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Per tutti coloro che si radunano quì con noi alla chiesa Grace abbiamo atteso con anticipazione uno studio nell’Antico Testamento, dopo molti anni nel Nuovo Testamento con solo alcune incursioni nell’Antico. E ci siamo imbarcati da poco in quello studio dell’Antico Testamento ed abbiamo iniziato a guardare ad una profezia particolare nell’Antico Testamento, che si trova nel cinquantatreesimo capitolo di Isaia. E dunque, se avete la Bibbia a portata di mano, e se no, ne potete trovare una nella panca, e aprite le vostre Bibbie e qualcuno vicino a te può aiutarti a trovare questo passaggio, se non sai dov’è, al cinquantatreesimo capitolo d’Isaia. In realtà la profezia nel cinquantatreesimo capitolo d’Isaia inizia alla fine del cinquantaduesimo capitolo. Se potessi farlo a modo mio, sposterei quel cinquantatreesimo indietro di tre versetti, giusto per racchiudere l’intera profezia in uno. Veramente incomincia nel capitolo 52 e dal versetto 13 al 15.

E quello sarà il nostro testo per il discorso di questa mattina, Isaia 52 versetti dal 13 al 15. Lasciate che ve li legga: “Ecco, il mio servo prospererà, sarà innalzato, esaltato, reso sommamente eccelso. Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare piú un uomo, e il suo aspetto al punto da non sembrare piú un figlio d’uomo, così egli aspergerà molte nazioni; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, perché vedranno ciò che non era mai stato loro narrato e comprenderanno ciò che non avevano udito”.

Questo parla di Gesù Cristo, settecento anni prima della sua nascita. E così anche il capitolo 53, e così quest’intera sezione d’Isaia con molti capitoli diretti alla persona del Messia che non era altro che il Signore Gesù Cristo. Noi, come Cristiani, torniamo all’Antico Testamento e vediamo Cristo ovunque nell’Antico Testamento perché l’Antico Testamento promette, profetizza e predice la sua venuta. Lui è il Salvatore, l’unico Salvatore, l’unico Salvatore che il mondo conoscerà mai, l’unica via al cielo, l’unico Redentore.

So che ci sono una ventina di religioni principali nel mondo. Ci sono circa 300 segmenti separati di quelle 20 religioni. Ci sono, inoltre, innumerevoli religioni tribali, tradizionali e cultuali, e poi ci sono milioni e milioni di sistemi di credenze personali. Si farebbe fatica a contare tutte le divinità immaginarie che esistono nella mente delle persone. Ciononostante, tutte tranne il Cristianesimo sono religioni false. Tutte tranne il Cristianesimo sono ingannevoli.

C’è un solo Dio, c’è un solo Salvatore. L’unico Dio è il Creatore e Redentore che ci viene presentato nelle pagine della Sacra Scrittura, che è venuto nel mondo nella forma del Signore Gesù Cristo che è l’unico Salvatore. E, a proposito, l’unico Dio nella religione a morire e resuscitare per dare perdono e salvezza al Suo popolo è il Signore Gesù Cristo, il vero Dio. Solo il Cristianesimo, solo il Cristianesimo presenta un salvatore. E c’è solo una verità ed è la verità del Cristianesimo. E c’è un solo salvatore, ed è il Signore Gesù Cristo.

Solo il Cristianesimo affronta la realtà che nessuna persona può guadagnarsi l’accesso a Dio. Nessuna persona può guadagnarsi il perdono. Nessuna persona può guadagnarsi la salvezza. Nessuna persona può guadagnarsi il cielo tramite la bontà, la moralità, attività religiose, cerimonie e rituali. La Bibbia è molto chiara che la salvezza è un dono per coloro che sanno di non potersela guadagnare e son disperati di misericordia, e ripongono la loro fiducia per il perdono, la salvezza ed il cielo, nel Signore Gesù Cristo che morì per i loro peccati, al loro posto e risorse trionfalmente dai morti, come confermazione divina che aveva pienamente soddisfatto la giustizia e l’ira di Dio e che la salvezza era disponibile.

Tutti sono peccatori, tutti coloro che hanno vissuto sono peccatori, nessuno è in grado di salvare sè stesso, tutti hanno bisogno di un salvatore. C’è solo un salvatore, Gesù Cristo, che morì e risorse per salvare il Suo popolo e portarli tutti in cielo. Quello è il messaggio della Sacra Scrittura e quella è la verità. Ed è per questo che la morte e la resurrezione di Gesù Cristo sono celebrate in questo modo dai Cristiani. È il più grande evento nella storia del mondo. Ma per metterci nei panni d’Isaia, che scrisse di questo settecento anni prima che accadde, torniamo un po’ indietro. Torniamo al tempo prima che Gesù morì e prima che risorse dai morti, e vediamo se possiamo entrare un po’ nella mentalità Ebraica.

