pietro dice nel versetto 5: “voi siete custoditi”, siete “custoditi dalla potenza di Dio mediante la fede”, e quello che sto dicendo è che non è la vostra fede, ma è la fede che viene da Dio, data a voi come un dono, è una fede soprannaturale.
Ed ora stiamo esaminando gli elementi o i componenti di questa protezione. E lasciatemi tornare brevemente a ciò che abbiamo detto l’ultima volta. Prima di tutto, siamo custoditi da una speranza viva. Custoditi da una speranza viva, 1 Pietro 1:3-4, “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesú Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesú Cristo dai morti, per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è – amo questa parola - conservata in cielo per voi”.
Avete una “speranza viva”. Cos’è? Una speranza che non può morire, questo è il punto. È una speranza che non può morire. Non potrà mai morire. Ebrei 6:19 dice: “Questa speranza la teniamo come un’àncora dell’anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina”. E qual è la nostra speranza? La nostra speranza è il cielo. La nostra speranza è vedere Cristo, ricevere la nostra ricompensa eterna, entrare nella nostra dimora celeste, ricevere la nostra eredità.
Questo è il nostro futuro, il futuro della prossima vita. Questa è un’eredità che, dice Pietro, è incorruttibile. Cioè, in quanti modi potrebbe mai dirlo? Non può perire, è incontaminata. Non può essere corrotta. È senza macchia, non può svanire, ed è conservata, ed è, francamente, “conservata per voi in cielo”, ed a proposito, il cielo è il posto più sicuro di tutti, ecco perchè in Ebrei 6 dice che il nostro grande Sommo Sacerdote, il Signore Gesù Cristo, è entrato nel cielo, è entrato nel cielo. Ascoltate qui: “Quest’àncora... abbiamo come già detto – è un’ancora dell’anima, sicura e ferma ed è una che penetra al di là dalla cortina, dove Gesù è entrato come nostro precursore”.
Gesù è andato in cielo ed ha ancorato lì la nostra speranza eterna. La nostra speranza è ancorata, sicura nel luogo più sicuro di tutti, il cielo. Mi viene in mente Matteo 6:19-21: “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano e dove i ladri scassinano e rubano”, è il luogo più sicuro di tutti.
In Apocalisse 21:27, “Niente d’impuro entrerà mai lì dentro, nè chi commette qualsiasi abominazione o falsità, ma solamente coloro che sono stati scritti nel libro della vita dell’Agnello”. Nessun ladro può arrivare lì a rubare la vostra eredità. Apocalisse 22:14: “Beati quelli che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città, fuori dal Cielo ci sono i cani, i maghi, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna”, è il posto più sicuro dove mettere qualsiasi cosa, perché lì vi sono solo i redenti ed i giusti. E ciò che si trova in cielo è sigillato.
Tornate per un momento ad Efesini 1, Efesini capitolo 1 presenta questa grande dichiarazione nei versetti dal 3 al 14. I versetti 3-14, come dicono molti studiosi, costituiscono una sola frase, il che significa che Paolo era piuttosto entusiasta, non mise mai alcun punto, è un qualcosa che continua a fluire, ed inizia con: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesú Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo”, “ogni benedizione spirituale”, “ogni benedizione spirituale”, che cosa comporta? “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui”, ora, capitemi bene qui, ok?
“In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui”, prima che il mondo cominciasse, prima che il tempo cominciasse, egli ci ha scelti per essere lì con lui alla fine, nella gloria. E così ci porterà lì. “ avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesú Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia”, ci ha predestinati a essere adottati come figli. Questa era la sua intenzione. Questo era il suo volere. Ed è a lode della gloria della sua grazia. Così ha deciso nell’eternità passata di portarci alla gloria. Ha predestinato la cosa.
“E quindi, ci ha concesso gratuitamente la sua grazia nell’amato, ed in lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi”, e poi giù al versetto 11: “In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie tutte le cose, secondo il disegno della sua volontà”, questa è un’eredità che è stata predeterminata prima che il tempo cominciasse. Il nostro destino eterno è stato stabilito, sigillato e garantito, per così dire, prima che il mondo fosse creato.
