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Stiamo studiando il cinquantatreesimo capitolo di Isaia. Isaia è una profezia dell’Antico Testamento. Se avete la Bibbia, andate al capitolo 53 di Isaia, ed è il capitolo che stiamo studiando, alcuni lo considererebbero il più grande capitolo dell’Antico Testamento. Non c’è dubbio sul fatto che è la profezia più dettagliata del Messia contenuta nell’Antico Testamento. È un capitolo incredibile che dev’esser considerato frase per frase, se non parola per parola, a causa del suo grande impatto e profonde verità.

Mentre studiamo insieme questo cinquantatreesimo capitolo, vorrei che diventiate così familiari a tal punto che vi sarà accessibile a memoria. E dunque, mentre ci lavoriamo insieme, questo di oggi è il quarto messaggio, e arriveremo ai versetti 2 e 3, e quindi ci vorrà un po’ di tempo prima di finire l’intero capitolo, ma nel processo vorrei che siate così familiari con questo capitolo che diventi parte della vostra vita e che vi porterà ad adorare il Signore in modo fresco, nuovo, ricco e di benedizione. Ma che anche, che avrete modo di comunicare le glorie del nostro Salvatore da questo capitolo a chiunque lo chieda. Quindi ascoltiamo la lettura di questo capitolo, Isaia 53.

“Chi ha creduto alla nostra predicazione e a chi è stato rivelato il braccio del Signore? Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare. Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo di dolore, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna. Eppure egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed afflitto.

Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via, e il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato ed afflitto, non aperse bocca. Come un agnello condotto al macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori non aperse bocca.

Fu portato via dall’oppressione e dal giudizio; e della sua generazione chi riflettè che era strappato dalla terra dei viventi e colpito per le trasgressioni del mio popolo? Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca. Ma piacque al Signore di percuoterlo, di farlo soffrire. Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e la volontà del Signore prospererà nelle sue mani. Egli vedrà il frutto del travaglio della sua anima e ne sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il giusto, il mio servo, renderà giusti molti, perché si caricherà delle loro iniquità. Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori; egli ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i trasgressori”.

Vorrei incominciare con una serie di domande per darvi una panoramica di questo capitolo. E come introduzione lo affronteremo diversamente. Per questa mattina, ho una serie di domande che ci aiuteranno a vedere il quadro generale. Qual è il tema di questa profezia? Qual è il tema di questo capitolo? Il tema di questo capitolo è la sofferenza, una sofferenza orribile, una sofferenza terribile, una sofferenza traumatica, una sofferenza agonizzante, una sofferenza straziante, una sofferenza dolorosa, una sofferenza mortale. La sofferenza è chiaramente il tema.

Versetto 3, “Uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza”. Versetto 4: “ egli portava le nostre malattie e si era caricato dei nostri dolori; noi però lo ritenevamo colpito, percosso da Dio ed afflitto”, versetto 5: “Egli è stato trafitto, schiacciato, fu castigato, fu flagellato”, versetto 6, “Il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti”. Versetto 7, “Maltrattato ed umiliato. Era come un agnello condotto al macello”, versetto 8: “Sperimentò l’oppressione ed il giudizio. Fu strappato dalla terra dei viventi”. Tutto ciò indica che si tratta di un esperienza terribile, un esperienza terribile di sofferenza. Il versetto 10 ripete che Egli fu schiacciato, che fu addolorato, il versetto 11 parla dell’angoscia della Sua sofferenza. Chi... chi potrebbe mai sopportare una tale sofferenza? Una sofferenza così grande?

Beh, si potrebbe dire: “Suppongo che ci sarebbe da qualche parte, qualcuno che meritava di soffrire così”. Ma questo porta ad una seconda domanda: Era meritata questa sofferenza? Questo sofferente che viene descritto qui, meritava questo tipo di sofferenza implacabile? La risposta alla domanda è no. No, la sofferenza non era meritata da colui che soffriva. Tornate per un momento al versetto 9, alla fine del versetto: “ non aveva commesso alcuna violenza e non c’era alcun inganno nella sua bocca”, e ciò che è nella bocca è ciò che è nel cuore, perché dall’abbondanza del cuore, la bocca parla. Quindi non c’era nulla nella bocca di malvagio o d’inganno perché non c’era nulla nel cuore.

Infatti, andando oltre, questo sofferente, è identificato nel versetto 11, come “il Giusto”. Questa è una profezia di un sofferente, una sofferenza orrenda, orribile e terribile. Si meritava di soffrire? No. E questo porta ad una terza domanda: Dio tentò allora di proteggere il giusto sofferente? La risposta è no. Il versetto 10 dice: “Ma piacque al Signore di percuoterlo, di farlo soffrire”, è una storia incredibile, una sofferenza senza pari, una sofferenza immeritata da parte di un giusto sofferente che non fu protetto da un Dio giusto. Il che ci porta allora alla quarta domanda: è tutto questo una sorta di fallimento da parte di Dio? Non è incoerente con la natura giusta di Dio, il fatto di non proteggere un uomo giusto da tale sofferenza? È coerente con la natura retta di Dio quello di lasciare che quest’uomo soffra?