Gli Ebrei avevano sempre atteso il Messia, che significa “l’Unto”, che è semplicemente un modo per identificarlo come il Re. Gli era stata promessa la grandezza. Come nazione, gli era stata promessa la prosperità fin dall’inizio, perché il padre di quella nazione era Abraamo. E Dio fece un patto con Abraamo e lo ripeté ai suoi figli, i patriarchi, e lo ripeté ancora nel corso della storia d’Israele, che Dio un giorno avrebbe salvato quella nazione, sia temporalmente che spiritualmente, e che gli avrebbe portato gloria e poi, tramite di loro a tutto il mondo. Dio avrebbe benedetto quella piccola nazione, Israele, e ne avrebbe fatto di loro una benedizione. Essi contavano sul fatto che quella promessa si sarebbe adempiuta.

La promessa fu fatta a Davide che colui che sarebbe venuto ed avrebbe realizzato il tutto sarebbe stato della discendenza di Davide, un figlio reale che sarebbe uscito dalla discendenza di Davide che sarebbe stato il Re, l’Unto, il Messia, che avrebbe realizzato tutte le promesse di gloria e benedizione per e tramite Israele. Stavano attendendo il loro re. Egli li avrebbe liberati dai loro nemici, dalle loro brutte circostanze e da tutte le loro sofferenze. Egli avrebbe adempiuto tutte le promesse del patto dell’Antico Testamento di benedizione, di prosperità, di una nazione, d’influenza, di pace e di giustizia per loro e tramite di loro a tutto il mondo.

Gli Ebrei stavano cercando il Re che doveva venire, ogni generazione, si potrebbe anche dire che ogni famiglia del popolo Ebraico, dal momento che le promesse furono date, nel principio ad Abramo e a Davide e reiterate ai profeti attraverso la loro storia, stavano tutti aspettando l’arrivo del re. Stavano cercando un re, un re come quello che avevano scelto in origine, Saul, qualcuno elevato e potente. Stavano cercando qualcuno con una forza militare, qualcuno che fosse un sovrano dominante, qualcuno che fosse trionfante, qualcuno che li avrebbe liberati da tutte le cose che odiavano, tutte le cose che stavano resistendo, tutte le cose di cui erano risentiti, e che li avrebbe condotti alla gloria e tramite di loro, avrebbe portato pace e giutizia nel mondo. E sapevano cosa cercare perché il profeta disse che il Messia sarebbe stato un uomo, che sarebbe stato il seme della donna, che sarebbe stato un uomo.

Ma il salmista ha anche detto: “Davide lo chiamerà Signore”. Sarà un uomo e sarà anche Dio, come può essere? Isaia diede loro un indizio quando disse: “Una vergine concepirà e partorirà un Figlio”, quindi un Dio/uomo, nato da una vergine, sì, sarà Figlio d’Abraamo, ecco perché abbiamo la Sua genealogia. Egli sarà della discendenza reale di Davide, verrà dalla tribù di Giuda. Nascerà nel paese di Betlemme. Avevano alcuni dettagli per identificare il Messia. E dunque è da secoli che lo stavano cercando. E poi arrivò Gesù Cristo, nato da una vergine nella discendenza di Abraamo, nella discendenza di Giuda, dalla discendenza di Davide, nato nel paese di Betlemme, e dimostrò la sua divinità con parole ed opere che il mondo non aveva mai visto e da allora non ha mai più visto, una dimostrazione di potenza senza pari.

Non avrebbero dovuto iscriversi e basta? Questo è il Messia? Tutte le qualifiche erano soddisfatte ed anche di più. Ma il problema che avevano era: dov’era l’eccitamento? E dov’erano le circostanze? E dov’era la banda? E dov’era l’esercito? Egli naque umilmente in una mangiatoia e nella sua nascita fu assistito dalle persone più basse della scala sociale, dei pastori, che era considerato un lavoro di base. Visse umilmente in una famiglia comune in una piccola borghesia fuori mano, chiamata Nazaret. Raggruppò attorno a sé pochi umili nullatenenti e ne fece di loro i suoi messaggeri. Non cercò nessuna carica, non cercò nessuna posizione, non cercò nessuna istruzione. Non strinse amicizia con l’élite, non radunò nessun esercito, non presentò alcuna strategia per stabilire il suo dominio.

Ma aveva una potenza che era inconfondibile ed innegabile e molto visibile, poiché durante il suo ministero bandì le malattie dal paese d’Israele. Aveva potere sulle malattie, sui demoni, sulla morte e sulla natura. Ed a pesare di tutta la delusione per quello che non stava facendo, c’era ancora la realtà che aveva quest’incredibile potenza divina, e dunque almeno per un giorno l’idea che Gesù potesse essere il Messia si invigorì, e ci fu quest’enorme anticipazione collettiva, questa speranza che poteva essere il loro Messia, nonostante la delusione, e quello fu il giorno in cui venne a Gerusalemme per l’ultima Pasqua.