Ed era tutto “secondo – versetto 11 - secondo il suo proposito che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà”. Lo scopo di tutto ciò era che noi, che abbiamo sperato per primi in Cristo, fossimo a lode della sua gloria. “In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, ed avendo creduto in lui, - guardate qui – voi avete - dopo aver creduto, qual’è la prossima parola? - avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso”, ora, potete chiamare lo Spirito Santo in tanti modi, ma quando lo chiamate “Spirito Santo della promessa”, lo Spirito Santo viene come un sigillo per garantire qualcosa di futuro, qualcosa che non è ancora stato realizzato. “Siete stati sigillati in lui nel momento in cui avete creduto, e lo Spirito Santo della promessa vi è stato dato come pegno” quello è il termine greco, “arrabōn”, ovvero: “caparra”, “caparra”, è anche il termine per l’anello di fidanzamento, della nostra eredità”.
Vi è stato dato lo Spirito Santo come sigillo nel momento in cui avete creduto, mentre Dio guardò il futuro “fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria”, e quella frase, “a lode della sua gloria”, viene ripetuta più volte in questo passo. Quindi, capite bene che dal momento in cui avete creduto, siete stati sigillati e la vostra eredità è immutabile. Questo è il modo in cui Dio lo ha pianificato nell’eternità passata, e questo è il suo proposito, questa è la sua volontà, ed è esattamente quello che farà. Dal momento in cui avete creduto, siete stati sigillati e lo Spirito vi è stato dato come sigillo.
Guardate al capitolo 4, stesso libro, Efesini 4 versetto 30, “Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione”, vi è stata data una speranza viva, miei cari, una speranza viva, una speranza che non può morire, un’eredità che non potrà mai cambiare, e vi è stata data una caparra, una garanzia nello Spirito Santo della promessa, che vi sigilla fermi per quel giorno. Quindi, siete custoditi dalla potenza di Dio attraverso una speranza viva.
In secondo luogo, siamo custoditi dalla potenza stessa di Dio. E vorrei solamente espandere questo concetto, su cui ho già fatto qualche commento. Abbiamo semplicemente detto l’ultima volta che quella frase nel versetto 5, “custoditi dalla potenza di Dio”, è intesa a ricordarci che siamo custoditi dalla più grande potenza che esista, “Custoditi dalla potenza di Dio mediante la fede per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi giorni”. Siamo custoditi dalla potenza di Dio fino a quella salvezza che è pronta. La parola significa “preparata, a portata di mano, già compiuta”, fino a quando sarà finalmente manifesta negli ultimi tempi, quando vedremo Cristo nella sua gloria.
È come in Filippesi 1:6: “Colui che ha cominciato in voi un’opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. Il giorno di Cristo Gesù è lo stesso del giorno della redenzione, il giorno in cui vedremo Cristo ed entreremo nella gloria eterna. È il giorno che Giovanni aveva in mente in 1 Giovanni 3:2, “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”.
Ed anche in 2 Timoteo 4:7-8, non possiamo non guardare a questo passo: “Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice[a], mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione”, siamo stati sigillati fino ad una salvezza che sarà rivelata negli ultimi giorno sarà completamente nostra. Siamo custoditi fino a quel momento dalla potenza divina, la potenza stessa di Dio.
E questo ci porta a considerare un altro passo molto importante, torniamo a Romani 8. E qui, in questa sezione, probabilmente troviamo il più grande passo sulla perseveranza dei santi, però qui vediamo quanto sia grande la potenza di Dio. Romani 8:38-39: “Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesú, nostro Signore”, non c’è nessuna potenza che potrà mai vincere la potenza di Dio ed il suo amore per i suoi figli. Quindi, ricapitolando il tutto: perseveriamo grazie a una speranza viva e grazie alla potenza divina.
Terzo, e questo è molto importante per noi, siamo custoditi dalla speranza, siamo custoditi dalla potenza, e siamo custoditi dalle prove. Siamo custoditi dalle prove. Questo può sembrare controintuitivo, contrario a ciò che potrebbe sembrare ragionevole in superficie, però voglio mostrarvi quanto sia importante questo concetto. Se non otterrete nient’altro se non questo, otterrete il cuore e l’anima di questa verità meravigliosa. Guardate al versetto 6: “Perciò voi esultate”, certo, è ovvio che esultiamo perché siamo custoditi dalla potenza di Dio, certo che esultiamo! “Voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove”, ora fermiamoci un momento.
“Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove”, e le prove sono diverse per ciascuno di noi, perché le necessità spirituali sono diverse per ciascuno. Siamo tutti a diversi punti lungo il cammino dello sviluppo spirituale, ed il Signore ha bisogno di fare cose diverse nelle nostre vite, quindi riceviamo prove secondo la necessità che Dio determina necessari, e ci rallegriamo in quelle prove.
Invece di vedere l’arresto, la prigionia, la tortura o il martirio come se fossero delle minaccie per la loro fede, Pietro dice: “Dovreste esultare grandemente in queste prove angoscianti”, versetto 7, ecco il motivo: “ affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben piú preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesú Cristo”, ora, prendete solo la prima parte di quel versetto. Questa è la prova della vostra fede. Siamo custoditi dalle prove. Dio sostiene la nostra fede. Ecco un altro modo di capire questa cosa, Dio sostiene la nostra fede non tenendola lontana dalle prove, non assicurandosi che non sia mai messa alla prova. Dio non ci protegge... non ci tiene saldi, facendoci rimanere fedeli e perseveranti rendendo la nostra vita più facile, ma l’opposto. Dio sostiene la nostra vera fede portandola attraverso momenti difficili, egli sostiene la nostra fede mediante le prove.
C’è una prova, e la si attraversa confidando nel Signore. E quindi possiamo dire: “Questa fede è autentica!” La frase “esultate grandemente” potrebbe sorprendervi. Sapete, noi vediamo le cose un po’ sottosopra, ovviamente questi predicatori della prosperità ridicioli non ci aiutano, e son ovunque e danno a tutti false speranze raccontando menzogne, predicano la prosperità invece di predicare sofferenza e le prove. Quindi, la frase “esultate grandemente nelle prove” potrebbe sorprendervi un po’. Ma ricordate, queste persone stavano affrontando persecuzioni mortali. La paura era quindi una risposta umana. E Pietro gli sta dicendo: “Tuttavia esultate grandemente”, perché? Esultate perché queste prove dimostrano il carattere della vostra fede. Una fede umana sparirebbe.
Sappiamo, tornando alla parabola del terreno, che alcuni semi, come ricordereste, caddero sul terreno dove c’era della roccia, vi ricordate? Il terreno roccioso, che germogliò per un po’, e quando arrivò la persecuzione, cosa accadde? Appassì e morì. È sempre una prova della realtà della nostra vita spirituale, sempre! Le prove rafforzano la fede e rivelano quella vera! Guardate a Giacomo capitolo 1, Giacomo 1:2 dice essenzialmente la stessa cosa: “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando venite a trovarvi in prove svariate”. Sapete, forse c’è qualcosa di meraviglioso nell’arrivare alla mia età. La gente mi chiede: “Dubiti mai della tua salvezza?” A volte i giovani me lo chiedono. Qualcuno me l’ha chiesto anche questa mattina, “Sto lottando con il fatto d’essere davvero un cristiano o no. Tu hai mai lottato con questo?” E la mia risposta, onestamente, è no.
Quando ero molto giovane, sapete, il diavolo mi colpiva con dubbi, però la verità è che non metto in discussione il vero carattere della mia fede salvifica, perché ha resistito a molte prove. Ogni volta che attraversi una prova, vedi la natura della tua fede. Le prove non servono a far capire a Dio che tipo di fede hai, è Lui che te l’ha data. Non è che Lui abbia bisogno d’informazione sulla tua fede. Ma diventano una gioia per te “quando vieni a trovarti in prove svariate”, versetto 3, “sapendo che la prova della vostra fede produce costanza e la costanza compie un’opera perfetta in vi”.
Voglio dire, cosa c’è di più meraviglioso? Qual è il dono più grande della sicurezza della salvezza? C’è qualcosa di meglio? Se hai mai vissuto con dubbi e timori, e robe del genere, non è meraviglioso sapere che hai la fede autentica. È meraviglioso vedere la sua capacità di sopravvivere ai disastri. In effetti, ho scoperto nella mia vita che più severa è la prova, più forte diventa la mia fede, e più cresce la mia fiducia in Dio.
2 Timoteo è un altro testo utile su questo tema, 2 Timoteo 1:8, lì Paolo dice: “ma soffri anche tu per il vangelo, sorretto dalla potenza di Dio”, versetto 9: “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesú fin dall’eternità”, e lì di nuovo, questa grande dottrina dell’elezione, della predestinazione, che è fondamentale per la nostra sicurezza.