La risposta è sì, sì a causa di ciò che leggiamo a partire dal versetto 5: “ Ma egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di lui, e per le sue lividure noi siamo stati guariti”, versetto 6, “Il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti”, alla fine del versetto 8, “Per la trasgressione del mio popolo fu strappato dalla terra dei viventi”, doveva succedere a loro! Versetto 11, “Egli si caricherà delle loro iniquità”, versetto 12, “egli ha portato il peccato di molti”, questo è un sofferente vicario. È un sofferente sostitutivo. Egli sta soffrendo, non per i propri peccati, ma per i peccati degli altri.

Il che porta ad un’altra domanda. Perché mai qualcuno dovrebbe fare questo? Perché un uomo giusto dovrebbe mai soffrire così orribilmente, senza esser protetto da Dio, e poi soffrire vicariamente per peccati che non aveva commesso, ma per i peccati di altri? La risposta è: perché era disposto, perché desiderava farlo. Sì, versetto 10, “Offrendo la sua vita in sacrificio per il peccato”, diede se stesso come offerta per il peccato, un sacrificio per i colpevoli. Sì, versetto 12, “Egli ha versato la sua vita fino alla morte”. Che persona straordinaria soffrire così tanto, soffrire immeritatamente, soffrire senza la protezione del Dio giusto sebbene Lui stesso fosse giusto, soffrire vicariamente, soffrire volontariamente. Perché? Questa è la prossima domanda, perché l’avrebbe mai fatto? Quale fu il risultato?

In primo luogo, nel versetto 11, facendo questo, Egli “renderà giusti molti”, sarebbe come dire che tramite la sua sofferenza, renderà molti giusti ed Egli sarà esaltato. Come risultato della Sua angoscia, versetto 11, Egli vedrà la luce. Questo... questo è il significato di quel versetto, vedrà la luce, vedrà la vita, sarà soddisfatto. Ed il versetto 12, “gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti”, in altre parole Egli sarà ricompensato, sarà esaltato. Quanto? Beh, ce lo ricordiamo, vero? indietro al capitolo 52, versetto 13: “prospererà e sarà innalzato, elevato e grandemente esaltato”, versetto 15, “egli spaventerà molte nazioni; i re chiuderanno la bocca davanti a lui”, perché non saranno mai in grado di comprendere la gloria che alla fine riceverà.

Ma chi è questo? Chi è questo? Beh, non può essere altri che chi? Il Signore Gesù Cristo. Ma il mondo, non riesce a vederelo? Il mondo non riesce a capirlo? Questo fu scritto approssimativamente 700 anni prima che Gesù nascesse, il che è prova sufficiente del fatto che Dio è l’autore delle Scritture perché solo Dio conosce in dettaglio il futuro. Come può il mondo non capire questo? Questo dev’essere Gesù Cristo, tutti questi dettagli si adempirono in Lui. Ma poi, di nuovo, il mondo non ha la Bibbia, non legge la Bibbia, non conosce la Bibbia. Così quando guardiamo, diciamo ai Gentili, le nazioni del mondo, noi... non ci aspetteremmo necessariamente che credino in Gesù Cristo. Non sono familiari con Isaia, Isaia 53, l’Antico Testamento, la verità del Nuovo Testamento, la scrittura del racconto di Gesù.

Ma allora che dire degli Ebrei? Che dire degli Ebrei? Conoscono la storia di Cristo, se non altro per assicurarsi che tutti la rifiutino. Questo fa parte dell’essere Ebrei, è assicurarsi che sia chiaro che Gesù non è il Messia, che Gesù non era il Salvatore. Però com’è che gli Ebrei non credono in questo? Com’è che non prendono Isaia 53 e lo confrontano con i vangeli: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, e non possono far altro che dire: “Questo può essere solo che Gesù”, perché non lo fanno?

Uno di loro, un amante del Signore Gesù, di nome Mitch Glaser ha un ministero chiamato “Il ministero del popolo scelto” (Chosen People Ministry), scrisse un articolo in un libro recente intitolato, “il vangelo secondo Isaia 53”, che è molto interessante. Premesso che solo il dieci per cento circa degli Ebrei nel mondo, e ce ne sono circa 14 milioni, solo il dieci per cento di loro sono ortodossi, il che significa che sono coloro che studiano le Scritture, che avrebbero qualche conoscenza delle Scritture. Il restante 90% sono, in un modo o nell’altro, piuttosto indifferenti alla Scrittura e alla sua attenta interpretazione, quindi la maggior parte degli Ebrei, e questo è quello che... questo è quello che dice Mitch Glaser, la maggior parte di loro non sanno nulla dell’Antico Testamento, di Isaia o d’Isaia 53, non ne sono familiari.

E poi dice: “La maggior parte di loro non crede nella profezia biblica. Non credono nel peccato. Non credono nella depravazione”, che significa che l’uomo vive di una peccaminosità irreversibile inerente all’essere umani. Non credono nell’espiazione, non credono nel sacrificio, non credono nello spargimento di sangue per il perdono, non credono nell’incarnazione, non credono nel rifiuto, non credono nel Nuovo Testamento, e quindi non credono in Gesù. Dunque, non possiamo dare per scontato che quando parliamo del Signore Gesù Cristo con degli Ebrei, essi abbiano una qualsiasi familiarità con Isaia 53. Le componenti sorprendenti di questo capitolo non hanno posto nel loro pensiero; e quindi, il capitolo inizia dicendo, “chi ha creduto al messaggio che ci è stato dato?” e loro sicuramente ammetteranno che non ci credono.