Gettarono le loro vesti ai Suoi piedi. Gettarono rami di palma sotto di Lui. Dicevano: “Osanna al Figlio di Davide”, che era il titolo messianico, lo lodavano: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”, lo acclamavano come il loro Re e il loro Messia sulla base dei suoi miracoli, l’ultimo dei quali era molto, molto noto, la resurrezione di Lazzaro dai morti. E sicuramente speravano che forse potevano forzare la questione... c’erano centinaia di migliaia di persone a Gerusalemme perché era la Pasqua, e pensavano che forse se avessero pressionato la situazione in quel momento che erano tutti lì, Lui li avrebbe raggruppati come una sorta di esercito instantaneo, ed avrebbero potuto far partire la cosa. E dunque lo acclamavano come il loro Messia, speranzosi come quei due discepoli sulla strada verso Emmaus che dissero: “Speravamo che fosse il Re, il Redentore”, tutti stavano sperando in quello.

Il giorno dopo tornò in città dopo l’entrata trionfale ed andò all’attacco. Ma non attaccò i Romani, i nemici di Dio ed i nemici d’Israele, attaccò gli Ebrei, attaccò il tempio. Fece una sferza e cominciò a scacciare tutti fuori, lo tramutarono in un covo di ladroni. Lo fece all’inizio del Suo ministero e lo fece nell’ultima settimana del Suo ministero. Assalì i capi religiosi Ebrei, assalì il Giudaismo al suo punto più alto, al suo picco, all’apice. Assalì il tempio, assalì la religione, e non toccò mai i Romani.

Erano già dubbiosi sul suo conto, perché non si comportava come un re. Erano già stanchi di essere delusi perché quando cercavano di farlo re, spariva e così si rivoltarono contro Gesù. Per il resto della settimana continuò ad attaccare la teologia falsa ed apostata del Giudaismo nel tempio ed insegnò la verità al popolo, ma il popolo si rivoltò e alla fine, il Venerdì chiesero animatamente il suo sangue: “Crocifiggilo, crocifiggilo”. Lo consegnarono ai Romani e quello fu esattamente quello che fecero i Romani. Speravano che fosse Lui a redimere Israele, ma Lui non era il re che volevano.

Vedete, il problema, come vi ho detto la settimana scorsa, era che il loro Giudaismo si era sviluppato in una falsa religione come ogni altra falsa religione nel mondo, come ogni altro sistema di menzogna, come ogni altro inganno. Un sistema di merito, un sistema di credito, un sistema nel quale puoi guadagnarti un posto con Dio nel cielo essendo una brava persona, una persona morale, una persona religiosa. Quello era il modo in cui vedevano la religione. In sostanza, non avevano bisogno di un salvatore. Anche quando Giovanni il Battista disse: “Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, non lo capirono. Tutti quei sacrifici che avevano offerto per millenni, tutti quei milioni di animali che erano morti puntavano a colui che sarebbe stato l’agnello sacrificale finale la cui morte avrebbe veramente soddisfatto Dio e pagato la pena per i loro peccati.

Non l’avevano ancora capito, non avevano bisogno, come vi ho detto la settimana scorsa, di un salvatore. Avevano solo bisogno di un re. Non avevano bisogno di essere liberati dai loro peccati. Erano giusti. Avevano bisogno di essere liberati dalle loro circostanze e dalle loro sofferenze. Non pensavano di aver bisogno di un salvatore che li liberasse dal giudizio di Dio che stava per cadere su di loro perché erano così peccaminosi, e dopotutto erano figli di Abraamo. Pensavano di esser al sicuro. Erano i figli della promessa, i figli del patto, erano stati adottati da Dio. E così si rivoltarono contro Gesù.

Ora la verità è questa: Gesù è il re, arrivò come Re. Ma non poteva portare il Suo Regno nella pienezza con tutte le sue promesse finché non avesse provveduto la salvezza per il Suo popolo. Il Suo Regno è un Regno di salvezza. Le persone nel Suo Regno sono persone che sono state salvate dai loro peccati. Non ci può essere un Regno per Israele o per chiunque altro finché il peccato non fosse stato pagato. Non poteva fornire un Regno per il Suo popolo finché non avesse fornito la salvezza per il Suo popolo. Non potevano essere liberati dai loro nemici, non potevano essere liberati dalle loro circostanze.

Non potevano essere liberati dalla loro sofferenza finché non fossero stati liberati dal loro peccato, ed è per questo che doveva morire e risorgere, e questo è il vangelo. E questo era il messaggio che predicava, ed era il messaggio che gli apostoli predicavano, e questo era il messaggio che i predicatori, dopo la resurrezione predicavano, e questo è il messaggio che gli scrittori del Nuovo Testamento ci hanno dato, e questo è il messaggio che la vera chiesa ha predicato da allora fino a questa stessa mattina.

Avrebbero dovuto crederci. Avrebbero dovuto credere che avevano bisogno di essere salvati dai loro peccati. Avrebbero dovuto credere che il Messia sarebbe venuto, sarebbe morto e risorto e poi avrebbe regnato in un momento successivo. Sarebbe venuto e avrebbe fornito la salvezza, spiritualmente, per i Suoi figli, e poi li avrebbe consegnati nelle promesse del Regno. E voi potreste dire: “Beh, perché mai avrebbero dovuto crederci?” Beh, potreste dire che avrebbero dovuto crederci comprendendo il sistema sacrificale, tutti gli animali che massacravano ogni singolo giorno nel sacrificio del mattino, e nel sacrificio della sera, tutti i giorni dell’espiazione, tutti gli altri sacrifici. Che cosa indicavano? A cosa si riferivano? L’avrebbero dovuto sapere .