Ma dice nel versetto 10: “ma che è stata ora manifestata con l’apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesú, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il vangelo, in vista del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore. È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno”, sta dicendo: “son sopravvissuto”, incredibile. Infatti, “mi alzo all’occasione”, più grande la sofferenza e sembra che più luminoso diventi il suo esempio. Ed ora Paolo può dire dalla sua testimonianza personale, a metà del versetto 12: “So in chi ho creduto”.
Com’è che lo conosci? Perché si è manifestato. Si è manifestato in tutte le mie sofferenze, in tutte le mie prove, e so in chi ho creduto. So di aver creduto, e sono convinto che egli “è in grado di custodire ciò che gli ho affidato fino a quel giorno”, qual è quel giorno? Il giorno della redenzione, il giorno di Cristo, il giorno in cui lo vedremo faccia a faccia. So in chi ho creduto, so che ho creduto, so che egli è in grado, dunatos, ha la forza di poter custodire ciò che gli ho affidato. A proposito, quella parola è parathēkē, significa “deposito”, ciò che “ho depositato con lui”, la mia vita, la mia anima, la mia eternità. So che è in grado di custodirla. So che può custodirla attraverso la mia fede, perché qualunque sia la prova, la mia fede non fallisce, Egli mi ha dato una fede che sopravvive a tutto. La vera fede emerge dalle prove più forte che mai.
Sapete, tornando ancora a Romani 8. Non si può stare lontani da quel capitolo quando si parla di questo, però lì in Romani 8, Paolo dice al versetto 35: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” C’è qualcosa che potrebbe mai succedere che porterà Cristo a smetter di amarci? O potreste vederla al contrario. È possibile che accada qualcosa che ci faccia smettere di amare Cristo? “Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” Pensate che Paolo abbia scelto quelle parole a caso? No, è autobiografica la cosa, ci è passato.
Tribolazione? Complotti quotidiani contro la mia vita. Angoscia, senza cibo, senza vestiti, freddo, in mare, persecuzione? Costante, fame? Frequente, nudità come prigioniero, frustato con fruste e bastoni, in pericolo tra ladri, tra i miei connazionali e tra i Gentili, ed in 2 Corinzi 11 offre la lista intera... Spada? Ci son stato, l’ho vista, son stato minacciato certamente e ve lo devo dire, in tutto ciò, seppur siamo letteralmente sull’orlo della morte ogni giorno, siamo considerati come pecore da macello”, versetto 37, “ma in tutte queste cose noi siamo più che – cosa? – vincitori”.
La parola da cui deriva la “Nike” è nikē, il vincitore. Vedete, questo tipo di fede che Dio ci dà emerge nella prova. Si alza. Ora, non ho mai affrontato persecuzioni, ho affrontato ambienti piuttosto ostili. A volte devi mettere la tua fede alla prova in certi ambienti. Trovo un livello d’energia, un livello d’impegno, un livello di convinzione ed un livello di audacia in quei contesti che forse è anche più forte rispetto ad altri. E c’è quell’opera dello Spirito Santo che trasforma quella prova nell’affermazione che la fede che ho, non è mia, e quella che mi ha dato è vera.
Le prove, tornando al nostro testo, causano angoscia per un breve periodo. Vengono come un fuoco per bruciare le scorie, e questo è il punto, non solo rivelano la tua fede, ma la purificano. E ciò che ne emerge, come dice 1 Pietro 1, è una fede che è più preziosa dell’oro, che è corruttibile, anche se provato col fuoco. Quando la vostra fede viene messa alla prova, ne esce più pura, più preziosa. E ve lo dico, con tutto questo in mente, invece di chiedere a Dio di proteggervi dalle prove, dovreste chiedergli di assicurarsi di portarvi in tutte le prove necessarie per darvi la certezza che la vostra fede è autentica.
Amo quello che dice Atti 5:41, “Essi dunque se ne andarono via dal cospetto del sinedrio”, questi son gli apostoli e li linciarono, proprio così, “li fecero fustigare” e “comandarono loro di non parlare più nel nome di Gesù”, e sapete quale fu la loro reazione? “Se ne andarono dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi d’essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il suo nome”, e sapete perchè se ne andarono così felici? Seppur tutti insanguinati, picchiati, ammaccati? Imbarazzati, umiliati? Però pieni di gioia... Perché? Perché sapevano d’avere una fede autentica, sapevano di avere la cosa autentica, e tutto ciò che provocò non fu altro che renderli più audaci, versetto 42, amo questo: “E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesú è il Cristo”, certamente! Il peggio che potevano fare era portarli nuovamente davanti al sinedrio e ripetere tutto da capo, e quello avrebbe rafforzato la loro fede ancora di più!