È una cosa sconcertante. Il mondo è pieno di gente che non ci crede. Le nazioni in gran parte non ci credono, non credono al messaggio riguardante Gesù Cristo. Le religioni del mondo, a parte dei veri cristiani, non credono al messaggio riguardante Cristo. E che messaggio ragazzi! Gli Ebrei che lo conoscono, Paolo disse in Romani 10, “È... è nella vostra bocca, è vicino a voi, conoscete il relato! Conoscete le affermazioni di Cristo ma non ci credete”. Immaginate, non credono a questo messaggio, la buona notizia dal cielo dove l’amore di Dio lo mosse a salvare i peccatori dall’inferno tramite la morte di Suo Figlio, e non ci credono.

Non credono al messaggio, la buona notizia che un Dio invisibile ha mandato un Salvatore invisibile a questa generazione invisibile per fornire benedizioni invisibili in un cielo invisibile da ricevere con una fede invisibile. Non credono alla buona novella della salvezza e del perdono per i peccatori dal peccato, dall’ira e dal giudizio. Non credono alla buona notizia di un Salvatore crocifisso come mezzo di quella salvezza. Non credono alla buona notizia che c’è una giustizia divina disponibile per cui i peccatori colpevoli possono presentarsi senza timore ed in santità davanti a Dio avvolti nella Sua propria giustizia. Non credono alla buona notizia di un perdono, concesso dal cielo, al peccatore condannato e imprigionato che può ricevere quel perdono per fede in Cristo.

Non credono alla buona notizia che c’è un solo medico che cura tutti coloro che vengono a Lui, infallibilmente ed eternamente, da tutte le malattie dell’anima e lo fa gratuitamente senza rifiutare alcun paziente. Non credono alla buona notizia che un banchetto senza limiti è preparato per tutti coloro che hanno l’anima affamata senza eccezioni, essendo Cristo stesso sia l’ospite che il pasto. Non credono alla buona notizia di un tesoro inestimabile già aquistato che non può essere comprato, ma che è offerto in dono, composto da benedizioni inesauribili e da gioie infinite ora e per sempre verso coloro che lo ricevono. Non credono alla buona notizia della vittoria vinta da Gesù Cristo su Satana, sulla morte e sul mondo, un trionfo in cui tutti coloro che credono in Lui possono entrare e parteciparvi. Non credono alla buona notizia della pace eterna con Dio acquistata dal sangue di Cristo per peccatori indegni ed offensivi.

Che coraggio non credere a questo messaggio, ma non ci credono. E come sapete in Isaia 53 avete una confessione da parte dei Giudei. Le parole di Isaia 53, fino all’ultimo versetto, sono le parole di una futura generazione di Ebrei, la nazione d’Israele, che farà questa confessione e dirà: “Non ci abbiamo creduto”, chi ci ha creduto? Pochi, pochissimi. Chiunque ci creda, in qualsiasi momento, Giudeo o Gentile, sarà salvato. Ma noi non ci abbiamo creduto, e lo confesseranno. Ricordate che ora stiamo parlando del fatto che questo capitolo è al passato, tutti i verbi sono al passato.

La maggior parte delle persone pensano che sta predicendo quello che succederà a Gesù. Beh, in un certo senso lo fa, perché descrive in dettaglio la sua sofferenza, la sua morte, la sua resurrezione e la sua esaltazione, però tutto è scritto al passato, il che significa che va ben oltre quello che successe a Gesù, e guarda indietro dalla fine della storia dell’umanità, a quando finalmente Israele guarderà a colui che hanno trafitto e lo rimpiangerà come un figlio primogenito, comprenderà che hanno rifiutato il Messia e la fonte di purificazione gli sarà aperta e la salvezza arriverà alla nazione d’Israele. Ma nel frattempo, fino a quel ravvedimento nazionale, chiunque può venire a Cristo ed esser salvato, ma nel futuro la nazione si ravvederà e sarà salvata, e quando arriveranno a quella consapevolezza in un momento, dice Zaccaria, quando le nazioni del mondo saranno riunite per distruggere Israele, quando saranno circondati e pronti ad essere cancellati, a quel punto il Signore verrà ad essere il loro difensore e saranno salvati.

Nel cinquantanovesimo capitolo d’Isaia, si ha un’immagine di quello. Mi limiterò a farne solo riferimento. Si ha un’immagine di quello quando i Giudei diranno: “Siamo nei guai, le nostre trasgressioni si accumulano, non c’è giustizia nel paese, dove andiamo? Cosa facciamo?” Questa è un’immagine dell’Israele futura. L’Israele di oggi, come ci difenderemo? Il mondo ci sta perseguitando, Dio non viene in nostro aiuto. E poi dice questo in Isaia 59: “E non c’era più un uomo ad aiutarli”, non c’era più nessuna guida che poteva salvare Israele dalla sua punizione per aver rifiutato Cristo, e che sta continuando anche ora a rifiutarlo.

Il mondo sta minacciando la loro esistenza con potenze nucleari. Ed in Isaia 59, dice che Dio si guardò attorno e non c’era più un uomo. E poi, le parole più belle, Dio risponde al fatto che non c’era più nessuno a salvare Israele, ascoltate al 59:16, “ha visto che non c’era più un uomo e si è stupito che nessuno intervenisse; allora il suo braccio gli è venuto in aiuto”, chi è “il suo braccio”? Il Messia, il braccio rivelato del Signore, e poi il suo braccio, e questo è drammatico.