E quando Giovanni disse: “Questo è l’agnello di Dio”, avrebbero dovuto combaciare le cose con il sistema con il quale stavano vivendo, e capire che Lui stava venendo per offrire il sacrificio finale ed accettabile al quale tutti gli altri indicavano. Ma se non riuscivano a fare quel collegamento, avrebbero dovuto sapere quello che diceva Isaia 52 e 53. Quindi andiamo lì. Poiché Gesù appare in Isaia 52:13 fino a 53:12, questo riguarda “il Mio Servo”, “il Messia”, questo è il quarto capitolo sul Messia come il Servo del Signore. Nei capitoli 42, 49 e 50, Isaia ha già presentato le caratteristiche del Messia che verrà, che è il Signore Gesù Cristo, e questo è il quarto di quei capitoli, e realmente incomincia, come ho detto, dal versetto 13 del 52.

Ora, giusto per farvelo sapere, il Servo del Signore, il Messia, effettivamente non appare e non parla in questo capitolo. Ma come ha detto uno scrittore, “Egli infesta il poema”, è tutto su di lui, non è l’oratore, ma parla di lui. Inoltre, questa meravigliosa profezia riguardante il Messia si suddivide in cinque categorie, cinque sezioni, e le vedremo tutte e cinque, ognuna è lunga circa tre versetti e diventano più profonde, più ponderose e anche un po’ più lunghe man mano che avanzano. È una potente presentazione cumulativa dell’arrivo del Messia. Un’altra cosa da notare di questa sezione della Scrittura è che è dolente, è triste, c’è una specie di tono singhiozzante spezzato, è tetra, e la sua oscurità, e la sua dolentezza ed il suo lamento crea uno sfondo oscuro contro il quale la sua luce risplende luminosamente.

Ora, mentre arriviamo ai versetti 13 al 15, ci verrà presentato il Messia, il Re, e quindi il Signore Gesù Cristo nella sua carriera. Questa è una profezia incredibile! Quello che ci dice... o introduce, tra l’altro, il cinquantatreesimo capitolo, ed il cinquantatreesimo capitolo espande ciò che fu affermato in sintesi dal 52:13 al 15, ma ciò che ci dice sul Messia è che Egli soffrirà e sarà esaltato. Che prima della Sua gloria verrà la Sua sofferenza. Questo è quello che vedete nei tre versetti che ho indicato alla fine del capitolo 52, sofferenza e poi la gloria, avrebbero dovuto saperlo. E poi la sofferenza e la gloria sono spiegate in dettaglio nel capitolo 53. Infatti, solo per darvi una sorta di anteprima del capitolo 53, sappiamo che riguarda la morte del Servo del Signore, la morte del Messia.

Ci viene presentato il fatto che è un uomo di dolore, nel versetto 3, familiare con la sofferenza. Lo troviamo colpito, percosso, trafitto, schiacciato. E questo porta, letteralmente, alla Sua morte, Egli è come un agnello condotto al mattatoio nel versetto 7. Versetto 8, Egli era strappato dalla terra dei viventi, e quella è un’espressione Ebraica che indica la morte. Lo troviamo nel versetto 9 in un sepolcro, lo troviamo nel versetto 10 come un sacrificio per il peccato, lo troviamo nel versetto 12 dandosi alla morte. Questo è il Servo del Signore. Tutti gli Ebrei nella storia, fino al tempo di Cristo, hanno interpretato questa sezione d’Isaia come messianica. Questo è il Messia, questo è il Messia morente di una morte orribile, vista da diversi punti di vista, un tipo di morte schiacciante, livida, castigante, flagellante, massacrante.

Ma trovate anche la resurrezione nel capitolo 53, nel versetto 10, “egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l’opera del Signore prospererà nelle sue mani”, nel versetto 11, come risultato del tormento della sua anima, vedrà, ed è... una traduzione dice, “vedrà la luce e sarà soddisfatto”, versetto 12, “Il Signore gli darà in premio le moltitudini ed egli dividerà il bottino con i molti”, dunque ne uscirà trionfante e vittorioso, gli Ebrei avrebbero dovuto sapere che il loro Messia in Isaia sarebbe morto, sarebbe risorto e sarebbe stato esaltato. Prima la sofferenza e poi l’esaltazione, perché è tutto scritto qui. E sapevano che questo era messianico perché tutto il resto del passaggio riguarda il Messia.

Dunque oggi, voglio guardare a questi tre versetti che introducono questa porzione intitolata, “Il Servo sorprendente”, il Servo sorprendente. Quì il linguaggio enfatizza il fatto che tutto ciò che riguarda il Messia è sorprendente. Inizia con la parola “ecco”, versetto 13, e poi nel versetto 14, vediamo la parola “stupiti”, e poi nel versetto 15 la parola che in alcune Bibbie è “aspergerà”, che sarebbe meglio tradurla con “sorprenderà”, e ve lo spiegherò tra un momento, e poi abbiamo re e nazioni senza parole. Il linguaggio, “Ecco, stupiti, sorpresi, senza parole” indica che questa è un’immagine sorprendente, scioccante, sbalorditiva della carriera del Re Messia.