Anche lo stesso Gesù Cristo fu rafforzato tramite la sofferenza. Dice in 1 Pietro che fu “oltraggiato, senza però oltraggiare; soffrì e ciononostante non minacciò in cambio, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente”, e l’autore della Lettera agli Ebrei dice che Gesù fu “reso perfetto mediante la sofferenza”. Quindi siamo protetti. Siamo protetti perché Dio ci ha dato una speranza viva. Vale a dire, una speranza radicata nella nostra fede che non può morire. Dio ci ha dato una fede che è energizzata dalla potenza divina che non può essere assalita alla quale nessuna forza è uguale. E Dio stesso ci protegge tramite una fede che viene spesso messa alla prova.
E c’è qualcos’altro qui che devo menzionare, in 1 Pietro, al numero quattro della mia piccola lista: siamo protetti dallo scopo eterno. E ne abbiamo già parlato, quindi non c’è bisogno di soffermarci troppo. Ma siamo protetti dallo scopo eterno; da una speranza viva, dalla potenza divina, dalle prove e dallo scopo eterno. Guardate al versetto 7.
Stiamo andando verso qualcosa, alla fine del versetto 7, per essere trovati “a lode, gloria ed onore al momento della manifestazione di Gesú Cristo”. La nostra fede è designata per sopravvivere fino alla fine. Questa è una promessa incredibile! Abbiamo una fede che spera, una fede che è inespugnabile, protetta dalla potenza divina, una forza di fede che diventa solamente più forte tramite le prove. Abbiamo una fede provata, testata, che trova il suo compimento nel piano e nel proposito di Dio in unione con il Signore Gesù Cristo alla sua apparizione. Fino a quando poi, riceveremo gloria, lode ed onore da Dio stesso. E questo ci riporta al motivo per cui siamo stati salvati in principio: siamo stati eletti affinché fossimo portati alla gloria eterna. Sapete cos’insegna la Bibbia su questo: saremo come lui, avremo un corpo come il suo corpo glorificato. Abbiamo una dimora celeste. Egli sta preparando un luogo per noi. Stiamo solo attraversando questo mondo. Non siamo cittadini qui. Quest’afflizione momentanea e leggera che viviamo non è paragonabile al peso eterno di gloria che ci attende alla sua presenza. Gridiamo in luce alla redenzione del nostro corpo perché sappiamo cos’è che Dio ha preparato per coloro che lo amano, conoscete tutti quei versetti.
Siamo già, per così dire, cittadini celesti, nostro Padre è lì, la nostra casa è lì, la nostra vita è lì. La promessa di Dio è quella di portarci alla gloria eterna. E a proposito, quella era la sua promessa non al momento in cui abbiamo sentito e creduto al vangelo quella era la sua promessa verso di noi nell’eternità passata, molto prima che noi o qualsiasi altro essere fosse stato creato. Dio aveva già predeterminato allora che saremmo stati portati alla gloria eterna.
Questo significa che non capite affatto la salvezza se non ne comprendete le tre dimensioni. C’è il momento in cui avete creduto, c’è il processo tramite il quale siete custoditi, e c’è anche la salvezza finale nella quale siete stati glorificati. E quando Dio ha predeterminato di salvarti, ha predeterminato che tutte e tre queste fasi si compissero, non solo alcune di esse. Ecco perché in Romani 8:18 Paolo dice: “Io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che deve essere manifestata su di noi”, qualunque cosa possiamo soffrire qui, ci rallegriamo perché dimostra che abbiamo una fede autentica, e la rafforza e nessuna di quelle sofferenze è paragonabile alla gloria che Dio ha predeterminato per noi.