Vedete il Messia, il Signore Gesù, rivestirsi di giustizia come di una corazza, mettersi in capo l’elmo della salvezza, indossando abiti di vendetta, avvolgendosi di zelo come in un mantello. Ed Egli verrà, e verrà per rendere l’ira agli avversari del Suo popolo, ricompenserà i Suoi nemici affinché temeranno il nome del Signore dall’occidente e la Sua gloria dal sorgere del sole. Egli verrà come un torrente impetuoso che il vento del Signore spingerà.

E dunque abbiamo Cristo che verrà per salvare Israele dall’obliterazione e nel tempo in cui verrà a difenderli dai nemici riuniti contro di loro, ciò che accadrà è che Egli punirà gli empi, ed il versetto 20, “Un Redentore verrà da Sion e per quelli di Giacobbe che si convertiranno dalla loro trasgressione”. Quella è l’ora della loro salvezza, Egli sarà quel Redentore. Questo accadrà perché Dio l’ha promesso nel versetto 21, “questo è il patto che io stabilirò con loro: il mio Spirito che riposa su di te e le mie parole che ho messe nella tua bocca non si allontaneranno mai dalla tua bocca, né dalla bocca della tua discendenza, né dalla bocca della discendenza della tua discendenza”, dice il Signore, “da ora e per sempre”.

Questa è la salvezza della nazione Israele, la salvezza del nuovo patto. Guarderanno a colui che hanno trafitto, saranno in lutto, saranno salvati, e il Signore stesso sarà il guerriero che li difenderà in quell’ora, quando manderà il Messia per esser la loro difesa e la loro salvezza. Quando verrà quel momento, nel futuro, è lì che guarderanno indietro e diranno: “Non abbiamo creduto”. Il braccio del Signore, il Messia stesso, la potenza di Dio si è rivelata e noi non ci abbiamo creduto. Non ci abbiamo creduto”. Faranno quella confessione degli orrori di generazioni d’incredulità.

La domanda allora che sorge, e prendiamo questa domanda come punto d’ingresso nel testo di Isaia 53, perché hanno rifiutato Gesù Cristo? Perché? Loro faranno questa confessione. Loro... loro ci diranno il perché. Diranno a Dio il perché, e la confessione che faranno in futuro, e che chiunque viene a Cristo deve fare, è nei versetti 2 e 3: “Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna”.

Quella è la spiegazione. Quella è la spiegazione del perché gli Ebrei hanno rigettato Gesù cristo per generazioni. Questa è la confessione che quella generazione futura farà quando si rivolgeranno a Lui. E ricordate, Zaccaria dice che Dio eliminerà i ribelli dalla nazione, ed un terzo degli Ebrei nel mondo... a questo punto, sarebbero forse quattro o cinque milioni... confesseranno Gesù come Signore, e diranno: “Ecco perché per generazioni lo abbiamo rifiutato”.

Tre ragioni, ci vengono date tre ragioni. Sono tre confessioni: Numero uno... e tutte hanno a che fare con il disprezzo che avevano verso di Lui. Numero uno: aveva un’origine spregevole. Aveva un’origine spregevole, “Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo”, è cresciuto davanti a Lui, sarebbe a dire, davanti a Dio, era di fronte a Dio che era pienamente soddisfatto di Lui, “questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto”, Dio vide ogni momento della sua vita e Dio lo guardò mentre cresceva in saggezza e statura e favore presso Dio e gli uomini, come dice in Luca 2:52. Dio era completamente attento mentre osservava la crescita del Suo Figlio incarnato. Così Egli cresceva davanti a Dio, ma quando noi lo guardammo... e davanti a Dio significa nel piacere di Dio, nel modo in cui Dio lo voleva, secondo il piano di Dio, ma dal nostro punto di vista era come un tenero germoglio. Era come una pianticella come una radice che esce da un arido suolo.

Lasciatemi spiegare che questa è una società agricola, queste persone lavoravano il terreno, coltivavano cose, avevano alberi e frutteti e li piantavano nella terra, e dunque le illustrazioni erano di quel genere. Dire che Lui era come un tenero germoglio è semplicemente dire che è un pollone, che sarebbe la parola Ebraica yoneq che significa pollone. I polloni spuntano senza coltivazione, senza aspettativa, ed in genere i polloni si tagliano via per assicurarsi che non prosciughino la vita e la crescita degli altri rami. Sono superflui, piccoli, inutili, irrilevanti, insignificanti, casuali. I polloni spuntano senza progetto, non ricevono alcuna cura, non sono attesi, non sono necessari e vengono tagliati via.

Ad alcuni commentatori piace pensare che questo albero dal quale esce il pollone è di riferimento metaforico, o di riferimento allegorico a qualcosa come la casa di Davide, o qualcosa del genere, ma credo che quella sarebbe un’inutile esagerazione, quì il linguaggio è molto semplice. Questo è semplicemente un modo per dire che il Suo inizio era irrilevante. Era marginale, insignificante, non aveva importanza, era un nessuno da nessuno, dal nulla. Abbiamo visto Gesù e cosa abbiamo visto? Una famiglia insignificante, Giuseppe, Maria e Nazaret un paesino insignificante fuori mano, nato in una località insignificante, in una locanda, in una stalla posto in una mangiatoia, e ad assistere la sua nascita c’erano dei pastori che erano le persone più basse della scala sociale. Nessuna nascita reale, nessuno stato sociale, nessuna nobiltà familiare, nessuna istruzione formale. Rimase trent’anni a Nazaret a fare il falegname, nessuna connessione con qualcuno che contasse con l’élite, con quelli importanti.