Lo divideremo semplicemente, il primo: versetto 13, è “La stupefacente rivelazione”, La stupefacente rivelazione: “Ecco, il mio servo prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato”, “ecco”, dall’Ebraico hinneh, “massima attenzione”, datemi la vostra massima attenzione. In questa profezia d’Isaia, il Messia è presentato per la quarta volta come il Servo del Signore, il Mio servo, il Mio ebed, che sarebbe “schiavo”, una parola che si riferisce a qualcuno che lavorava duro in obbedienza al suo padrone, che non aveva una volontà propria, solo quella del suo padrone e che viveva per compiacere al suo padrone. Dio identifica il Messia come il suo schiavo, il suo schiavo obbediente e sottomesso. Il Servo del Signore, lo Schiavo del Signore, che era un titolo messianico, colui che viene per fare la volontà del Signore.

Egli è l’unico Israelita, il solo, il quale la cui opera prospererà a un livello tale che Egli sarà elevato, innalzato, e grandemente esaltato, e che alla fine renderà il mondo letteralmente senza parole. Dio era deluso dalla nazione d’Israele, ma ecco l’unico vero Servo del Signore, l’unico vero israelita che influirà la redenzione del Suo popolo dai loro peccati e poi dalle loro circostanze, dalle loro sofferenze e dai loro nemici.

Solo una commento su “Il mio servo”, quattro volte, la frase: “Ecco il mio” oppure “Ecco”, la troviamo nei profeti riferendosi al Messia, qui, “Ecco il mio servo”, anche in Zaccaria 3:8, “Ecco il mio servo”, riferendosi al Messia. In Zaccaria 6:12, dice “Ecco l’Uomo... l’Uomo”, che ci dice che il Messia sarà il Servo di Dio ma sarà anche un uomo. In Zaccaria 9:9, il profeta dice: “Ecco il tuo re”, quindi il Messia sarà il Servo del Signore, un uomo e re, ed in Isaia capitolo 40 versetto 9, dice del Messia: “Ecco il tuo Dio... Ecco il tuo Dio”, il Messia sarà uomo e Dio, servo e re, che sono giustapposti, vero? Uomo e Dio, Servo e Re, e lui è tutto quello.

“Ecco”, guardatelo, e quei titoli potenti, quel quartetto: Uomo, Dio, Servo, Re, diventano il tema dei quattro vangeli. Matteo lo presenta come Re. Marco lo presenta come Servo, Luca lo presenta come Uomo e Giovanni lo presenta come Dio. Guardatelo, guardate al Mio Servo. Colui il cui cibo è di fare la volontà di colui che lo ha mandato e finire la sua opera, colui che ha detto: “Io faccio continuamente le cose che piacciono al Padre mio”, il mio servo - dice - “prospererà”, questa è la rivelazione: “Egli prospererà”, non è... non è una vita ben intenzionata andata storta. Gesù non morì come una specie di martire per una nobile causa che non riuscì a portare a termine, “Il mio servo prospererà”.

In Ebraico, significa letteralmente, “agire con intelligenza”, “agire con saggezza”, che nella lingua Ebraica significa sempre che si misura con il successo. Non è come la lingua Greca che ha un sacco di sfumature, ma quando in Ebraico, si dice che qualcuno agisce saggiamente, ciò che si intende dire è che “ha successo”. Ecco perché quello stesso verbo che qui è tradotto “prospererà”, appare anche in Giosuè 1:8 tradotto in questo modo: “Avrai successo sulla tua strada”, il successo è il risultato di duro lavoro e di saggia strategia. Egli agirà con intelligenza, Egli agirà con saggezza, avrà successo, compirà la mia opera, Egli prospererà.

E a proposito, il verbo ha in realtà l’idea di progressione. E questo verbo non è mai applicato ad un successo che si riceve, non è mai applicato a quel tipo di successo che si riceve senza sforzi o a qualsiasi successo che non sia ottenuto con saggezza ed attenzione. “Non fallirà”, questo è ciò che disse il profeta, “nel compiere la volontà di Dio”. Egli farà ciò che gli ho imposto di fare. La prova del Suo successo? Nello stesso versetto, “sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato”, questa è una serie che non è ridondante.

So che lo leggete e dite: “innalzato, elevato e grandemente esaltato, sembra ridondante”, ma non lo è. È innalzato, più elevato, grandemente esaltato. Dio lo elevera, e poi ancora più elevato e poi ancora elevatissimo. “Innalzato”, credo guardi alla Sua resurrezione. Elevato si riferisce alla Sua ascensione. E “grandemente esaltato” si riferisce alla Sua incoronazione. Avrà così tanto successo che Dio Lo farà risorgere dai morti, Dio Lo porterà nella gloria e Dio Lo farà sedere alla Sua destra, Filippesi 2:9 all’11.