Quindi siamo protetti da una speranza viva, da una potenza divina, dalle prove e dalla promessa della gloria eterna. Potrei darvi un’ultima cosa? Al numero cinque? Siamo protetti da un amore eterno. Siamo protetti da un amore eterno. Versetto 8: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate”, “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate”, e questo è il punto centrale. Abbiamo un amore vero per Gesù Cristo, “Se qualcuno non ama il Signore Gesù Cristo - dice 1 Corinzi 16:22 - sia anatema”. Questa è un’affermazione profonda sulla natura della vera salvezza, è caratterizzata non solo dalla fede in Cristo, dal credere in lui, ma anche dall’amarlo. Avete sentito qualcuno dire al battesimo: “Solo perché credevo nei fatti pensavo d’essere un cristiano”, si possono credere ai fatti senza però esser salvati. Il diavolo crede nei fatti. I demoni credono nei fatti. Sanno che sono veri. La questione qui è amare il Signore Gesù Cristo, “E mi amate se osservate i miei - cosa? - comandamenti. Mi amate se desiderate la mia gloria ed il mio onore”, “Benché non l’abbiate visto, lo amate”.
Se dovessimo definire il Cristianesimo nel suo senso più puro, dovreste usare quella parola “amore”. Potreste parlare di credere in Cristo, ma non arrivereste al culmine della cosa, perchè ci son tante persone che dicono di credere in Gesù Cristo. In effetti, oggi ho letto un articolo piuttosto sciocco in cui un uomo diceva che ci sono tre miliardi di cristiani nel mondo. Beh, probabilmente ci sono tre miliardi di persone che credono in Gesù, ma sono abbastanza sicuro che non ci siano così tanti che lo amano, che lo amano sacrificandosi, che lo amano totalmente, che lo amano in obbedienza, che lo amano adorando, che lo amano rettamente, “E perché lo amiamo, anche se ora non lo vediamo”, dice il versetto 8, “crediamo in lui e quindi esultiamo con gioia ineffabile e gloriosa”.
Si può riconoscere il cristiano perché ama Cristo così tanto che quell’amore si manifesta nella gioia. Si manifesta nella gioia. Lo sapevate che l’unica religione al mondo che canta è il Cristianesimo? Lo sapevate? Alcuni altri gruppi religiosi forse cantilenano in tono minore, in una sorta di rap anti-biblico. Ma sapete una cosa? Il vero Cristianesimo canta in nota maggiore, cantiamo! Perché cantiamo? Cantiamo perché siamo pieni di gioia. E di chi cantiamo? Cantiamo di Cristo.
Mi piacciono i cori di lode, sapete, ma penso che il 90 percento di essi sia tratto dall’Antico Testamento, a me piace cantare di Gesù Cristo. Non ho nulla contro il cantare sull’Antico Testamento, ma a me piace arrivare alla parte buona, e quella è Cristo, lo amiamo. Cos’è che disse Gesù a Pietro in Giovanni 21, quando lo stava restaurando? Al mar di Galilea? Disse: “Pietro, mi - cosa? - mi ami?” Quello era il modo in cui definì la loro relazione, “Mi ami?” E Pietro rispose: “Ti voglio bene”, e Gesù gli disse: “Bene, allora fa ciò che ti dico di fare: pasci le mie pecore”. E poi glielo chiese una seconda volta: “Mi ami?” E Pietro rispose: “Sì, ti voglio bene”. “Pasci i miei agnelli”. E poi glielo chiese una terza volta: “Pietro, mi ami?” Ed il motivo per cui glielo chiese tre volte, ovviamente, era per parallelo ai tre rinnegamenti di Pietro. Il Signore sapeva che Pietro sapeva che l’amore doveva esser dimostrato con l’obbedienza. E glielo chiese una terza volta: “Pietro, mi ami?” Al che Pietro sapeva di non poter fare affidamento sulla sua obbedienza, perché non ne aveva alcuna e quindi amo quello che disse, disse: “Signore, tu sai ogni cosa. Tu sai che ti amo”, mi piace quello... disse: “Tu sei onnisciente. Tu sai cosa c’è qui dentro, sai che ti amo”, e Gesù gli disse: “Pasci le mie pecore”.