Lui è... è un pollone, irrilevante. Oppure è come una radice che esce da un arido suolo. Quando il sole scende in quella parte del mondo, nel Medio Oriente, il terreno diventa arido e secco, e mentre il terreno si restringe per l’evaporazione, alcune radici vengono in superficie, e sono radici sporche e marroni dal terreno inaridito, non curato. Sarebbero radici di un albero di cui nessuno si occupa, perché se interessasse a qualcuno, lo innaffierebbero. Di nuovo, questo è un altro modo per dire che è inutile, ingiustificato, indesiderato, insignificante, senza valore, non più significativo di un ramo pollonante o di una radice secca in un luogo arido che nessuno coltiva, che nessuno cura, che nessuno annaffia, un inizio miserabile. E diranno anche cose come: “Può qualcosa di buono uscire da Nazaret?”.

Non guadagnò nulla dalla sua origine familiare, non guadagnò nulla dal suo stato sociale. Non guadagnò nulla dall’economia della famiglia. Non guadagnò nulla dai suoi seguaci, non erano brillanti, non erano istruiti, non erano potenti, non erano influenti, non erano importanti, non c’era neanche un rabbino, un fariseo, un sadduceo, un sacerdote, scriba, nessuno contava. Per la maggior parte erano un mucchio di pescatori nullatenenti, con alcuni strani come un esattore delle tasse e un terrorista, non avevano posizione, non avevano soldi. E si unirono a lui presto con la convinzione che avrebbero potuto vincere alla lotteria del regno se fossero rimasti nei paraggi, avrebbero ricevuto una buona ricompensa.

Nessuno di loro aveva alcun risultato di rilievo. E gli Ebrei guardarono a tutto quello e dissero: “Aspetta un attimo, questo non può essere il Messia, perché il Messia non arriverà così. Questo non corrisponde al profilo dell’arrivo glorioso del Messia che si era sviluppato nel corso dei secoli dagli Ebrei. In Marco capitolo 6, era a Nazaret, il suo paese, nel quale tutti lo conoscevano ed arrivò il Sabato e cominciò ad insegnare nella sinagoga e le persone erano stupite da quello che diceva: “Da dov’è che quest’uomo ha imparato queste cose?”, forse posso cambiare l’enfasi: “Da dov’è che quest’uomo ha imparato queste cose?” questo nessuno, questo ramo pollonante, questa radice secca? Da dove ha preso queste cose?” E cos’è questa saggezza e questi miracoli che compie?

Cioè riconoscevano la Sua saggezza, riconoscevano le cose che insegnava, riconoscevano i miracoli che faceva, e poi dicevano questo: “Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? E si scandalizzavano a causa di lui” si scandalizzavano ad ogni dichiarazione che fece di essere il loro Messia, nonostante la potenza, la potenza miracolosa che mostrava. Quindi avevano disprezzo per il suo inizio, disprezzo per la sua origine. In secondo luogo, provavano disprezzo per la Sua vita, per ciò che divenne, aveva una vita adulta disprezzabile. Ebbe una vita disprezzabile. Tornate di nuovo al versetto 2, “non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci”.

A loro piaceva molto l’aspetto, ecco perché scelsero Saul come primo re, giusto? Era più bello di tutti gli altri e più alto, sembra ancora oggi una formula per il successo. Ma lo era con Lui... con Gesù. Aspetta un attimo, forse non era abbastanza alto, abbastanza bello, abbastanza imponente, abbastanza maestoso. Di nuovo, non c’è stato un gran progresso da 1 Samuele capitolo 9 quando scelsero Saul. Niente di regale in Gesù, niente di reale in Gesù, niente di elevato. Infatti, l’idea che fosse un re era così bizzarra e così sgradevole, che la risentirono così profondamente che quando Pilato finì la sua proverbiale, essendo stato ricattato dai Giudei sulla questione di Gesù, venne costretto e minacciato del fatto che se non avesse crocifisso Gesù lo avrebbero detto a Cesare e lui sapeva che non sarebbe sopravvissuto ad un altro rapporto a Cesare.

L’hanno ricattato. E la sua ritorsione, la sua vendetta, la sua rivincita sui Giudei fu di schiaffare in cima alla croce di Gesù: “Questo è Gesù di Nazaret, Re dei Giudei”. Quella fu la vendetta di Pilato perché sapeva che quella era l’affermazione più discutibile di Gesù. Sebbene dimostrò una certa potenza, saggezza, verità, grazia e santità divina, non vedevano alcuna bellezza regale in Lui, niente di attraente, avevano disprezzato la Sua origine fin dall’inizio, avevano disprezzato la metà, la Sua vita.

E in terzo luogo, ebbe una fine spregevole. Ebbe una fine spregevole. Per questo andate al versetto 3, “Disprezzato ed abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna”, quì in queste due righe iniziali sta parlando della sua fine. Non solo disprezzavano il suo inizio e la sua vita, ma soprattutto la sua morte. Ora ricordate, non pensavano di aver bisogno di qualcuno che morisse per i loro peccati. Erano in preda all’auto-giustizia. Avevano intenzione di compiacere Dio essendo buoni, religiosi e facendo opere. Ed ecco che arriva questo Messia, questo che pretende di essere il Messia e il Re, ed invece di essere trionfante, invece di finire la sua carriera in gloria, maestà, trionfo, vittoria, elevazione ed esaltazione, fu disprezzato, abbandonato dagli uomini e tutto finì nel dolore e nella tristezza.