Dio gli darà il nome al di sopra di ogni altro nome, il nome Signore. Ed a quel nome, ogni ginocchio si inchinerà. Dio lo renderà il sovrano su tutto l’universo, egli sarà il re dell’universo, così come il capo della chiesa. La sorprendente rivelazione del Servo del Signore è questa, Egli verrà, avrà successo, compirà lo scopo di Dio con grande sforzo, e Dio convaliderà il tutto resuscitandolo dai morti, portandolo nella gloria e facendolo sedere sul Suo trono. Quella è la apparizione sorprendente del Messia.

Ed è seguita da una umiliazione sorprendente. Quelle grandi parole del versetto 13 svaniscono immediatamente nel linguaggio del 14, “Come molti erano stupiti di te, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e il suo aspetto più dei figli dell’uomo”, questo ci sembra bizzarro perché il versetto successivo parla di come le nazioni ed i re sono messi a tacere dalla Sua gloria. Cosa sta succedendo qui? La sua carriera avrà successo. Sarà innalzato, asceso e coronato nella gloria, ma il successo promesso del Servo del Signore nel liberare il Suo popolo include una stupefacente umiliazione.

Versetto 14, “Così come molti erano stupiti di te”, e penso che questo sia diretto al Messia e dunque alcuni aggiungono “il mio popolo” in corsivo, ma quello non aiuta perché sta veramente parlando al Messia, non a Israele, “Così come molti erano stupiti di te”, ed il cambio dei pronomi dal secondo al terzo non è raro nel linguaggio profetico dell’Antico Testamento. “Così come molti erano stupiti di te, così il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e il suo aspetto più dei figli dell’uomo”. Molti si stupiranno di Lui, ma non per la Sua esaltazione, molti. Saranno stupiti a causa della Sua umiliazione. Molti? Sì, molti, fondamentalmente il popolo d’Israele, loro erano gli unici che videro la Sua umiliazione.

La parola “stupito” vogliamo parlarne per un momento. Di nuovo, la lingua Ebraica trae molto dal contesto, la parola potrebbe essere tradotta con l’idea di “essere desolato, essere sprecato, essere gettato in una condizione intorpidita, essere pietrificato, essere paralizzato”, fondamentalmente ha l’idea di essere così scioccato da perdere il controllo. Il fatto che questo accadrà al Messia è così scioccante che è quasi paralizzante. E qual è lo shock? “Che quando venne il Messia il suo aspetto era sfigurato più di quello di alcun uomo, e il suo aspetto più dei figli dell’uomo”, il Suo aspetto ha a che fare con il Suo volto, e la Sua forma ha a che fare con il Suo corpo. Nel volto e nel corpo, Egli fu rovinato più di ogni uomo, più dei figli degli uomini.

Che cosa significa? Il suo volto ed il suo corpo saranno così totalmente sfigurati e così totalmente distorti che Egli sarà letteralmente... letteralmente in Ebraico... “lontano dagli uomini o al di là degli uomini”, fuori della categoria dell’essere umano. Questa è una distorsione e una deturpazione che distrugge ogni somiglianza dell’essere umano. Di cosa potrebbe trattarsi? Alcuni pensavano che il Messia sarebbe stato brutto, che sarebbe stato ripugnante quando sarebbe venuto sulla terra, che sarebbe stato malformato in qualche modo. Questo non è quello che sta dicendo, la verità è che il Messia era Dio in carne umana. Era l’ideale senza peccato della creazione umana; perciò era bello in ogni caratteristica. Era l’uomo più virile, l’uomo più sorprendentemente bello che sia mai vissuto.

Ma non è quello il punto, questo sta parlando della Sua crocifissione e a ciò che portò ad essa, che era così sfigurato, così mutilato, così distorto da non sembrare nemmeno umano. Il Salmo 22 fornisce alcuni dettagli su ciò che gli sarebbe successo sulla croce che parla persino di queste cose: “Sono versato come acqua, e tutte le mie ossa sono slogate; il mio cuore è come cera che si scioglie in mezzo alle mie viscere. Il mio vigore si è inaridito come un coccio d’argilla e la mia lingua è attaccata al mio palato; tu mi hai posto nella polvere della morte. Poiché cani mi hanno circondato; uno stuolo di malfattori mi ha attorniato; mi hanno forato le mani e i piedi. Io posso contare tutte le mie ossa; essi mi guardano e mi osservano”, Isaia ha già detto nel capitolo 50, nei versetti 5 e 6 che gli strapperanno la barba e gli sputeranno in faccia.

Tutti sappiamo cosa è successo a Gesù. Sappiamo che fu flagellato, che fu picchiato a sangue, quasi a morte con frustate, così che il suo corpo era una massa di ferite aperte da cui usciva sangue. Sappiamo che una corona di spine fu schiacciata sulla sua testa, con spine lunghe anche 5 o 7 centimetri, che il sangue gli scorreva sul volto. Comprendiamo l’insonnia delle notti che precedettero la crocifissione, la stanchezza, dalle Scritture comprendiamo che fu schiaffeggiato e preso a pugni in faccia come un sacco da boxe, che gli sputarono addosso. E dobbiamo anche capire le espressioni contorte che doveva avere sul volto, il volto sfigurato e torturato del Santo sofferente. A malapena si poteva riconosce l’essere umano sotto il sangue, le ferite travolgenti ed il peso schiacciante del Suo corpo slogato appeso alla croce, ed ecco perchè dice che erano stupiti di Lui.