E Lui lo sa se lo amiamo, 1 Giovanni 4:19 dice: “Noi lo amiamo, perché egli ci ha amato per primo”, sapete, una vera relazione umana richiede amore e fiducia. Amore e fiducia. E lo stesso vale per la nostra relazione con Cristo. È così che viene veramente definita. Non esiste alcun cristiano che non ami Cristo. E per tutta la vostra vita, come credenti, crescete nel vostro amore per Cristo. Crescete nei vostri affetti verso di Lui, ecco perchè l’Apostolo Paolo dice: “Affinchè io possa conoscerlo”, perché più amate qualcuno, più volete conoscerlo. Paolo sapeva d’essere amato e - tornando ancora a Romani 8 - sapeva che nulla poteva mai separarlo dall’amore di Cristo verso di lui, ma sapeva anche che nulla poteva mai separarlo dal suo amore verso di Cristo. Voglio dire, non è questa l’idea? Potete colpirmi con quello che volete, potete colpirmi con tribolazioni, angoscie, persecuzioni, nudità, fame, spada, e nulla cambierà il mio amore verso di Cristo, nulla. Lo amo con un amore che Lui stesso mi ha dato, Romani 5:5 dice: “L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo”. È un dono di Dio, proprio come la fede. Vi è stata data una fede soprannaturale. Vi è stato dato un amore soprannaturale, che non cambia mai.
E quindi, è quell’amore eterno che ci tiene stretti a lui. È una componente della nostra fede. Quindi, siamo custoditi attraverso la fede, versetto 5, ed ora, finalmente il versetto 9, qual è il fine? “Ottenendo - ascoltate qui - come risultato della vostra - cosa? – della vostra fede, la salvezza delle vostre anime”. Ecco perché diciamo questo, amici miei, diciamo che questa dottrina dovrebbe essere chiamata la perseveranza dei santi, o meglio ancora, la perseveranza della fede. Vi è stata data una fede che non perirà mai. Vi è stata data una fede che è custodita dalla potenza di Dio, una fede che ha una speranza che non morirà mai, una fede sostenuta da una potenza divina che non può essere rovesciata, una fede che è provata, testata e rafforzata tramite le prove, una fede che è stata progettata per il compimento della gloria eterna che a sua volta è stata promessa prima che il mondo cominciasse, una fede che contiene dentro di sé un amore eterno per Cristo. Ed il risultato di tale fede sarà l’ottenimento della salvezza finale delle vostre anime. In breve, amici miei, non c’è alcuna fuga da questa realtà. Non c’è via di scampo.
Il risultato di questa fede salvifica è la vostra salvezza finale. La salvezza presente che ora sperimentate è il risultato di questa fede. La salvezza iniziale è stata il risultato di questa fede. E la salvezza finale sarà vostra perché questa fede persevererà e durerà fino alla fine. Questa è la natura di questa fede. Non è altro che un dono permanente di Dio. Anche la sola considerazione della possibilità di poter perdere la propria salvezza è una distorsione della grazia di Dio. È una distorsione della natura della nostra fede, del dono del suo amore, dell’opera del suo Spirito, è una distorsione della sua potenza e del suo proposito, ed è una distorsione del suo decreto eterno nella vita dei suoi eletti. Ed è vero, ed è probabilmente un buon punto per concludere, se mai esiste tale punto. Come ho detto prima, Filippesi 1:6, “Essendo persuaso di questo: che Colui che ha iniziato in voi un’opera buona la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”, non è forse vero che questo conclude l’intera questione? Se l’ha iniziato, farà che cosa? Lo porterà a compimento, esatto.
Signore, grazie per questo tempo meraviglioso trascorso in queste verità, così arricchenti per noi. Grazie per questo dono, così immeritato. Grazie per la gioia che proviene dal sapere che è per sempre. Riempi i nostri cuori di gioia ineffabile e piena di gloria. Aiutaci ad esultare grandemente nella permanenza di questo dono della grazia. Grazie per una fede che perdura, per un amore che perdura, per una speranza che perdura. Grazie che tutto ciò è iniziato prima del tempo e si realizzerà nell’eternità che deve ancora venire, e tutto questo tornerà alla tua gloria, alla tua lode, che è la nostra gioia più grande. Ti ringraziamo per le testimonianze che abbiamo ascoltato stasera, di coloro che hai scelto e che ora sono venuti alla fede, e che sono sul cammino verso la salvezza finale.
E, Signore, sappiamo, come disse Paolo, che la nostra salvezza finale è più vicina ora di quando abbiamo creduto, e presto sappiamo che Gesù Cristo squarcerà i cieli e ci raccoglierà a sé. E quel giorno, quel giorno della redenzione, quel giorno di Cristo, sarà realtà, e quell’eternità gloriosa verso cui ci conduce la nostra fede perseverante sarà al di là di ogni immaginazione. Grazie per questa grazia e per questa salvezza, nel nome di Cristo. Amen.
FINE

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