Avrebbero potuto guardare alla morte di Gesù con tutti i suoi orrori, ed avrebbero potuto dire: “Sapete, questo è il sacrificio che stavamo aspettando. Questo è il sacrificio che fu raffigurato quando Abraamo trovò un montone nella boscaglia in sostituzione per suo figlio e prese il coltello per uccidere Isacco ma invece uccise il montone. Questo è il compimento dell’uccisione dell’agnello pasquale e mettiamo il sangue sullo stipite e sull’architrave della porta per sfuggire all’ira di Dio grazie all’agnello sacrificato”. Questo... questo è il sacrificio finale, l’unico vero sacrificio salvifico raffigurato nei milioni di sacrifici che fecero giorno dopo giorno dopo giorno mentre gli animali venivano scannati durante il corso della storia.

Avrebbero potuto farlo, ma non si vedevano come peccatori e non avevano bisogno di un sacrificio, non avevano bisogno di un’espiazione e non avevano bisogno di un salvatore. Così, quando videro l’autoproclamato Messia come un uomo di dolori e sofferenze, con una vita che terminò nel modo in cui terminò, la cosa fu spregevole. Lo rigettarono, quindi ora lo rigettano perché lo rigettarono nel passato. Rifiutano Gesù perché l’hanno rifiutato nel passato. Fu disprezzato... termine forte... significa “trattare con disprezzo”. Lo trattarono con disprezzo, e lo fanno ancora. Lo fanno ancora oggi. La parola Ebraica per Gesù è Yeshua... Yeshua. I rabbini nel corso degli anni hanno cambiato quel nome facendo cadere la “a” finale e lo chiamano tutti Yeshu. Yeshu è un acrostico che significa: “Che il suo nome sia cancellato”. Così vedrete negli scritti rabbinici Yeshu, “che sia cancellato”, che è il modo contemporaneo per dire, “Non vogliamo che quest’uomo regni su di noi”, che è quello che dissero quando gridarono per la sua crocifissione.

È chiamato dai rabbini “Il trasgressore”, è chiamato dai rabbini “Il Tolui”, “L’appeso”, “Maledetto è colui che viene appeso ad un albero”, e forse è una delle cose più angoscianti è l’identificazione di Gesù con Ben Stada e Ben Pandira, bestemmie. I rabbini dicono che la vera storia di Gesù è la storia di Yeshu, è la storia di un uomo chiamato Ben Pandira e di una donna chiamata Miriam Ben Stada. Ben Pandira sarebbe suo padre, e Ben Stada sua madre. Sua madre, una donna di nome Miriam Ben Stada, era una parrucchiera che ebbe una relazione adulterina con Giuseppe Ben Pandira, un mercenario Romano ed ebbe Yeshu. Quindi Lui sarebbe il figlio illegittimo di una parrucchiera e di un mercenario Romano che poi, dicono i rabbini, andò in Egitto per imparare le arti magiche e sviare gli uomini, e tutto questo si trova nel Talmud.

I rabbini chiamavano il suo vangelo avon-gillajon che significa “scrittura peccaminosa”, invece del “evangel”, come l’evangelista che scrisse “la storia vera”. Avevano generazioni di disprezzo verso Gesù, in un modo o nell’altro, e naturalmente era disprezzato. Lo dice all’inizio del versetto 3 e lo dice alla fine del versetto 3, due volte, era disprezzato, e così continua. E poi dice che fu abbandonato dagli uomini. Vorrei che lo vediate, forse non è così semplice come sembra, abbandonato dagli uomini non in senso generale, che sarebbe Ben Adam, Ben Adam, che significa “uomo” in generale. Questo è Ben ish, che indica signori, governanti, leader, persone importanti. Allora, cosa sta dicendo il popolo? Guarda, ha avuto un inizio spregevole, una vita spregevole, un fine spregevole nella quale nessuna persona importante lo affermò. Abbiamo guardato ai nostri capi e loro erano coloro che gridavano per il suo sangue.

In Giovanni 7, c’è un’importante testimonianza in questo senso. In Giovanni 7, potete iniziare, diciamo al versetto 45, “Le guardie dunque tornarono dai capi dei sacerdoti e dai farisei e dissero: “Perché non avete Gesù? Vi abbiamo mandato a prenderlo, prendetelo e portatelo da noi”, allora queste guardie, la polizia del tempio, rispose loro: “Beh, nessuno parlò mai come quest’uomo!” Non sappiamo cosa fare con Lui, eravamo scioccati dal Suo insegnamento, “Perciò i farisei replicarono loro: “Siete stati sedotti anche voi?” Sentite questa: “nessuno dei capi o dei farisei creduto in lui?” Giovanni 7:48 - Nessuno d’importante ha creduto in Lui

Così, quando gli Ebrei guarderanno indietro dal futuro, diranno: “Guarda, abbiamo visto l’inizio della Sua vita, la metà della Sua vita e la fine della Sua vita, e non c’era nulla in essa che Lo rendesse attraente e non si adattava al nostro quadro e poi la Sua morte fu così orrenda, fu rifiutato, fu disprezzato, nessuno d’importante prese parte con lui, cosa dovremmo fare? Seguiamo i nostri leader”. Nessuno dell’élite gli era vicino, nessuno di loro lo sosteneva, nessuno credeva in Lui. Alcuni che avrebbero dovuto credere in Lui si tirarono indietro perché il prezzo era troppo alto, e c’erano alcuni discepoli segreti che si presentarono più tardi. Ma la gente di rango non era impressionata. I capi della nazione, quelli che sovrastavano la moltitudine. Ed era una gerarchia, era una gerarchia rigida e risoluta, il popolo era quaggiù ed i capi avevano il potere e l’autorità, ed i grandi uomini si allontanavano da Lui. Non aveva nessuno di distinto dalla sua parte.