Era lo stupore del disprezzo. Questo non poteva essere il loro Messia. Quest’immagine rappresentava lo shock del popolo che vedeva la sua umiliazione. Era un oggetto ripugnante per loro, neanche lontanamente vicino a quello che volevano nel loro Re Messia, nemmeno lontanamente. La sua degradazione era la più profonda possibile, la più grave, la più orribile. Ma lo sarà anche la Sua esaltazione. In Israele, ci furono molti che la videro, molti, però tutti vedranno la Sua esaltazione. Si passa da una sorprendente rivelazione ad una sorprendente umiliazione o mutilazione, e poi finalmente, una sorprendente esaltazione. Guardate al versetto 15, questo è importante: “così egli aspergerà molte nazioni; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, perché vedranno ciò che non era mai stato loro narrato e comprenderanno ciò che non avevano udito”, questo parla della Sua esaltazione. La scena cambia con un altro scossone. Ad essere stupiti del suo sfiguramento nella morte, erano gli Ebrei locali quelli che vivevano in Israele, ora, all’improvviso, lo stupore appartiene alle nazioni e ai re che, sono letteralmente muti, che sono senza parole quando Lo vedono, quando Lo vedono.

Noterete che nella vostra Bibbia c’è scritto “aspergerà”? Quello è possibile, di nuovo, quando abbiamo a che fare con la lingua Ebraica, dobbiamo decidere verso quale direzione andare con parole che potrebbero significare un paio di cose. Potrebbero significare qualcosa di letterale o qualcosa di metaforico, in questo caso, “aspergere” è una traduzione possibile del verbo, che letteralmente significa spruzzare, qualcosa che zampilla. E alcuni traduttori hanno usato “aspergere” ed hanno detto: “Beh, questo significa che nella Sua morte, umiliazione e mutilazione, Egli provvederà la purificazione per le nazioni, purificherà molte nazioni, ed all’improvviso ora passò dall’essere un sacrificio all’essere un sacerdote.

E anche quando ho scritto la Bibbia di studio, ho accettato quella posizione, ma da allora, dopo ulteriori studi, penso che sia meglio tradurla, e credo che questa sta diventando una posizione più comune, con il termine “sorprendere”, “sorprendere”. Perché sorprendere? Beh, perché combacia con il parallelo, il così ed il dunque, erano stupiti allo sfregio dell’uomo e dunque saranno sorpresi alla Sua esaltazione. Per causa del parallelo, la reazione prodotta dalla Sua esaltazione dev’essere parallela all’azione prodotta dalla Sua umiliazione. La reazione prodotta dalla Sua umiliazione era una di stupore o di sorpresa, e dunque anche la reazione prodotta dalla Sua esaltazione sarà sorprendente.

Voi direste: “Beh, va bene per quanto riguarda il contesto, ma invece il termine? Aspergere e sorprendere sembrano due termini diversi”, non proprio, il verbo nazah può significare “aspergere”, ma può metaforicamente significare, “balzare”, e ci sono prove che può indicare l’idea di balzare a causa di un’emozione eccessiva, può metaforicamente significare “stupefare”. E comunque, le nazioni non possono neanche esser purificate, individui possono, ma il mondo intero può essere sorpreso e sarà sorpreso dal ritorno di Cristo. Verrà il giorno in cui le nazioni del mondo tremeranno di stupore al suo arrivo, saranno elettrizzate.

Il sole si spegnerà, dice la Bibbia, la luna si spegnerà, le stelle si spegneranno e il segno del Figlio dell’Uomo in gloria sfolgorante apparirà nel cielo, Matteo 24:25, Egli verrà in quella gloria abbagliante, anche Daniele ne parla, ed impariamo anche dal libro dell’Apocalisse che le persone chiederanno ai monti e le rocce di cadergli addosso per nasconderli dalla sua presenza quando verrà ed ogni occhio Lo vedrà, ogni occhio Lo vedrà. E perché se la prende con le nazioni e i governanti? Perché quando verrà a stabilire il Suo Regno, prenderà letteralmente il controllo del mondo, sostituirà i governanti.

Perché tumultuano le genti, Salmo 2, “I re della terra si ritrovano, ed i principi consigliano insieme, Contro al Signore, e contro al suo Unto; dicendo: Rompiamo i lor legami, E gettiam via da noi le lor funi. Colui che siede nei cieli ne riderà; Il Signore si befferà di loro. Allora parlerà loro nella sua ira, E li renderà smarriti nel suo cruccio acceso e dirà: Pur nondimeno ho io consacrato il mio Re Sopra Sion, monte della mia santità”. Quando Dio consacra il Suo Re nel mondo, come Re del mondo, tutte le nazioni lo vedranno alla Sua gloriosa esaltazione.