E questo è ancora vero oggi, è ancora vero. Le opere, la potenza di Gesù era attribuita a Satana, dicevano: “sono stati i capi a dire che faceva quello che faceva per mezzo dei poteri dell’inferno, Belzebù, Satana. E così hanno perseguitato e martirizzato i suoi seguaci. Chiamavano gli apostoli apostati e dicevano che erano peggio dei pagani. Ed in quei primi anni, si sviluppò una preghiera che faceva così: “Che i seguaci di Gesù siano improvvisamente distrutti senza speranza e cancellati dal libro della vita”, tale era la profondità del rifiuto e del disprezzo. Ed Egli finì essendo un uomo di dolore, versetto 3, familiare con la sofferenza. Basta guardare alla Sua vita ed è semplicemente triste, quello non può essere il Messia.

Piuttosto che infliggere sofferenze, piuttosto che infliggere dolore ai nemici d’Israele e alle nazioni, come dicevano i profeti, Egli stesso è un uomo di dolori, letteralmente di “dolenza”, ma non dolori esterni, dolore del cuore in tutte le sue forme, quello sarebbe l’Ebraico di quel termine. E poi Egli conosceva il dolore, il dolore dell’anima, era una persona triste, era triste dentro, potreste vederla in questo modo, lo vedevano come patetico... patetico, una profonda tristezza. Piange, geme, non c’è nessun resoconto da nessuna parte nel Nuovo Testamento che Lui abbia mai riso. Dov’è il loro grande leader, trionfante, vittorioso, pieno di gioia, fervore, entusiasmo?

Chi è quest’uomo dal cuore spezzato, che piange, che è triste, che soffre dolore? E, naturalmente, oltre a quello, c’era il dolore vero e proprio. Ed era così grave, dice il versetto 3, che Egli era come uno davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia. Dice il versetto 14 del capitolo 52 che quando arrivò alla croce, era più rovinato di qualsiasi altro uomo. Una corona di spine schiacciata sulla sua testa, sangue che scorreva lungo il suo corpo, mosche che lo coprivano nella sua nudità appeso a sole aperto sulla croce, chiodi nelle sue mani, segni delle frustate e dei flagelli, sputi asciutti sulla sua faccia e sul suo corpo, lividi da pugni in faccia e percosse con bastoni.

La realtà della Sua sofferenza semplicemente non si adatta all’immagine del Messia. Ora ricordate, non pensavano di aver bisogno di un salvatore. E Gesù disse: “Non posso fare niente con voi perché non sono venuto a chiamare i giusti al ravvedimento”. Lui è totalmente discutibile e dunque è come uno da cui gli uomini si nascondono la faccia, qualcuno così grottesco, così deforme, così brutto, così discutibile che non ti gireresti nemmeno a guardare. È troppo imbarazzante, è troppo vergognoso, è troppo brutto, è troppo orribile, è troppo indimenticabile che non vuoi vedere quell’immagine. Questo... questo è l’atteggiamento attuale d’Israele nei confronti di Gesù, come Messia, è per loro odioso, disgustoso.

Dunque, alla fine del versetto 3, “era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna”, quell’ultima frase in italiano è una frase molto benevola no questa non è una conferma, quell’ultima, “non ne facemmo stima alcuna”, ciò che significa è che lo consideravamo come un niente, lo consideravamo inesistente. Questo è il massimo disprezzo, Lui non è nessuno per noi. Questa è la prospettiva storica di Gesù da parte del popolo Ebraico. Ringrazio il Signore che molti Ebrei, uno dopo l’altro, stanno venendo a Cristo durante quest’epoca della chiesa e lo stanno vedendo per ciò che realmente è. E non è una buona notizia che un giorno la nazione si girerà e Lo vedrà e farà questa confessione? So che alcune persone potrebbero dire: “Beh, questo sembra un po’ come se fosse un anti-ebraico”, no, questa non è una confessione dei Gentili, questa è la confessione futura dei Giudei che guarderanno indietro e realizzeranno ciò che hanno fatto.

Questa non è una valutazione Gentile dell’incredulità Ebraica, questa è una valutazione Ebraica, questo è ravvedimento. Queste sono parole che la nazione pronuncierà nella sua confessione dal cuore spezzato del peggior peccato immaginabile, il rifiuto di Cristo. E queste sono parole che tu hai bisogno di dire se hai rifiutato Gesù Cristo. Tu hai bisogno di dire queste stesse parole adesso! Ebreo o Gentile, chiunque tu sia, affinchè la fonte di purificazione si apra per te. Fino al momento in cui crederanno nel futuro, e forse nel prossimo futuro, vogliamo dire questo, Romani 1:16, “Non mi vergogno del vangelo di Cristo, perché è la potenza di Dio per la salvezza di tutti coloro che credono; al Giudeo prima e al Gentile.”

Voglio concludere in quest’ultimo minuto, o due facendovi andare ad Atti 3, Atti capitolo 3 versetto 17. Questo è il sermone di Pietro, dopo il sermone di Pentecoste ai tempi della chiesa primitiva. Un sermone così incredibile. Versetto 13, Pietro disse, “Il Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi metteste nelle mani di Pilato e rinnegaste davanti a lui, mentre egli aveva giudicato di liberarlo. Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida, Barabba, e uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni. E, per la fede nel suo nome, il suo nome ha fortificato quest’uomo che vedete e conoscete; ed è la fede, che si ha per mezzo di lui, che gli ha dato questa perfetta guarigione in presenza di voi tutti”. Dice: “Voi avete rifiutato, e vi prendete la responsabilità di aver rifiutato e messo a morte il Principe della Vita”.

E poi il versetto 17, così importante, “Ora, fratelli”, parla a questi Ebrei come a fratelli, “so che lo faceste per ignoranza, come pure i vostri capi”, dice “lo so”, “Ma ciò che Dio aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera”, dove pensate che stia andando a parare? Isaia 53, molto probabilmente, “Perciò, ravvedetevi e tornate”, non è una buona notizia? Avete ucciso il Principe della Vita e Dio vi sta dicendo: “Ravvedetevi e ritornate”, e quando lo farete, “i vostri peccati saranno cancellati”, questo è letteralmente ciò che disse Gesù quando stava morendo sulla croce, “Padre” cosa? “perdonali, non sanno quello che fanno”. Siete ignoranti, l’avete fatto nell’incredulità. Ravvedetevi e ritornate, affinchè i vostri peccati siano cancellati”, e poi cosa succederà? Quando vi convertirete e vi ravvederete ed i vostri peccati saranno cancellati, verranno i tempi di ristoro. Quello è il Regno, quello è il Regno.

Perché Egli manderà Gesù il Cristo designato a voi, questa è la Sua seconda venuta, per stabilire il Suo Regno. Il cielo deve riceverlo, fino al periodo della restaurazione di tutte le cose di cui Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dai tempi antichi. Di nuovo, il Regno il promesso Patto Abraamitico, il Patto Davidico, i profeti hanno ribadito la salvezza e tutte le promesse del regno, verranno quando Cristo ritornerà. Cristo ritornerà nei tempi di restituzione, i tempi di restaurazione, i tempi di rinfresco, quando vi ravvederete, quando vi ravvederete.

Versetto 24 dice, “Tutti i profeti, che hanno parlato da Samuele in poi, hanno anch’essi annunciato questi giorni, i giorni del Regno, e voi siete ancora i figli dei profeti e del patto che Dio fece con i vostri padri dicendo ad Abramo, “Nella tua discendenza tutte le nazioni della terra saranno benedette”. A voi per primi Dio, avendo suscitato il suo Servo”, questo è Isaia 53, “lo ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità”. Avete ucciso il Messia, ma Dio non ha finito con voi. Verrà il giorno in cui vi convertirà dai vostri peccati e manderà Suo Figlio per stabilire il Suo Regno e compiere la Sua promessa. Dio non ha finito con Israele, gente. Tenete gli occhi su Israele. La loro salvezza è assicurata dalla promessa di Dio. Nel frattempo, la salvezza è aperta a tutti coloro che lo invocano.

Padre, veniamo a te ora alla fine di questo meraviglioso tempo di adorazione con cuori grati. C’è così tanta verità in questo capitolo, è... è inesauribile. Ma anche solo in due versetti comprendiamo la storia in modo nuovo, una comprensione travolgente di secoli, generazioni di rifiuto di Cristo ed ora capiamo il perché. Ma sappiamo anche che sta arrivando un giorno futuro in cui tutte le promesse che hai dato a Israele si compiranno nell’ora della loro salvezza, quando Tu diventerai il loro Redentore. Aspettiamo con ansia quel giorno, ma nel frattempo, nel frattempo, il vangelo, il messaggio quando viene creduto diventa la potenza di Dio per la salvezza a Ebrei o Gentili. Saresti pieno di grazia, o Signore, e porresti la tua mano per attirare alcuni al tuo cuore anche oggi?

E mentre state ancora pregando, questa è la decisione di tutte le decisioni, l’impegno di tutti gli impegni, questa è la tua eternità in gioco. Questo è il Paradiso invece dell’inferno, di accogliere ciò che Cristo ha fatto per te, hai bisogno di un salvatore. Non sei abbastanza bravo. Non puoi arrivarci con la tua bontà o con la tua religione. Non ne sarai all’altezza. Hai bisogno di un salvatore. Hai bisogno di qualcuno che paghi per i tuoi peccati, e hai bisogno di accettare il pagamento che Lui ha fatto in modo che Dio lo applichi su di te ed i tuoi peccati siano a quel punto completamente perdonati ed avrai il Paradiso eterno assicurato. Che messaggio! Ci credi? Ci credi abbastanza da accogliere Cristo come Signore? Questa è la domanda.

Padre, Ti ringraziamo ancora una volta per l’opera che farai nei nostri cuori perché la Tua Parola non ritorna mai vuota, ma compie sempre lo scopo per cui Tu la mandi. Che ciò avvenga anche oggi alla Tua gloria, preghiamo, nel nome di Cristo. Amen.

FINE

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