Sono sbigottiti dalla Sua crocifissione, quelli che l’hanno vista. Il mondo intero sarà sbalordito quand’Egli ritornerà e apparirà in gloria. Nessuno si perderà il dramma che avverrà quando il cielo diventerà nero e Cristo apparirà in gloria. A causa sua, i re chiuderanno la bocca. Coloro che hanno sempre il diritto di parlare rimarranno senza parole. L’effetto involontario dello shock e dello stupore, lo stupore estremo, l’intensa emozione li farà tacere. Quando lui verrà, il mondo sarà muto. Perché? “perchè vedranno ciò che non era stato loro raccontato, ed intenderanno ciò che non avevano udito”.

Al mondo non è stato detto del glorioso ritorno di Cristo, ma quando Egli verrà, lo vedranno tutti; tutti lo capiranno, e rimarranno in un silenzio stupefatto. Avranno la loro completa istruzione teologica sulla Seconda Venuta in un momento. Dunque lo sfiguramento disumano del nostro Signore, stupì gli Ebrei che lo videro nel primo secolo. La Sua esaltazione stupirà il mondo; il mondo intero Lo vedrà. Ora, qualcosa doveva succedere tra la Sua umiliazione, che include la Sua morte, e la Sua esaltazione, che cosa? La resurrezione... la resurrezione. Ci dev’essere la resurrezione e questo è esattamente ciò che non è solo implicito, ma dichiarato nel verso 13, Egli sarà elevato: resurrezione. Innalzato: ascensione, grandemente esaltato: incoronazione.

Salmo 16, il Salmista dice: “Non permetterà che il suo Santo”, Dio non permetterà che il suo Santo, il Messia, “subisca la decomposizione”, la sua anima non languirà, il suo corpo non languirà nel sepolcro. Egli vedrà la vita. Il Salmo 16 promette la resurrezione del Messia. Pietro predicò su quel Salmo in quel grande sermone sulla resurrezione di Cristo nel giorno di Pentecoste. Dunque la resurrezione è qui, è qui nel versetto 13, ma più di quello, è la parte mancante più ovvia del testo, perché non si può avere la morte e l’esaltazione se non c’è una resurrezione.

A proposito, l’apostolo Paolo citò la fine del versetto 15, “perciocchè vedranno ciò che non era stato loro raccontato, ed intenderanno ciò che non aveano udito”, citò questo, mostrando che il versetto non solo include l’esaltazione finale ed il regno di Cristo, ma anche la predicazione del vangelo che porta a quel fine. Quando questo accadrà, il mondo sarà sbigottito perché non se l’aspetterà, non gli è stato detto, non l’avevano capito. Ma in tutta la storia, anche adesso, alla gente viene detto, la gente sta capendo, così che Paolo estende tutto questo, che ha il suo compimento finale nel ritorno di Cristo e lo shock delle nazioni, al periodo della predicazione del vangelo, dove stiamo dicendo alla gente ciò che non hanno mai visto prima, ciò che non hanno mai capito prima della gloria di Cristo.

Così troviamo anche qui che la carriera del Messia avrà successo. Egli compirà l’opera di Dio e quindi sarà innalzato, portato in cielo e incoronato. Lascerò a Isaia l’ultima parola ed è la prima riga del capitolo 53. Una sorprendente rivelazione, una sorprendente umiliazione ed una sorprendente esaltazione, e lì in quell’unica riga abbiamo un sorprendente rifiuto. Il profeta dice, pensierosamente e tristemente: “Chi ha creduto alla nostra predicazione?” Guardando avanti, gli Ebrei avevano questo quando crocifissero Gesù. Gli Ebrei avevano questo dopo che Lui risorse dalla morte, è sempre stato lì. Chi ci ha creduto? Un piccolo residuo. Il mondo ha avuto questa porzione di Scrittura riguardante la morte e la resurrezione del Messia, chi ci ha creduto? Questa è la triste realtà del rifiuto.

E questo fa sorgere la domanda: e te? E questa è la domanda che dev’essere posta e a cui dobbiamo rispondere oggi. E te? E te? Credi che il Signore Gesù Cristo è morto per i tuoi peccati ed è risorto dai morti per la tua giustificazione, e un giorno verrà come il re esaltato e porterà il Suo popolo nel Regno promesso? Credi che non poteva venire a regnare finché non fosse venuto a salvare? Credi che non poteva ricevere la Sua gloria finché non avesse sofferto? Questo è il vangelo. E nel credere al vangelo troverai la salvezza. Questo renderebbe questo giorno più bello della tua vita se fino ad ora non hai accolto Cristo. Unitevi a me in preghiera.

Padre, ti ringraziamo per la consistenza della Scrittura ed il suo potere. Grazie che essa vive e respira, è viva e potente. E compie un’opera potente d’incoraggiamento nelle nostre anime, riversandovi la verità. Per quelli che non la conoscono affinché la conoscano, per quelli che la conoscono affinché la amino di più e la proclamino più fedelmente. Ci rallegriamo del dono della vita eterna dato attraverso la resurrezione del nostro Salvatore, e Ti ringraziamo nel Suo meraviglioso nome. Amen.

FINE

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